Tutti pazzi per i videogiochi

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MILANO – Italiani, popolo di videogamers. A confermarlo il rapporto AESVI, l’Associazione di categoria dell’industria dei videogiochi, che da poco ha pubblicato il Rapporto Annuale contenente i dati sull’andamento del mercato dei videogiochi in Italia per il 2011.

I dati, elaborati con la collaborazione della società di ricerca GfK Retail and Technology, si riferiscono ai canali distributivi cosiddetti Retail e Normal Trade, composti da ipermercati, specialisti in elettronica di consumo e negozi specializzati in prodotti Home Entertainment.

I NUMERI – L’Italia riconferma la sua presenza nella classifica dei 5 mercati più importanti in Europa e avanza di una posizione rispetto al 2010, collocandosi al quarto posto della graduatoria per fatturato dopo Gran Bretagna, Germania e Francia e davanti alla Spagna. Tutto ciò nonostante i sintomi della crisi economica che sta attraversando il Paese.

Il settore dei videogiochi realizza, infatti, nel nostro paese un giro d’affari vicino al miliardo di euro (993.1 milioni di euro), con un trend del -7,1% rispetto all’anno precedente.

Un dato in calo rispetto al 2010 ma che si riferisce solo al mercato “tradizionale” dei videogiochi senza considerare gli acquisti online e del mobile che stanno sempre più prendendo piede sul valore complessivo del settore.

L’ESERCITO DELLE CONSOLE – Aumenta il numero di famiglie italiane che possiedono una console e un PC. Nel primo caso abbiamo un aumento di 2 punti percentuali (45,5%) rispetto al 2010 con 11.455.800 famiglie mentre nel secondo caso siamo al 58,8% (14.802.900 famiglie), ovvero un aumento dell’1,3% rispetto all’anno precedente.

Certo, il fatturato delle console ha registrato un calo dell’11,7% rispetto al 2010. Complici le politiche di taglio dei prezzi attuate dai produttori e l’attesa di nuovi lanci sul fronte delle console fisse. Tuttavia, grazie al successo dei videogiochi in modalità di gioco multiplayer, nel 2011 la vendita di accessori e controller ha registrato la vendita di quasi 5 milioni di pezzi.

LE NUOVE TENDENZE DEI VIDEOGAMES – Se da un lato, il fatturato dei videogiochi per console e per PC è in calo rispetto al 2010 (-3,6%), si registra la crescita del nuovo segmento delle card, ovvero le carte prepagate vendute nei punti vendita tradizionali e utilizzate dai consumatori per acquistare giochi e contenuti aggiuntivi attraverso le piattaforme digitali di XBox Live, PlayStation Network e Wii Ware. Il segmento nel 2011 ha realizzato un fatturato di 10,2 milioni di euro con un incremento a valore anno su anno pari al 58%.

LA TOP 20 DEI VIDEOGAMES – Riconfermata la passione per il calcio degli italiani. Il titolo più venduto dell’anno è, infatti, il simulatore calcistico FIFA 12 seguito dallo storico rivale PES.
Nella classifica trovano spazio anche numerosi titoli per videogiocatori appassionati, come blockbuster del calibro di Call of Duty, Assassin’s Creed, Battlefield, Uncharted, Killzone, Gears of War per citarne alcuni.

Al tempo stesso, sono presenti molteplici titoli family/casual adatti ad un pubblico più allargato. Troviamo, infatti, tre diversi titoli del franchise di Super Mario, due diverse versioni dei Pokemon, e poi ancora Cars, Skylanders Spyro’s Adventure, Wii Play Motion, Just Dance. Insomma, un’ampia e diversficata offerta dedicata ai più piccoli e al divertimento tra amici tra le mura domestiche che riconferma il gradimento da parte di un pubblico cosiddetto casual.

In merito alle novità tecnologiche, va segnalata l’entrata di Super Mario 3D Land in qualità di primo titolo 3D nelle classifiche dell’industria. Infine, si evidenzia il risultato di The Elder Scroll V Skyrim che conquista il titolo di miglior esordiente dell’anno, ovvero la new entry che si colloca al più alto posto della classifica.

OCCUPAZIONE E VIDEOGIOCHI – Dal punto di vista occupazionale, l’AESVI è all’opera per un nuovo rapporto che sarà disponibile subito dopo l’estate 2012. “Stiamo lavorando con il Centro Art, Science and Knowlegde dell’Università Bocconi di Milano – dichiara Thalita Malagò, segretario generale AESVI, per capire lo stato delle aziende, dei modelli di business, il numero di dipendenti e i settori professionali occupati”.

Rispetto a un primo lavoro già realizzato sullo scenario internazionale, Malagò tiene a rilevare come il loro studio sia arrivato a una fase di somministrazione dei questionari alle aziende. “Inoltre, aggiunge la segretaria nazionale, c’è da considerare sia la frammentarietà del settore in Italia che la recente crescita di team di sviluppatori che sono emersi da poco nel mercato italiano”.

 

di Mario Grasso