Agenda Digitale: ora la sfida è rispettare le scadenze

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MILANO – Il 2013 è il primo anno di valutazione dell’Agenda digitale, l’insieme di norme considerate strategiche per rilanciare l’economia del Paese (e migliorare la vita dei cittadini).

Gli obiettivi principali dell’Agenda sono chiari: la piena digitalizzazione dei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione; nuovi investimenti per agevolare il cloud computing nella Pa; lo sviluppo dell’educazione on line; l’introduzione delle tecnologie  dell’ICT in Sanità.

Ora la difficoltà è nel rispettare le scadenze: entro 2013 la copertura a banda larga dovrebbe essere totale grazie alle nuove reti -per cui sono stati investiti 320 milioni di euro di fondi pubblici- ma resta da colmare il digital-divide che colpisce il 10% circa delle abitazioni italiane.

Per quanto riguarda l’e-governement, i tempi sono stretti: da Gennaio è in vigore il dominio digitale per comunicare con posta elettronica certificata e le molte Pa ancora non pronte a farlo rischiano sanzioni; da Giugno inoltre gli enti pubblici saranno tenuti ad accettare pagamenti, di tasse e multe, anche via Internet. Quanti sono pronti a farlo?

Nel anno 2014 nuove scadenze: dall’1 gennaio scatterà l’obbligo di accettare il pagamento elettronico negli esercizi commerciali e saranno operative su tutto il territorio (almeno si spera) le prescrizioni farmaceutiche elettroniche.

Date chiare, almeno sulla carta, anche per quanto riguarda la Scuola: dall’1 gennaio 2014 i libri elettronici dovranno essere usati in tutte le scuole statali (materne, medie, superiori).

Insomma, le scadenze non mancano. Il problema è che non c’è alcuna certezza che questo susseguirsi d’impegni sia rispettato in mancanza dei decreti attuativi che il Governo Monti, in uscita, non sembra in grado di fare.

La difficile situazione politica “pesa” e condiziona la piena attuazione dell’Agenda Digitale; lo conferma l’Agenzia Digitale, diretta da Agostino Fragosa, che non è ancora pienamente operativa.

Certo sarebbe bene non perdere altro tempo: una ricerca della School of Management del Politecnico di Milano rileva che rispettando le tappe indicate dall’UE si potrebbero creare una buona crescita del Pil (fino all’1,30%) e risparmiare quindi diciannove miliardi di euro circa, già entro il 2013.

Un traguardo che difficilmente raggiungeremo.