Babbo Natale, le partite Iva e la svolta digitale dell’Italia!

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“Caro Babbo Natale, ma se abiti al Polo Nord, come mai non vedo la tua casa su Google Map?” Questa la domanda, fatta da una bambina, con la quale inizia il film cartoon in sala dal 24 dicembre, Il Figlio di Babbo Natale. Una specie di rivoluzione digitale del mito di Babbo Natale. E’ il segno dei tempi che cambiano. Addio, quindi, alla vecchia icona natalizia con sede in Lapponia e alla meravigliosa magia del tempo che si ferma bloccando un vecchio orologio, la notte della vigilia, per permettere a Babbo Natale di consegnare i suoi doni ai bambini di tutto il Mondo

Oggi, Babbo Natale non viaggia più in slitta, ma su un’astronave ipertecnologica simile ad una grande città sospesa nel cielo, ed è il monarca di un regime autoritario che governa il Polo Nord da generazioni. Così, almeno, lo raffigura la pellicola diretta da Sarah Smith. Il film è uno dei migliori 3D realizzati in Europa, e’ prodotto dall’Inglese Aarman Animations e realizzato in collaborazione con la Sony.

Ora che anche Babbo Natale è diventato high tech, mettendo in soffitta la slitta, manca davvero solo l’Italia alla completamento pieno della svolta digitale. Il nostro Paese infatti è fanalino di coda Ue per l’accesso al web: secondo l’Istat, infatti, a fronte di una media europea di acceso al web pari al 73%, l’Italia si posiziona solo al 22esimo posto della graduatoria internazionale, con un valore del 62% (pari a quello registrato della Lituania). Qualche malizioso potrebbe osservare che è più facile credere in Babbo Natale che ad una svolta tecnologia del Belpaese. Noi preferiamo, invece, contribuire con delle proposte.

In questo senso, ci premuniamo di avanzare qualche idea di fine anno, perché la svolta digitale del nostro Paese si possa compiere, magari agevolata da un Babbo Natale tecnologico che come donno al governo dei tecnici porti “l’illuminazione” .

I Networkers che lavorano nelle aziende ICT sono circa 600 mila (che diventano un milione se si aggiungono quelli che lavorano in altri settori), dei quali circa 160 mila sono partite Iva (dati Assintel), piu’ per necessita’ che non per scelta. Queste partite Iva e i lavoratori con contratti poco garantiti, sono concentrati soprattutto nelle piccola imprese in cui il fantomatico articolo 18 non si applica.

Perché, allora, le piccole imprese ricorrono ad un contratto precario quando possono licenziare i propri dipendenti quando vogliono, anche con il contratto da dipendente a tempo indeterminato? Semplicemente perché una partita Iva o un contratto a progetto costano meno. Quindi, il ricorso a queste forme di contratti precari è legata ad una esigenza di riduzione dei costi, non a quella dichiarata di flessibilità. E’ bene ricordare che il costo del lavoro in un’azienda ICT è pari al 70 per cento circa dei costi totali d’impresa. Un’incidenza elevatissima.

Quindi, l’unica via che si può percorrere, per stabilizzare i Networkers e trasformare questi contratti di lavoro precari e senza garanzie in lavoro garantito e tutelato, è rendere conveniente economicamente questo passaggio per le piccole imprese high tech.

Ecco la nostra proposta allora: un bonus di 15.000 euro di detrazione fiscale per le imprese ICT sotto i 15 dipendenti, che assumono o trasformano un contratto di lavoro precario in contratto a tempo indeterminato. Un bonus sulla scia dei provvedimenti adottati con il decreto salva Italia varato dal Governo Monti, per under 35 e donne.

Una scelta di questo tipo, permetterebbe alle piccole imprese di valorizzare i propri talenti, fondamentale risorsa produttiva per un’azienda tecnologica e accedere ai circuiti economici della formazione continua e permettererbbe ai Networkers di sprigionare la loro creatività, in un contesto lavorativo più sicuro. Se alla nostra proposta, poi, si aggiungessero finanziamenti per le infrastrutture tecnologiche, come lo sviluppo della Banda Larga, la svolta digitale, sarebbe compiuta.

Le risorse sono quelle che sono, lo sappiamo, ma si tratta di fare delle scelte di priorità. E il fatto che puntare sullo sviluppo -in particolare su quello digitale- dell’Italia sia prioritario e’ un dato difficile da confutare.

Buon Natale e un Sereno 2012 a tutti.