Robot: il mercato del futuro

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LONDRA – Prima la European Robotic Weeks, una settimana con ben 350 eventi in 19 nazioni europee, poi la mega mostra sulla robotica a Londra al Museo della Scienza: due segnali importanti per capire il mercato del Futuro. I Robot (e le macchine robotizzate) sono sempre più diffusi e utilizzati: la robotica sembra destinata ad assurgere in un futuro,che non è tanto lontano, un ruolo chiave.

I ROBOT AL LAVORO IN CINA – Basti pensare che la Foxcomm, multilazionale dell’elettronica – che in Cina costruisce i dispositivi di Apple, Amazon e Sony – ha in programma di impiegare quasi un milione di robot nei prossimi tre anni! In quel caso l’idea di utilizzare gli automi è nata come possibile soluzione alla difficile situazione interna culminata, nel 2010, con una serie di suicidi avvenuti per le durissime condizioni di lavoro degli operai.

In effetti il termine robot, anche se oggi è usato all’inglese, deriva dal termine ceco robota che si può tradurre come lavoro pesante, o forzato (il termine è stato introdotto nel 1920 dallo scrittore Karel _?apek con l’opera I robot universali di Rossum). I robot, inizialmente, dovevano soprattutto risolvere i problemi creati proprio dal lavoro pesante.

Oggi i problemi a cui la robotica può dare risposta sono tanti: nell’ambito sanità possono abbattere i costi e aumentare le prestazioni e nell’ambito della chirurgia stanno già dando risultati straordinari. Le macchine inoltre possono essere impiegate nelle attività di protezione e di sicurezza dei nostri ambienti di vita e di lavoro e negli stessi ambiti lavorativi possono compensare, almeno in parte, l’invecchiamento della popolazione lavorativa; e sono soprattutto gli anziani che potrebbero giovarsi dell’aiuto dei robot per impostare una vita più autonoma (anche se certamente poter contare su una persona vicina è molto meglio).

UNA CRESCITA INARRESTABILE – La tendenza alla robotizzazione comunque avanza, inesorabile. I robot industriali venduti nel mondo nel 2010 sono stati 118.000, pochi in apparenza, ma comunque il doppio di quelli venduti nel 2009. E l’International Federation of Robotics (Ifr) prevede una ulteriore crescita del mercato stimabile tra il 18 e il 20%, entro il 2012.Ancor più significativi sono i dati delle vendite sul mercato non professionale: nel 2010 sono stati venduti circa 2.2 milioni di robot per la maggior parte aspirapolvere robotici e giocattoli robotici a basso costo. L’idea del robot fa sempre più parte della vita quotidiana.

ROBOT MADE IN ITALY – La tendenza alla robotizzazione è anche italiana come confermano i dati Ucimu (Unione Costruttori italiani Macchine Utensili): l’industria italiana infatti è al 4’ posto in Ue tra i produttori di macchine utensili, robot e automazione. Nel 2010 in Italia sono stati venduti circa 13.700 robot per impieghi professionali. E la previsione è che saranno 88- 90 mila i nuovi robot di servizio venduti entro il 2014: verranno impiegati nei settori della difesa, della sicurezza, della gestione dei servizi e in medicina (fonte: Worldrobotics 2011).

IL “CUCCIOLO” ITALIANO – Tutto italiano è anche iCub il ‘cucciolo’ robot che ha riscosso un grandissimo successo alla mostra organizzata dal Science Museum di Londra. Creato all’istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova, Icub è stato scelto come rappresentante più innovativo della categoria automi. Le sue notevoli caratteristiche tecniche infatti gli permettono di assolvere a compiti davvero complessi, come si puo’ vedere nel video.

Quanta strada è stata fatta, in meno di un secolo. Anche se, a ben vedere, il primo prototipo di robot si potrebbe far risalire, nientemeno, che a Leonardo da Vinci, attorno al 1495! Gli appunti del genio, riscoperti negli anni 50, contengono disegni dettagliati per un cavaliere meccanico, probabilmente basato sulle sue ricerche anatomiche registrate nell’Uomo vitruviano. Non si sa se tentò o meno di costruire il robot (vedi: Automa cavaliere di Leonardo), il percorso però era iniziato.

 

di Giuseppe de Paoli