Fuga dalla Cina: imprese occidentali via dal Paese

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MILANO – La Cina è stata meta negli ultimi decenni delle grandi aziende multinazionali, ICT e non, per il dislocamento della produzione di prodotti.

Una tendenza che pero’ sta per finire: molte aziende infatti stanno per lasciare la Cina per nuove mete più favorevoli o, eventualmente, per ritornare in patria.

Il giornale China Daily cita l’esempio dell’azienda Seesmart Inc, una grande azienda che si occupa di produrre Led in Cina: ha intenzione di lasciare la produzione e dislocarla in un’altra nazione. E non e’ certo la sola!

Oggi, dopo decenni passati a dislocare In Cina (per abbassare i costo di produzioni) le fabbriche americane si stanno rendendo conto che la produzione nel loro Paese è in grado oggi di competere con la stessa Cina, con l’India, il Messico e altri Paesi a basso costo.

Il costo della manodopera in Cina infatti sta crescendo costantemente a un tasso annuo del 15/20% annuo e il differenziale di costi di produzione tra USA e Cina, un tempo abissale, potrebbe ridursi “solo” a un 40%, entro il 2015.

La logistica è un altro fattore importante: in Cina il trasporto della merce richiede molto tempo durante il quale il capitale è immobilizzato ed esposto a rischi e nel caso siano necessarie modifiche in tempi rapidi difficilmente si può intervenire.

Ed ancora, altri problemi pesano su chi vuol produrre nel paese: per esempio la corruzione e le difficoltà di far valere le proprie ragioni e i propri brevetti di fronte a una Corte cinese

Oppure il sistema scolastico inadeguato, come quello sanitario, e molti altri problemi sociali e burocratici che impediscono uno sviluppo adeguato delle industrie.

Le industrie della Foxconn sono un esempio – del quale ci siamo già occupati : le situazioni critiche all’interno dell’azienda, che produce per l’Apple, hanno danneggiato l’immagine del brand.

Già il colosso Google nel 2010 decise di lasciare la Cina, chiudendo il suo motore di ricerca: le cause furono le censure operate dal Governo e le continue richieste d’informazioni sugli utenti.

E a seguire anche Network Solutions e GoDaddy, colossi nella registrazione di domini, lasciarono la Cina.

Attualmente l’Associazione degli Industriali di Hong Kong, rileva che il 37% delle imprese presenti in Cina ha intenzione di trasferirsi. La situazione più grave, secondo lo studio, è quella della regione Guangdong, dove la percentuale sale al 63%. Il fenomeno è meno accentuato, ma presente anche un altre regioni industrializzate della Cina.

Secondo la rivista cinese Cajing (che si occupa di Finanza e Economia), il 25% delle imprese sudcoreane presenti nella provincia dello Shandong, sulla costa orientale, sono già “fuggite” dalla regione.

Restano escluse da questa controtendenza, almeno per il momento, le fabbriche ad alta intensità industriale come quelle dell’abbigliamento e dell’elettronica, fortemente dipendenti dall’assemblaggio manuale: probabilmente loro non torneranno in patria. Per il resto la fuga dalla CIna e’ gia’ in atto!

 

di Yu Li Hu