Liberate il talento Ryan

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MILANO – In Italia i talenti non mancano ma sono ostaggio di pastoie burocratiche e politiche oltre che di un diffuso pessimismo verso tutto ciò che è digital.

L’ imbrigliamento dei talenti Ict, caratteristica molto italiana, ha vari motivi: e’ dovuto, in parte, al fatto che la Nazione è oggi poco digitalizzata rispetto alla media dei paesi Ue; in parte a un malinteso senso della ‘cultura’ aziendale che vede l’innovazione più come costo che come possibilità di sviluppo; e infine, in maniera decisiva, al peso eccessivo di burocrazia e politica.

Pesa inoltre un diffuso e immotivato pessimismo nei confronti delle professionalità under 30: un atteggiamento di senso contrario a quello di aziende di successo quali Facebook e Google che invece scelgono i loro talenti soprattutto nella fascia 25-30 anni.

Ecco perché la perseveranza (‘ogni cammino inizia da un passo’ diceva lo scrittore Mark Twain) ed anche e soprattutto una certa audacia diventano ingredienti fondamentali, insieme naturalmente a una buona idea, per chi vuol aprire una strart up. Soprattutto in Italia, Paese tradizionalmente poco propenso al Venture Capital (1).

NUOVE INIZIATIVE – Però qualcosa sta cambiando, ci pare, nel Paese e soprattutto negli ultimi mesi sono arrivati segnali incoraggianti per le nuove imprese: la conferma arriva da iniziative quali Italia Startup una nuova piattaforma nata dall’incontro di soggetti già operanti nell’imprenditoria e nell’innovazione digitale.

Italia Startup mette allo stesso tavolo gli incubatori H-Farm e eNetvalue, l’acceleratore Nana Bianca, il parco scientifico e tecnologico ComoNExT.

L’obiettivo è “supportare start up e professionalità per dare nuove opportunità all’Italia, a chi ha idee ed è capace di creare valore qui, in un Paese tutto da ricostruire”.

Interessante anche la proposta di  Wind Business Factor, una sorta di palestra dedicata ai giovani imprenditori italiani, che e’ nata dall’intesa tra aziende, Università e Associazioni.

La Brain Calling Fair è un’altra iniziativa che merita di essere segnalata: organizzata dall’American Chamber of Commerce, si snoda in due giornate a Milano e Roma, nelle quali è possibile proporre ai top manager delle aziende presenti (tra cui Boston Consulting, Mediolanum e Unicredit) idee innovative, proposte di business e progetti. Obiettivo? Farsi finanziare o magari farsi assumere. Le date della manifestazione sono: Il 18 maggio a Milano (Palazzo delle Stelline) e il 24 maggio 2012 a Roma (Tempio di Adriano).

E ancora: c’e’ da segnalare, stavolta sul fronte Informazione, il varo di Startup Wikli, un aggregatore di notizie che presenta settimanalmente le news più interessanti in merito a venture capital, start up e web, a testimonianza di un clima più fervido che in passato per le start up nostrane.

LA TALENT NIGHT – Il clima sta cambiando, lo dimostra anche l’iniziativa messa in cantiere da un gruppo di imprenditori ‘illuminati’: la notte dei talenti -prima edizione- che si terrà a Milano mercoledì 16 maggio all’Auditorium della Fondazione Cariplo (Largo Gustav Mahler angolo Corso S. Gottardo).

La talent night è organizzata dal Forum della Meritocrazia, Associazione formata da nomi di spicco del mondo imprenditoriale e culturale italiano: tra loro Arturo Artom, senior advisor di Accenture (che la presiede) l’ex ministro Ignazio Visco, l’economista Alberto Quadrio Curzio, il saggista – e consulente Mc kinsey – Roger Abravanel, l’head Hunter e Direttore del Forum Nicolò Boggian. “L’uomo può ciò che vuole” è l’eloquente motto scelto dall’Associazione.

L’ANNO DELLA SVOLTA? – Il 2012 quindi potrebbe essere l’anno della ‘svolta’ per le start up nostrane. Noi lo sostenevamo già a fine 2011. Per ora però nella lista stilata da Startup Compass, che segnala le 25 aree al mondo migliori per dare vita a start up, non è presente alcuna città italiana.

Al primo posto della classifica è presente invece, indovinate un po’?: la Silicon Valley!

 

di Giuseppe de Paoli

(1) Venture capital – L’apporto di capitale a imprese nuove che hanno buone potenzialità di espansione ma sono considerate più a rischio di altre aziende già sperimentate.