Cloud computing, Italia (quasi) pronta

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MILANO – Arrivano segnali positivi, dalle istituzioni e dal mondo imprenditoriale, per il cloud computing.

La Commissione Europea, riaffermando il suo credo in questa tecnologia, conferma la stima di due milioni e mezzo di nuovi posti di lavoro possibili grazie alla “nuvola” e di un possibile aumento del Pil europeo dell’1% (cioè 160 miliardi di euro).

Per quanto riguarda l’Italia Annamaria Di Ruscio, direttore generale dell’Osservatorio NetConsulting, è ottimista: “Il cloud è già partito, il 2012 è stato un anno di rodaggio e la consistenza si vedrà già dal 2013 con due elementi come la connettività e la privacy-sicurezza”.

Però, come spesso capita, non tutte le ciambelle risultano col buco: è vero che molte piccole e medie imprese fanno già uso dei servizi di cloud computing on demand a livello base (per esempio Google Apps o Dropbox) ma, più in generale, le pmi non sembrano preparate in maniera adeguata alla nuova tecnologia. Soprattutto per l’organizzazione IT.

Su quest’ultimo aspetto gli esperti concordano: bisogna prepararsi adeguatamente per adottare i servizi di cloud computing. Non basta l’analisi delle offerte presenti nella Rete, bisogna adattare l’intera organizzazione It aziendale.

Secondo i rapporti sul cloud formulati questa estate da Forrester Research il passaggio alla nuvola è inevitabile.

Il concetto è stato ribadito dalla School of Management del Politecnico di Milano che sta lavorando ad un modello analitico attraverso cui le aziende possono capire il livello di preparazione per il passaggio al cloud nel medio-lungo periodo.

Anche Assintel, l’Associazione delle imprese Ict aderenti alla Concommercio, sembra fiduciosa. La spesa per servizi IT in cloud computing nel nostro Paese è rimasta insignificante fino al 2009. Nel triennio 2009-2012 invece c’è stato un aumento del +52%.

La crescita è prevista anche in altri mercati europei, dove anzi si stima un andamento positivo superiore alla media mondiale. In particolare, secondo il Rapporto Assintel 2012 l’anno si chiuderà con un valore di spesa pari a 620 milioni di Euro ed una crescita del comparto pari al 57,8% su base annua. La diffusione dei SaaS (Software a sas Service) rappresenta il 65% della spesa complessiva che è di circa 400 milioni di Euro.

 

di Mario Grasso