MILANO – Come rendere l’Italia un Paese che incoraggia la nascita e lo sviluppo di startup? E’ la domanda cui prova a rispondere il gruppo di esperti selezionati dal Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera. Gli esperti hanno presentato un rapporto (versione completa – versione sintetica) dal titolo “Restart, Italia!” che è stato presentato pubblicamente il 13 settembre nella sede dell’incubatore H-Farm di Roncade, in provincia di Treviso.
Gli autori del testo (Andrea Di Camillo, Annibale D’Elia, Donatella Solda-Kutzmann, Enrico Pozzi, Giorgio Carcano, Giuseppe Ragusa, Luca De Biase, Massimiliano Magrini, Mario Mariani, Paolo Barberis, Riccardo Donadon, Selene Biffi) con il coordinamento di Alessandro Fusacchia, hanno prodotto un documento in cinque capitoli (Lancio, Crescita, Maturità, Consapevolezza e Territori).
L’introduzione del testo è rivolta al tipo di startup proposta dal “comitato di saggi”, ovvero le startup a vocazione sociale che hanno come scopo lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un bene o di un servizio nato come risultato della ricerca, o che impiega comunque nella propria attività un forte tasso di innovazione.
Nel primo capitolo, Lancio, si punta alla semplificazione amministrativa e alla riduzione degli oneri fiscali tramite la isrl che in sintesi prevede: la costituzione online con tempi brevi di attivazione e un costo di 50 euro, nessun vincolo di età, l’eliminazione di oneri vari, l’iscrizione al registro imprese esente da bollo e diritti di segreteria e un’autocertificazione alla camera di commercio. Agevolazioni anche per le Società di Gestione del Risparmio che svolgono l’attività di promozione e di gestione di fondi di investimento. Interessante l’approfondimento sullo strumento del “work for equity”, già usato all’estero con cui una startup potrebbe remunerare i servizi forniti con delle quota della società invece che con il pagamento di una fattura riducendo le esigenze di cassa.
Il secondo capitolo dedicato alla crescita punta sul cosiddetto “Fondo dei Fondi” dedicato al co-investimento in fondi di venture capital. Il Fondo capitalizzato svolgerebbe l’attività di anchor investor per i Fondi di venture capital sostenendone la capitaliazzione fino ai 2/3 dell’obiettivo di raccolta fondi. Il Fondo dei Fondi dedicherà fino al 20% del proprio capitale al sostegno di fondi specializzati nelle startup a vocazione sociale. Oltre a questo, si fa una panoramica sugli investimenti Seed, il crowdfunding (elevato numero di soggetti finanziatori di startup attraverso piattaforme di fund raising), il Social lending (la partecipazione di un elevato numero di soggetti al finanziamento di una startup a vocazione sociale attraverso piattaforme online specializzate nella raccolta di capitale sotto forma di “debito”), maggiori garanzie sul credito dato dalle banche alle startup.
Il terzo capitolo (Maturità) è dedicato sia al successo che al fallimento delle startup. Nel primo caso si propongono soluzioni come il ri-acquisto delle quote da parte del management o dei fondatori, l’acquisizione da un’azienda o da un soggetto finanziario che vede la possibilità di un altro guadagno economico e la quotazione in borsa. In caso di fallimento sono previste azioni di liquidazione più veloci e con minori conseguenze e la possibilità di trasformare lo startupper in curatore fallimentare.
Nel quarto capitolo (Consapevolezza) viene dato spazio alla consapevolezza dei ragazzi, nel senso di sollecitare l’interesse e la creatività dei cosiddetti nativi digitali. Una proposta, infatti, è quella di realizzare attività, programmi e iniziative volte a favorire la diffusione di una cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità nelle scuole italiane. La seconda proposta è il Contamination Lab, luoghi d’incontro per studenti, ricercatori, giovani professionisti di diverse discipline e facoltà con risorse digitali in modo da sviluppare il networking.
Infine, il quinto capitolo dedicato ai territori, consiste in un insieme di proposte di policy amministrative, fiscali, giuslavoriste e di agevolazioni alle imprese che richiedono interventi normativi da parte di governo e Parlamento. Si punta molto sulla competitività e la capacità progettuale partendo dalle piccole esperienze locali. Per fare questo la task force propone un Fondo per gli ecosistemi startup con un finanziamento di 50 milioni di euro. Dove da un minimo del 30% sono risorse di provenienza privata e il restante che va dal 30 al 70% è dato dal cofinanziamento del governo. Il lancio del bando è previsto per novembre 2012, mentre le candidature dei progetti hanno come deadline febbraio 2013. La selezione avverrà entro aprile 2013 e i contratti saranno firmati nel maggio successivo. I progetti saranno realizzati a partire dal 1° giugno 2013.
“Restart, Italia!” sarà inserito nella prossima misura per lo sviluppo, ovvero il decreto Passera 2 e servirà a rilanciare il dibattito delle settimane a venire su come rilanciare crescita e innovazione in Italia.
di Mario Grasso