GENOVA – Il settore Ict è in fase di ‘buona’ nel capoluogo ligure: +2,2% ricavi e + 4.2% personale impiegato (dati 2011) e nel 2012 potrebbero crearsi almeno settemila nuovi posti di lavoro, se va in porto il progetto di Polo High Tech al Parco degli Erzelli.
Lo dice la ricerca Genova 2021: il ruolo strategico della tecnologia”, promossa dal Dixet, Consorzio di aziende high tech nato nel 2000 a Genova.
L’ascesa dell’hi-tech ligure dimostra una particolare capacità della zona di affrontare la crisi e conferma potenzialità di sviluppo futuro davvero incoraggianti.
Un ruolo decisivo, nell’affermazione dell’Ict ligure, è stato svolto dall’export, che ha avuto un incremento del 51% e dal fatto che l’80% delle imprese interpellate ha effettuato significativi investimenti in Ict (60%) e in formazione (80%).
POLO HIGH TECH – E’ vero che la tradizione di Genova è legata all’industria pesante e al Porto, ma la città ha saputo reagire alla crisi delle imprese statali, e della grande industria, anche e soprattutto grazie alle nuove realtà industriali e al momento gli addetti del settore Ict hanno superato gli addetti del Porto.
Oggi l’High Tech è la principale struttura produttiva per Genova e dà lavoro a 15 mila addetti, in 150 imprese.
Tutta la zona è ricca d’iniziative ad alta tecnologia, attive come l’Istituto italiano Tecnologia (IIT) (vedi articolo) o in fase di progettazione come il parco scientifico-tecnologico degli Erzelli, che potrebbe essere il volano decisivo per la crescita futura .
IL PROGETTO – Il TecnoParco, progettato con l’obiettivo di valorizzare le sinergie tra mondo della Ricerca, Università e Imprese, dovrebbe ospitare -in una zona collinare vicina all’aeroporto- l’intera facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova; i centri ricerca della Ericsson e strutture ricettive per ricercatori e studenti (oltre ad un’area residenziale per i cittadini).
Un progetto molto ambizioso che potrebbe cambiare definitivamente il ruolo di Genova nell’economia nazionale.
”La realizzazione del parco è una priorità” dice Castellano presidente di Dixet, ricordando che la struttura potrebbe creare dai 5 ai 7 mila nuovi posti di lavoro, certamente non pochi in questi tempi.
I DUBBI – Non mancano però dubbi e perplessità sulla gestione del progetto: i principali sono stati riassunti da Umberto Rocca, direttore de Il Secolo xix in un editoriale:
“Esiste – ha chiesto il giornalista – un piano scientifico dettagliato che definisca i campi nei quali questa ricerca verrà condotta, i progetti che verranno sviluppati, le sinergie tra pubblico e privato che sono la vera ricchezza del progetto?”.
Vuole chiarezza anche Il Ministro dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo il quale ha voluto da Regione, Università e dalla società Genova High Tech (prima proponente del progetto) un’integrazione della documentazione già in possesso del Ministero.
Chiarezza su tempi, modi e finanziamenti del progetto è anche la richiesta di Cgil, Cisl e Uil, che si sono rivolti con queste domande al Governo, ai Ministri interessati e agli Enti locali. “I risultati delle ricerche scientifiche, i progetti, i brevetti, le proposte d’innovazione tecnologica sono il patrimonio da mettere a disposizione per la crescita della città” hanno detto i sindacati.
di Giuseppe de Paoli