Luca Rosati – Social media specialist

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Classe 1981, nato e vissuto in Abruzzo fino all’età di 28 anni. Ha studiato Informatica presso l’Università de L’Aquila e attualmente vive e lavora a Milano. Sul suo sito/blog personale – RosatiLuca.it– da fine 2007, pubblica notizie, segnalazioni e curiosità su ciò che lo appassiona o che vive in prima persona. Porta avanti la passione di urban-blogger per Vasto, la sua città di residenza, oltre a pubblicare articoli, dedicati in gran parte al mondo dei “social media”, per periodici nazionali di attualità, turismo e cultura.

L’enorme interesse che ha per il web è pari solo all’infinita passione che ha per il mondo del cinema. Tra i tanti altri interessi tra cui menziono lo sport (biking, snorkeling, snowboarding, calcio, nuoto), il collezionismo, la musica, la lettura e, non per ultimo, il divertimento.

 

L’ultimo social post?
Un tweet sul mio account personale. Ogni tanto mi piace condividere una citazione o un semplice pensiero personale, e qualche minuto fa ho condiviso proprio quest’ultimo.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Un video musicale. Devo essere sincero: negli ultimi giorni accedo su questa piattaforma esclusivamente per sentire musica e niente altro.

Mac, Windows o Linux?
Qualcuno mi odierà e qualcun altro approverà ma io mi trovo benissimo con Windows. Ho usufruito di Linux diversi anni or sono per semplice curiosità, niente più. Mac, invece, mi è un mondo totalmente sconosciuto… ma in futuro prometto di provarlo.

L’ultimo acquisto online?
Biglietti per un concerto. Ho perso il conto di quanti anni non compro più ticket nelle biglietterie addette. Ormai online è una passeggiata per ogni acquisto!

Un libro che ha segnato la tua vita?
Sarò ripetitivo per moltissimi che mi conoscono, ma devo assolutamente nominare in primis la trilogia del “Signore degli Anelli”. Tolkien, l’autore, in più di mille pagine ha racchiuso un Mondo in cui c’è tutto ciò che io possa cercare in un libro: non solo ambientazione fantasy – il mio genere preferito – ma anche tante avventure, tanti stati d’animo e tanti valori umani che fino ad ora non ho trovato in nessun altro libro. Non solo fantasy, ma anche testi d’avventura e sentimentali: se un libro mi attira, leggo di tutto!

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Per due anni ho gestito un urban blog dedicato alla mia città del Vasto. E’ stata una grande occasione non solo per conoscere tante curiosità del mio comune a me sconosciute, ma anche allargare i miei contatti personali con giornalisti, responsabili comunali, organizzatori di eventi, presidenti di associazioni ecc.

Quando hai deciso di diventare social media specialist?
Non c’è stato un momento particolare. Ho avuto occasione di poter lavorare a Milano presso una web agency e, a colloqui superati, sono partito dal “mio” Abruzzo nel giro di pochi giorni. Sono appassionato del mondo dei social media da alcuni anni e sono contento di poter mettere questa mia passione a disposizione di “altri”. Mi ha sempre attratto allargare le conoscenze e con i social media posso farlo tutti i giorni.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Devo essere sincero: spiace ammetterlo ma l’esperienza pratica mi ha dato molto di più di quello che potevo aspettarmi dallo studio. L’Università di Informatica, che ho frequentato per non pochi anni, non penso mi abbia preparato al meglio ad affrontare la vita lavorativa. Mi ha dato solide basi, certamente, ma tutto ciò che mi ha fatto guardare a testa alta il mondo del lavoro è derivato esclusivamente da chi avevo attorno, dalla mia voglia di imparare e di mettermi alla prova.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Ho effettuato il mio primo colloquio presso un ufficio in cui solo da qualche giorno si era trasferita la web agency dove attualmente lavoro. Un mese dopo ero ufficialmente “uno dello studio” e mi fa sorridere sapere che ho iniziato il mio lavoro contemporaneamente all’apertura della nuova sede.

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Uno no, tanti sì. In ambito professionale (conferenze, meeting, seminari) ho conosciuto moltissime persone e con esse tanti modi di pensare, tanti caratteri e tanti comportamenti che per me sono state sempre ottime occasioni per conoscere nuove realtà lavorative. Trarre da ognuno di loro un consiglio, un’opinione, un’idea è decisamente benevolo per ogni attività.

E un’intuizione vincente?
Con intuizioni vincenti considero quelle , quotidianamente, ti aiutano a risolvere un problema. Se l’intuizione è andata a buon fine non può che far piacere, se è andata male… beh, studio la motivazione in modo che non si possa ripetere in futuro.

Luca RosatiCosa consigli ai giovani che vogliono diventare social media specialist come te?
Essere social media specialist è prima di tutto confronto: con colleghi, con aziende, con chi crede in queste attività ma anche con chi storce il naso al sol pensiero. Da giovane a giovane (perché tale sono) posso consigliare solo di credere in sé stessi, applicarsi continuamente, ascoltare quanti più consigli e di metterli in pratica. Questi sono consigli per ogni tipo di lavoro, non solo per il “mio”. Il mondo dei social media – così come il web – è in continua evoluzione e, di conseguenza, bisogna che lo siamo anche noi.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Internet ha velocizzato ogni scambio di informazione e ha reso più immediata ogni tipo di comunicazione. Sui social network le notizie navigano quasi in tempo reale: bastano pochi secondi per far sapere a un intero Paese cosa sta succedendo e dove. E’ un peccato che non è ancora alla portata di tutti, ma sono fiducioso che lo sia nei prossimi anni.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Penso proprio di sì, affinchè qualunque professionista possa essere tutelato e rappresentato a livello istituzionale. Lo immagino come uno strumento in grado di offrire idee, informazioni, supporto a tutti gli operatori del settore ma anche a chi è “alle prime armi”.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Se mia nonna conoscesse Facebook, Twitter, YouTube, Pinterest e diversi altri, potrei descriverla molto liberamente così: qualunque attività da svolgere sui social network, affinchè un’azienda possa promuovere i suoi servizi/prodotti, richiede una persona fisica che li gestisca… e quella sono io.

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Credo proprio di no. Come in tutto serve sempre un po’ di elasticità. A mio parere una buona organizzazione lavorativa unita alla voglia “di fare” sono strumenti più che sufficienti per ogni attività. Niente orari rigidi, niente cartellini da timbrare, ma solo passione. Basta quest’ultima per spingere avanti tutto il resto.

Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Si parla di migliaia di “amici” sui social network. La percentuale di quelli che conosco o che frequento realmente è minore di quella con cui mi sento giorno dopo giorno, e ciò non mi dispiace affatto. Ho tantissimi contatti con cui parlo di lavoro, di passioni e di qualunque curiosità io voglia condividere. Non potendo, purtroppo, raggiungere fisicamente ognuno di loro, usufruisco volentieri dei social network. Detto questo voglio comunque sottolineare che approvo i social network, ma punto sempre ad avere un contatto reale piuttosto che virtuale.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Sinceramente no: è davvero raro che io possa cercare qualcuno su Google. Se voglio saperne di più su qualcuno cerco immediatamente su Facebook/Twitter: posso avere un’idea di partenza già il sol sapere quali amici ho in comune con lui/lei oppure “cosa” condivide nella Rete.

 

di Mario Grasso