eSkills sempre più necessarie per lavorare

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MILANO – Le competenze digitali nel Belpaese si acquisiscono in gran parte in modo informale: più attraverso la pratica (75,9%) e le relazioni interpersonali (68,7%) che non attraverso percorsi di studio classici.

Nel 2011 pero’ almeno il 9,3% degli italiani, tra i 18 e i 64 anni, ha frequentato un corso di formazione a contenuto informatico.

Sono i dati del nuovo rapporto Isfol sul tema e-skills:diffusione, apprendimento, fabbisogni.

Il fatto che le Tecnologie ICT possano favorire l’innovazione e la crescita economica dell’intero Paese è sempre piu’ dato acquisito dalle Imprese, a maggior ragione se riferito alle nuove tecnologie , come il cloud computing in grado di creare molti nuovi posti di lavoro

INVESTIRE NELLE COMPETENZE – E’ pertanto cruciale –rileva Isfol- investire nelle nuove e-skills (competenze digitali) al fine di sostenere i cambiamenti in atto e favorire la creazione di lavoro.

Va detto infatti che mentre la familiarità con il digitale è in forte espansione, soprattutto tra i giovani (cosi’ come l’uso interattivo del web attraverso la  partecipazione a blog e social network) non sempre gli stessi giovani, e soprattutto i meno giovani, hanno le e-skills adatte ad un contesto lavorativo in continua e rapida evoluzione.

Le competenze piu’ richieste oggi sono molto specializzate e, non di rado, relative a professioni che fino a dieci anni fa nemmeno esistevano!

LA RICHIESTA – La richiesta di e skills aggiornate e’ alta: gran parte degli interpellati esprime un grado di giudizio ‘’abbastanza’’ o ‘’molto elevato’’ rispetto all’importanza nei prossimi anni delle competenze informatiche di base e professionali.

L’importanza delle competenze informatiche di base è più percepita tra le persone (38,3%) che non tra le imprese (24,5%) mentre per le competenze professionali piu’ specializzate le risposte delle imprese e delle persone coincidono: le considera ‘importanti’ il 37-38% del campione

eSKILLS E IMPRESE – Sulla natura del fabbisogno di competenze incide la dimensione delle imprese: in quelle medio- grandi, dove la produzione è standardizzata e il contributo individuale del lavoratore è una piccola parte del tutto, le competenze tecniche sono utilizzate con maggiore intensità di quanto non lo siano nelle aziende piccole e artigianali, dove si riscontra una maggiore multifunzionalità del ruolo. E comunque, in generale, le abilità informatiche appaiono più legate alle figure professionali altamente specializzate e tecniche.

GLI SKILLS CHIAVE – Emerge anche –rileva l’ Isfol- un forte fabbisogno di competenze digitali intese come skills ‘chiave’ delle persone: cioè competenze con alto valore strategico riferito agli obiettivi sociali, economici e culturali che l’Europa si prefigge di raggiungere nel prossimo decennio

IN UE – Nell’ Unione Europea dei 27 usa regolarmente Internet più dei due terzi (68%) della popolazione tra i 16 e i 74 anni, l’ obiettivo dell’Agenda digitale europea e’ pero’ piu’ ambizioso: entro il 2015 dovrebbe utilizzare regolarmente Internet il 75% della popolazione.

In Italia usa Internet il 51%della popolazione un dato migliorato (nel 2008 la quota era pari al 37%), ma comunque troppo basso rispetto alla media Ue: rimane infatti un notevole lavoro da affrontare.

 

 

Nota:

1) Per Cloud Computing si intende un insieme di tecnologie che permettono di memorizzare, archiviare ed elaborare dati grazie all’utilizzo di risorse hardware/software distribuite e virtualizzate in Rete.

La ‘nuvola’ informatica consentirà alle aziende di risparmiare notevolmente nelle spese di manutenzione e aggiornamento dei sistemi informatici, oggi piuttosto elevate, e di liberare risorse umane ed economiche, indirizzandole all’innovazione e all’occupazione.

La nuvola permetterà nuove assunzioni soprattutto nei settori servizi, assicurazioni e sicurezza, oltre che nei settori salute e utilities.

Un dato confermato anche dallo studio commissionato da Microsoft a IDC e pubblicato nel marzo 2012: il report rivela che il cloud computing produrrà 13,8 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2015. Oltre 2 milioni di questi interesseranno l’Europa e 152 mila l’Italia.