Matteo Duò – Project Manager

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30 anni, nato a Modena. Freelance esperto di Comunicazione Online e Social Media. Tra i suoi hobby e passioni: tennis, calcetto e scrittura (sua la raccolta di poesie “Le cangianti ombre” redatta a 20 anni circa).

 

L’ultimo social post?
Ho fatto un check-in tramite Foursquare: “I’m at Startup Promotion Center (Lugano)”.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Un video sportivo: Milan – Siena (2 – 0).

Mac, Windows o Linux?
Macintosh da tanti anni.

L’ultimo acquisto online?
La 5° serie dei Lego Minifigure.

Un libro che ha segnato la tua vita?
“Lezioni Americane” di Italo Calvino.

Quale è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Lavorare per Blogo, in particolare gestire contemporaneamente Melablog.it e le Guide di SuperEva (oltre 250 autori).

Quando hai deciso di diventare Project Manager?
Non l’ho deciso, semplicemente mi sono stati affidati diversi progetti e quindi di necessità ho fatto virtù.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
La forma mentis è stata importante, direi fondamentale ma, poiché ho una laurea in Filosofia del Linguaggio, posso dirti che le conoscenze che avevo prima di lavorare sarebbero state difficilmente utilizzate in un lavoro diverso dal ricercatore universitario. Fare le cose è importante per imparare, senza ombra di dubbio, ma farle nel modo giusto è la cosa fondamentale e spesso occorre informarsi (e formarsi) per trovare il modo giusto.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Più che del colloquio in sé, la possibilità che mi è stata offerta: sono stato il primo ragazzo fuori Roma a fare uno stage presso Ad Maiora a Roma.

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Ciascuno di noi incontra persone diverse nell’arco della propria vita. Ne ho incontrate di noiose, felici, depresse, interessanti, pimpanti.

E un’intuizione vincente?
Se pensi a qualcosa vicino alla formula della Coca Cola, no. Se invece pensi alle scelte che ogni giorno fai nella tua vita (lavorativa e personale) per ottenere risultati migliori, allora sì.

Matteo DuòCosa consigli ai giovani che vogliono diventare Project Manager come te?
Bisogna buttarsi nella mischia cercando collaborazioni varie per imparare tante cose, ma non dimenticare di leggere tanto, seguire blog e siti di notizie e leggere qualcosa di Seth Godin.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Diciamo che in Italia il Web ha cambiato il mondo del lavoro relativamente, se comparato ad altre nazioni europee (vedi Germania) o persino gli Stati Uniti in cui la possibilità di lavorare in remoto è sempre più offerta, in primis per abbattere i costi aziendali. In Italia, il mondo del lavoro è uno specchio fedele della struttura italiana in toto: è rigido, anacronistico e sofferente. E’ un vero peccato perché il Web offrirebbe veramente tanto, ma in Italia quelli che se ne accorgo sono la minoranza.

Serve un sindacato dei Networkers?
A mio avviso no, il concetto stesso di sindacato va superato poiché non riesce a raggruppare sotto la propria ala la segmentazione e la globalizzazione del mondo lavorativo del XXI secolo.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Sono un esperto di Comunicazione online ovvero propongo a un’azienda un modo di presentarsi al “mondo” (cosa scrivere sul sito e nei comunicati stampa, quali foto mettere e dove metterle, ecc.), che offra di essa un’immagine più interessante e che può portare nuovi clienti. Per fare questa cosa servono diverse risorse e io le coordino per ottenere il risultato desiderato.

Matteo DuòL’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
C’è un bel post di Zach Holman dal titolo esplicativo “How GitHub Works: Hours are Bullshit” che esprime un’idea molto vicina a quanto ho in mente. Questo non significa che non ci debba essere un minimo di rigidità per quanto riguarda incontri e riunioni per aggiornarsi sull’avanzamento del progetto e, soprattutto, sulle date di consegna.

Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Siamo intorno ai 2000 contatti totali direi, di questi ne conosco realmente circa la metà ma ne frequento circa il 10/15% nel mondo off-line.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Se non è per un lavoro, no. Perché prima di un incontro non mi importa sapere se la persona è appassionata di questo o quello, o se ha un blog. Mi fa piacere sentirmelo raccontare.

 

di Mario Grasso