Yahoo si fa in tre, dopo i licenziamenti

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MILANO – Yahoo! procede verso una decisa riorganizzazione aziendale, dopo l’annuncio chock di  duemila licenziamenti a livello mondiale (il 14% della sua forza lavoro) per “rendere l’azienda più innovativa e profittevole”, parole di Scott Thompson, CEO della società.

Ora è lo stesso Manager ad annunciare il nuovo piano strategico secondo il quale la Company già dal primo maggio, si concentrerà su tre aree: Consumer (Contenuti Media, eCommerce, Posta elettronica); Regions (Rapporti con i clienti advertiser in Europa, America, Asia) e Technology (Infrastrutture e Piattaforme)

Tutte le tre aree avranno nuovi manager alla guida.

RILANCIARE LA CRESCITA – L’obiettivo è “tornare a crescere” ha precisato il CEO Scott Thompson nella nota rivolta al personale. “E per farlo -e’ scritto nel documento interno- occorrerà mettere i consumatori e la pubblicità in prima fila, intensificare i nostri sforzi sulle attività core, ridistribuire le nostre risorse su quelle che riteniamo essere le priorità”.

Ma la situazione certamente non è facile.

NUOVI TAGLI? – Già si parla di nuovi possibili ‘tagli’ (tesi che sostiene anche il Wall Street Journal) mentre Blake Irving, uno dei dirigenti di punta della società ha dato le dimissioni proprio in seguito alla decisione dei licenziamenti.

Secondo voci di stampa inoltre (non confermate dalla società) i ‘tagli’ avrebbero colpito anche dirigenti importanti di Yahoo Music quali John Lena, responsabile della programmazione e delle relazioni con artisti ed etichette, e Gina Juliano, direttrice dei programmi.

FASE DELICATA – Yahoo inoltre, proprio in questo periodo, è impegnata in due delicate battaglie legali: una contro Facebook, che ha intrapreso un’azione legale accusando il motore di ricerca di aver violato i propri brevetti; l’altra contro l’azionista di maggioranza Daniel Loeb che sollecita la creazione di quattro nuovi posti in consiglio di amministrazione, di cui uno per se stesso.

Con oltre 700 milioni di visitatori, Yahoo rimane uno dei più grandi portali sul web ma la società non è riuscita a tradurre il suo pubblico in entrate, che anzi sono diminuite nel corso degli ultimi tre anni, ed è diminuita pure la sua quota nel mercato pubblicitario dove è contrastata da concorrenti agguerriti come Facebook e Google.

 

di Giuseppe de Paoli