Yoga e lavoro: la strana coppia…

0
1031

MILANO – Yoga e lavoro, niente di più lontano in apparenza: da una parte un’antica disciplina volta alla consapevolezza e al benessere spirituale e fisico, dall’altra le esigenze produttive potenzialmente stressanti in un mondo così competitivo.

Eppure sempre più aziende, in America e non solo, offrono le tecniche Yoga ai propri dipendenti con il convincimento (fondato) che un lavoratore tranquillo, capace di dominare lo stress e le situazioni difficili, sia più affidabile e più produttivo.

LA DIFFERENZA – La pratica Yoga può fare la differenza sul lavoro, oltre che nella vita quotidiana: viene riscoperta, con crescente simpatia, anche negli ambienti aziendali che una una volta erano considerati lontani, e refrattari all’idea; oggi invece sono in crescita le aziende che offrono apposti spazi per la meditazione e lo yoga e/o incoraggiano il fenomeno.

L’antica disciplina prende spazio, con naturalezza, inserendosi in una nuova tendenza che punta alla valorizzazione e al benessere del capitale umano.

SILICON VALLEY E YOGA – San Francisco è un po’ la ‘culla’ di questo fenomeno, almeno per quanto riguarda l’Occidente: forse perché è nata nella città  la cultura hippie che tanta attrazione ha avuto per il misticismo orientale: la stessa cultura assorbita da molti dei futuri managers High tech, Steve Jobs tra i primi

La città californiana ospita le maggiori aziende High tech mondiali e numerosissimi centri dediti allo yoga e alla meditazione.

La disciplina indiana, nelle sue varie forme è molto popolare: persino l’aeroporto locale è stato attrezzato con una sala ad hoc per chi soffre lo stress del viaggiare (o i ritardi dei voli) e vuole rilassarsi con lo yoga.

La tendenza alla meditazione è sempre più forte e l’anelito a stili di vita più sani è stato favorito -paradossalmente- dalle nuove tecnologie che hanno cambiato il modo di lavorare e persino di pensare al lavoro: non è un caso che importanti aziende High Tech, quali Microsoft, Cisco e Google, siano state le prime a ospitare corsi di yoga e meditazione e ad attuare politiche di valorizzazione del capitale umano.  Il fenomeno oggi sta prendendo piede anche in luoghi di lavoro più tradizionali come la General Mills, società leader nel settore alimentare o la Taj, catena alberghiera.

YOGA E STRESS – Pare inoltre che lo yoga in azienda faccia risparmiare soldi: la percentuale di persone che si ammalano, di stress, sul posto di lavoro è molto elevata in America, secondo le stime del National Institute for Occupational Safety & Health e lo yoga, o altre pratiche ispirate alla filosofia orientale, possono invece restituire calma, efficienza, lucidità.

In certe aziende meditano sia i dipendenti che i top manager ma quest’ultimi tendono a preferire lo yoga “kundalini” il nome che gli antichi saggi indiani davano all’energia, a volte assopita, che si concentra alla base della spina dorsale di ognuno di noi. Energia che sollecitata, con appropriati movimenti e determinati “mudra” (posture della mano) si ‘risveglia’ e ci rende efficenti e vitali!

IN ITALIA – invece sta prendendo piede il fenomeno dei ritiri nei monasteri per partecipare a seminari di meditazione e spiritualità o, piu’ semplicemente, stare un po’ di giorni in silenzio, lontano dagli affanni della quotidianità: un fenomeno che coinvolge i manager di aziende importanti. L’ex manager inglese Dermont, ora divenuto monaco, ha tratto dalle regole dei monaci benedettini un valido aiuto per la formazione e il modello da lui elaborato e’ stato adattato e importato in Italia da Paolo Bianchi, nostro collaboratore.

L’attrazione verso i ritiri spirituali coinvolge manager e anche molti cittadini ‘semplici’: tutti accomunati dal fatto che in questi luoghi i problemi quotidiani non sembrano più insormontabili.

 

di Giuseppe de Paoli