I talenti italiani, in America, si mettono in Rete

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HOUSTON – L’idea era quella di creare una ‘rete’  per i giovani talenti italiani che vivono lontano dai loro paesi d’origine. Una rete in grado di valorizzare le professionalità italiane, spesso ‘nascoste’ dietro a progetti importanti.

A Houston l’idea è diventata realtà: nella città, che già ospita prestigiosi poli di ricerca, è nata la Young – ISSNAF, una piattaforma telematica per gli italiani under 40 anni emigrati Oltreoceano e la risposta è stata subito straordinaria: oltre cento ricercatori, networkers, studenti hanno aderito all’iniziativa, in poco piu’ di tre mesi e molti si sono proposti per lavorare come volontari al progetto.

CERVELLI IN CONTATTO – La rete fornirà un servizio di tutor per i giovani ricercatori ai quali vuol dare la possibilità di mettersi in contatto con altri colleghi, scambiare idee e progetti, avviare collaborazioni scientifiche ed eventualmente fruire di finanziamenti per le ricerche. Nasce come affiliazione della Issnaf (italian Scientist and scholars of North America Foundation) l’associazione dei ricercatori e degli accademici italiani in America, che schiera tra i suoi aderenti personaggi come il nobel Renato Dulbecco e l’astrofisico Riccardo Giacconi.

La giovane ricercatrice Chiara Gabbi, è una delle coordinatrici del progetto Young: ”per i networkers è essenziale strutturarsi -spiega- e noi, oltre al bisogno di restare collegati avevamo  il dovere morale, di mettere le nostre conoscenze a servizio della ricerca nel nostro Paese d’origine”.

I membri a pieno titolo di Young-Issnaf devono essere italiani, laureati, avere meno di 40 anni ed essere iscritti a un’università americana da almeno un anno. La rete, prossimamente, sarà aperta anche a ricercatori e studenti italiani che negli Usa hanno trascorso solo un periodo

TALENTI ALL’ ESTERO – Quello dei talenti italiani all’estero è un fenomeno molto diffuso:il Governo Berlusconi ha persino emanato una legge, la 238/2010, che prevede agevolazioni per il ritorno in Italia dei giovani talenti emigrati all’estero:l’esodo però continua. Secondo i dati dell’ Anagrafe Residenti Italiani Estero  lo confermano: i laureati italiani all’estero sono aumentati del 40% in sette anni e solo nei primi dieci mesi del 2010 si sono trasferiti all’estero 65 mila under 30. ‘Scelte fisiologiche, normale mobilità’ secondo alcuni politici, ‘cervelli in fuga’, dicono altri.

Tra quest’ultimi i ragazzi di Cervelli in fuga (appunto) un gruppo di giovani (di anagrafe o di spirito) che si sono ritrovati in varie capitali, europee e non, “armati di testa, voglia di fare, e tanta grinta”.Sulla stessa linea i  promotori del sito  ‘’La fuga dei Talenti” e quelli del blog Vivo Altrove che ora è anche pagina Facebook.

Da un ‘fronte’ più ‘istituzionale’ Manuela Arata, Technology Transfer Officer del Consiglio Nazionale Ricerche alza il ‘tiro’: “La fuga dei cervelli non è solo fuga alla ricerca di opportunità, ma è anche una fuga dal degrado morale”. Gli innovatori sono considerati un pericolo in tutti i campi , oggi come nel passato”.

LE POSIZIONI – Va detto che molti dei giovani che vanno a studiare e lavorare all’estero raggiungono poi posizioni di tutto rilievo : sono 25 mila –rivela uno studio del Consiglio Nazionale Ricerche- i professionisti italiani di alto livello negli Usa: 3500 di loro sono ricercatori o docenti nelle università americane! Di questi almeno il 70% – sottolinea la ricercatrice Simona Monteleone – mostra “bassa o nulla propensione a rientrare in Italia”.

 

di Giuseppe de Paoli

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