Classe 1985, laureato in Informatica presso l’Università degli Studi di Perugia con una tesi sulle “Reti Wireless Mesh” ha sempre avuto la passione per il Networking. Nel 2009 e nel 2010, ancora studente universitario, viene selezionato da Google Inc. per la creazione di un software per il monitoraggio delle reti wireless Mesh in occasione del programma Google Summer of Code. Il 2009 è anche l’anno in cui si certifica Cisco CCNA.
Dal 2010 è Amministratore e Network Manager della società Will s.r.l. (di cui è anche socio fondatore) e formatore certificato Cisco (CCAI) per la Cisco Academy Clorofillaroma. Nel 2011 si certifica Cisco CCNP, Network Specialist for Small Business e Cisco Account Manager. Tra le sue varie passioni (Sport, teatro e fotografia) è anche membro attivo di una Wireless Community di Roma (Ninux.org) dove sperimenta e si diverte con nuove tecnologie wireless e non.
L’ultimo social post?
Dopo un lavoro che è durato circa 48 ore, su Facebook: “…e dopo 48ore di “uptime” faccio un bel reload anche io!!! :-)”.
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Ho rivisto dopo un po di tempo il meraviglioso video: “Big Things are Happening” di Cisco.
Mac, Windows o Linux?
Mac da un po di anni oramai! Ma per lavoro anche Linux e Windows.
L’ultimo acquisto online?
Un libro Cisco per la mia prossima certificazione (CCIE).
Un libro che ha segnato la tua vita?
Non ho un libro in particolare. Mi piacciono molto i saggi e leggo molti libri professionali per la mia formazione. Ho sempre avuto la passione per i saggi sulla logica e sulla matematica (ed in particolare sul contrasto tra razionalità e fede) ma purtroppo per motivi di tempo non riesco più a “divorarli” come una volta.
Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Non c’è un progetto in particolare. Tutti i progetti, in un modo o nell’altro mi hanno segnato e ancora mi segnano in modo differente. Questo perchè ogni nuovo progetto lo affronto come una “sfida” da cui imparare qualcosa. E non sbaglio mai, c’è sempre qualcosa da imparare, anche quando pensi di conoscere tutto. C’è un aforisma di un fisiologo francese (Claude Bernard) a tal proposito che mi ripeto spesso: “E’ ciò che pensiamo già di sapere che ci impedisce di imparare cose nuove”.
Quando hai deciso di diventare network manager?
Ho sempre avuto la passione di mettere in “collegamento le cose”. Quando ero un bambino nel mio paese, nella provincia di Benevento, mi divertivo a comunicare con i miei amici con i barattoli di latta collegati tra loro con un filo; poi all’università durante il corso di “Laboratorio di reti” ho intuito le potenzialità che una Rete può avere ed è lì che è scoppiato l’Amore! Il “semplice” fatto di mettere a disposizione delle persone gli strumenti per permettere loro di “comunicare in libertà” è un’emozione indescrivibile. Vedere i loro volti sorpresi quando riescono a trasferire un file o ad effettuare una chiamata da un capo all’altro del pianeta è qualcosa di indescrivibile.
Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
L’università mi ha sicuramente dato una “forma mentis” che non avrei mai potuto raggiungere con lo studio da autodidatta. Sono chiaramente rimasto molto deluso quando, affacciandomi al mondo del lavoro, ancora studente, ho notato che ciò che stavo imparando all’università non lo avrei mai messo in pratica poichè “troppo arretrato” e “poco pratico”. Mi sono quindi fin da subito rimboccato le maniche per studiare da autodidatta cose “più pratiche” che infatti tutt’oggi utilizzo.
Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Sorrido se ripenso ad uno dei miei primi colloqui per una piccola azienda di informatica qui a Roma, in cui il recruiter, visto il mio entusiasmo nel raccontare le mie esperienze lavorative, mi disse: “Saresti perfetto per la nostra azienda solo che il mio terrore è che non riusciremo mai a soddisfare a pieno la tua “fame” e lavoreresti male…saresti un leone in gabbia”. Lui era sincero, ne sono sicuro….ed io consapevole che forse aveva ragione. Alla fine ho rifiutato la buona offerta e ho deciso di “crearmi” la strada insieme a chi ha la mia stessa “voglia di arrivare”! Oggi infatti sono amministratore e Network Manager di un’azienda di Networking (Will s.r.l.) e formatore presso la mia Cisco Academy.
Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Come per i progetti, anche le persone in un modo o nell’altro lasciano sempre qualcosa che mi segna in modo diverso. Sicuramente ci sono delle persone che, per il proprio modo di essere sono più carismatiche di altre e riescono ad affascinarti; ma tutti in un modo o nell’altro sono incontri “particolari” e sicuramente interessanti.
E un’intuizione vincente?
L’intunzione vincente fa parte della mia quotidianità e di tutti quelli che come me, devono sempre avere la soluzione “a tutto”. L’avere sempre la soluzione pronta quando il “cliente chiama” per un problema è, se il cliente rimane soddisfatto, anche quella un’intuizione vincente!
Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare network manager come te?
Di non arrendersi mai e di non gettare mai la spugna perchè “difficile” o perchè “è un mondo di raccomandati”. Il networking è un campo in cui c’è il fenomeno dello “skill shortage” cioè mancanza di competenze specializzate. Oggi tutti si definiscono “Network Manager/Administrator/Engineer” ma pochi lo sono realmente e hanno forti competenze in questo campo. C’è anche molta ignoranza in merito e infatti non è raro confondere le varie figure professionali (System Administrator, Network Engineer, System Integrator, etc…). Gli elementi fondamentali per avere successo, non solo nel networking sono sicuramente la passione, la motivazione, la curiosità, il desiderio di apprendere e la voglia di “arrivare” per essere padroni della propria conoscenza e custodi della professionalità. Il lavoro deve essere una conseguenza del proprio sapere e si deve poter scegliere la strada da seguire, con coerenza e libertà.
Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
In Italia lo ha cambiato a favore di pochi, ma nel resto del mondo ha rivoluzionato la vita di tutti. Basti pensare al telelavoro (che in Italia non è affatto sviluppato). Quasi quotidianamente mi interfaccio con colleghi esteri che lavorano tranquillamente da casa in pantofole e con una bella tazza di latte caldo appena uscito dal microonde di casa e non sono mai scontenti. In Italia c’è ancora una concenzione errata ed antiquata di “Internet”, del suo reale utilizzo e delle sue potenzialità. Internet purtroppo viene ancora visto come “un mezzo per fare soldi” e non come un “diritto con cui poter migliorare la vita di milioni di persone “.
Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Se per sindacato si intende qualcosa come quelli attuali che dovrebbero rappresentare i lavoratori bhe allora, assolutamente no!! Nell’era di Internet secondo me il sindacato è di per se un concetto “vecchio”. Oggi vi è la possibilità di confrontarsi in tempo reale e raccogliere il parere di milioni di persone in un attimo. Se per sindacato poi si intende un organo di rappresentanza che raccoglie il parere di tutti per decisioni comuni e democratiche su aspetti di interesse comune, questo forse potrebbe avere il suo senso.
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
La figura del Network Manager è responsabile della progettazione e gestione di tutti gli strumenti che permettono a milioni di persone di poter comunicare liberamente e in sicurezza con dispositivi come PC, SmartPhone, Tablets, etc. É il responsabile della parte tecnica e di tutta l’infrastruttura che permette queste comunicazioni che oggi sono alla base di tutta l’economia mondiale.
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Come ho già accennato prima, questa è una concezione vecchia del lavoro che ha senso solo per i dipendenti statali. Nella mia azienda ad esempio non esistono “vincoli di orario” e non c’è bisogno di timbrare nessun cartellino. Il buonsenso da parte di tutti (dipendenti e amministratori) e la fiducia dei e dai dipendenti è l’unico mezzo per lavorare in serenità e in un’azienda sana, con “quel qualcosa in più”. Ogni collaboratore è libero di portare a termire il progetto come meglio crede purchè si rispetti uno standard comune di professionalità, educazione e collaborazione e sempre nel rispetto di chi ci affida il suo business. Fino ad oggi ho ricevuto pochissime delusioni da persone che poi, infatti, si sono ritrovati a dover timbrare il cartellino e a rimpiangere la “nostra libertà”.
Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Tra tutti i social Networks (Facebook, Google+, Twitter, etc..) arriverò a circa 2500 amici, ma di questi circa il 30% li conosco di persona e solo il 10% frequento costantemente anche “off-line”.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
In genere solo se si tratta di un incontro lavorativo. É capitato comunque di aver ricercato anche per incontri al di fuori del mondo lavorativo persone sui social network.
di Mario Grasso