Eleonora Lollini – Web content manager

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Classe 1981. Freelance, si occupa di tutto ciò che riguarda i contenuti dei siti. A 8 anni decide che da grande avrebbe fatto la scrittrice, un’idea che negli anni si è adeguata a diverse sfumature, senza mai cambiare.

Ama leggere e viaggiare anche se lo fa troppo poco. Fissata sull’ecosostenibilità, cerca di fare di tutto per evitare sprechi e salvaguardare le risorse povere.

 

L’ultimo social post?
Uno dei soliti post polemici sui problemi della mia città per il blog-scherzoso che ho aperto con l’unico scopo di condividere le mie lamentele sulla città che comunque amo.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Ammetto che amo più leggere che guardare video, uso Youtube generalmente per ascoltare qualche canzone che mi viene in mente all’improvviso.

Mac, Windows o Linux?
Mac, soprattutto per tradizione: in casa entrò un Macintosh Plus nel 1988. Devo dire che il fanatismo degli ultimi anni mi sta un po’ disturbando.

L’ultimo acquisto online?
Preferisco parlare del prossimo: finalmente mi sono decisa ad acquistare un Kindle.

Un libro che ha segnato la tua vita?
Domanda impegnativa… Devo elencarne almeno 3. Piccole Donne, della Alcott: volevo fare la scrittrice e Jo era di grande ispirazione. Il paradiso degli orchi di Pennac, perché alle medie mi ha convinto che si poteva scrivere come si parlava. Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen che mi ha confermato che le donne possono fare tutto, visto che già qualcuna ci provava nel ‘700.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Tutti quelli in cui un cliente o un collaboratore alla fine ha ammesso che testi ben pensati e scritti fanno la differenza. Sembra strano, ma è un concetto ancora molto lontano in questo paese.

Quando hai deciso di diventare web content manager?Eleonora Lollini - Web content manager
Tre anni fa, per disperazione. Volevo lavorare in casa editrice e fare l’editor, amavo (e amo ancora) l’odore dei libri appena stampati e non sopportavo tutti questi blogger che pensavano di poter ammorbare chiunque con i fatti loro. Però volevo anche vivere a Pisa perché ne amavo spazi e clima. Ho provato a cercare qualche soluzione di compromesso, poi ho conosciuto l’altra faccia del web, ho fatto qualche incontro illuminante e ho scoperto che ero portata. Direi che è andata bene: penso proprio di aver trovato il lavoro della vita (e ora ammorbo anche io col mio blog).

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Lo studio istituzionale (sono laureata in storia moderna) è stato formativo perché mi ha insegnato come organizzare il tempo e come fare ricerca. Per il resto credo che ogni nuova esperienza necessiti nuovi studi, soprattutto in questo campo.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Fortunatamente ho fatto pochi colloqui, questo non era il primo ma deve essere raccontato per mostrare l’orrore a cui ancora si può assistere in Italia. Facevo già qualche lavoretto come freelance, lo sapevano e avevano già ammesso che ero formata per il ruolo che mi proponevano, nonostante questo mi hanno offerto uno stage di 6 mesi a 350 euro mensili.

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
La project manager del primo sito per cui ho fatto i testi: mi ha convinto ad avere fiducia in me stessa e mi ha supportato per tutto il lavoro. Una volta concluso mi ha tenuta d’occhio e spronata fino a quando non ho aperto partita iva e deciso di seguire il mio sogno.

E un’intuizione vincente?
Quella di aver capito che potevo anche cambiare idea e dare una possibilità al web.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare web content manager come te?
Di avere fiducia nelle proprie capacità, di non demordere e soprattutto di rileggere tutto quello che scrivono fino alla noia (e anche oltre).

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
In moltissimi modi. Al momento non sono ancora sicura che sia tutto un bene. In questo campo proliferano incompetenti e ciarlatani che riescono ancora a lavorare grazie all’ignoranza che ancora dilaga. Penso che prima o poi l’ambiente si autoregolerà, ma temo che bisognerà pazientare un altro po’.

Eleonora Lollini - Web content managerServe un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Io credo nel sindacato come gruppo che difende il lavoro onesto contro i “padroni”, ma in Italia ho visto troppe volte difendere i fannulloni e i prepotenti per puro spirito di corporazione.
Quindi, vedendolo in senso buono, mi immagino un sindacato che impedisce di sottopagare i lavoratori del web, che lotta per far valere competenza e onestà in un mondo di cui si parla tanto e si fa poco.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Penso e scrivo testi per i siti internet, in modo che chi legge possa capire tutto perfettamente e rapidamente, e anche per far sì che il sito venga trovato facilmente sui motori di ricerca (che sono un po’ come le pagine gialle di internet – questa l’ho spiegata davvero così alla mia nonna!)

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Io sono stata cresciuta con il “i compiti li finisci prima: dopo cena non si studia” quindi per abitudine sono produttiva durante il giorno. Penso che ognuno abbia il diritto di lavorare quando preferisce, se lo fa bene. Vero è che i programmatori (sono loro i più nottambuli) devono anche capire che non si possono tutti piegare ai loro orari!

Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Facebook sono riuscita a tenerlo privato e un po’ nascosto: ho pochi amici (200 circa) e li conosco tutti. Su Twitter la storia è completamente diversa, seguo le persone per quello che scrivono, ma non nego che ne incontrerei molti volentieri.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Per lavoro sì. Penso che sia ormai quasi obbligatorio.

 

di Mario Grasso