Massimo Ciotta – Web designer

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Classe 1980, Massimo Ciotta è un appassionato web designer di siti web che lavora autonomamente da Empoli, in provincia di Firenze. Ha scelto di diventare un web designer freelance professionista da circa 3 anni, riunendo i lavori sotto il brand “maximdesign”. Pensa che internet sia la più grande innovazione tecnologica dell’umanità ed adora fare shopping sui siti di ecommerce. Nel tempo libero frequenta spesso il cinema, inoltre ama gli agriturismi ed i viaggi in Spagna.

 

L’ultimo social post?
Appena prima di chiudere gli occhi per addormentarmi, chiudo la connessione a Twitter del mio smartphone.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Riguardo con piacere spezzoni di Italiand di Crozza, lo trovo molto divertente.

Mac, Windows o Linux?
Windows.

L’ultimo acquisto online?
Sicuramente un qualche tipo di abbigliamento, su Saldi Privati o Privalia.

Un libro che ha segnato la tua vita?
Non mi ha cambiato la vita, ma piuttosto ho trovato in questo saggio il sunto dei pensieri che hanno influenzato positivamente il mio sviluppo personale. Lo consiglio a tutti: Il risveglio dell’eroe di Simona Ronchiadin.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
E’ stato anche il mio primo sito web da, diciamo così, freelance. E’ un lavoro del 2003, tra l’altro ancora online, realizzato per un celebre cartellonista toscano: Nano Campeggi. Ho iniziato a fantasticare che potevo avere un futuro come web designer freelance.

Quando hai deciso di diventare web designer?
Non appena ho conosciuto internet all’Università. Ho subito intuito che questo strumento sarebbe entrato velocissimo in tutte le case, cambiandone le abitudini e migliorando l’esistenza delle persone.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Credo che il valore dell’esperienza sia superiore a qualsiasi preparazione teorica. Anche se non smetto mai di studiare e di migliorare la mia preparazione.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Neanche l’ultimo si scorda; un’agenzia mi ha fatto fare 200 km per chiedermi che lavoro faccio. E meno male che si definiscono “professionisti” della comunicazione! Che benedetta invenzione è Skype!

Massimo CiottaHai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Sono un sostenitore molto convinto del motto “i simili si attraggono”. Adesso incontro spesso persone molto piacevoli, con una bella energia e con idee creative. All’inizio della mia carriera come web designer freelance, invece, mi sentivo intrappolato in un ambiente poco soddisfacente. Per puro caso conobbi il titolare di una agenzia di pubblicità nell’Empolese, la Neglige, che vedeva il futuro con grande fiducia e mi coinvolse in progetti interessanti. Tutt’ora collaboriamo a stretto contatto.

E un’intuizione vincente?
In generale, mi fido veramente molto del mio intuito. Penso che sia la mia qualità più sviluppata. Fare il salto e diventare freelance a tutti gli effetti è stata la decisione che mi ha gratificato di più in assoluto.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare web designer come te?
Consiglio di specializzarsi fortemente nell’ambito che prediligono, e di puntare sulla massima qualità. Confucio dice: ”Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche un giorno in tutta la tua vita”. Credo che si dovrebbe partire da questa massima. Consiglio anche di intraprendere la strada del freelancing, e di prepararsi il terreno a riguardo. Realizzate un portfolio straordinario, e mettete solo i lavori eccezionali. All’inizio potreste avere pochi lavori che reputate interessanti, per fortuna avete la possibilità di partecipare a gare online e contest creativi. Ho scritto un articolo a riguardo, spero possa essere di aiuto ai giovani web designer.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Credo che al momento la distribuzione del lavoro sia più democratica, e premi maggiormente l’intraprendenza. Con LinkedIn sono entrato in contatto con professionisti di qualità che altrimenti non avrei mai conosciuto, inoltre molti creativi sono saliti alla ribalta usando in maniera intelligente i social media. Purtroppo ancora tanto potrebbe essere fatto e migliorato puntando sul telelavoro; penso a tutti i lavoratori che passano due ore al giorno in tangenziale, penso a quanto potrebbe migliorare la loro qualità di vita ed a quanto potrebbe migliorare il loro apporto alle aziende.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Il sindacato networkers è assolutamente necessario per tutelare tutte quelle nuove figure professionali emerse negli ultimi anni. Mi immagino una struttura flessibile e democratica, che cresce tramite il contributo di tutti e rapidamente, essendo composta da professionisti digitali che utilizzano strumenti di comunicazione moderni.

Massimo CiottaDescrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Uhm… con mia nonna non sono riuscito! Infatti le ho detto che suono il piano in un bordello…
Comunque ci provo: aiuto le aziende a farsi trovare da nuovi clienti tramite internet, ed a migliorare l’immagine percepita dai clienti esistenti.

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Orari e cartellini appartengono ad un modello di lavoro superato che non ha più senso attualmente.

Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Gli amici di Facebook sono circa un migliaio e li conosco tutti rigorosamente. Non accetto richieste di amicizia da estranei.
Mentre su LinkedIn sono aperto a tutti, e auspico la frequentazione personale.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Sui social network, senz’altro. Sono sempre molto curioso.

 

di Mario Grasso

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