Italia sempre più social tra rischi e new economy

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MILANO – Social media ed e-commerce saranno sempre più a braccetto in Italia. Secondo il rapporto Assintel 2012, sono in aumento gli operatori (già oltre il 60%) che integreranno i principali social network, come Facebook e Twitter, nei propri negozi on line.

A confermare questa tendenza anche una ricerca recente condotta da Deloitte che pone l’innovazione come uno straordinario volano di sviluppo per un territorio.

Gli studiosi della nota società di revisione e certificazione dei bilanci hanno rilevato come Facebook in Italia valga circa 2 miliardi e mezzo di Euro del nostro Pil e 33.800 posti di lavoro.

A livello europeo, il social network di Mark Zuckerberg ha un valore totale di fatturato di 15,3 miliardi di Euro con una ricaduta positiva per 232 mila posti di lavoro.

Seppur gli operatori coinvolti lamentino un livello basso di conversione delle attività svolte sui social media in ordini di acquisto, questi strumenti stanno man mano mostrando le proprie potenzialità. Soprattutto per le piccole e medie imprese che grazie alla maggiore visibilità hanno approcciato l’e-commerce con uno stile nuovo.

L’Italia, dal canto suo, vanta un record europeo nell’utilizzo dei social media. Secondo lo studio di GlobalWebIndex, gli utenti italiani sono molto più “social” rispetto ai tedeschi, francesi, inglesi e spagnoli. Sono avanti a questi Paesi per l’attività di microblogging (Twitter su tutti) e per la condivisione di video online. Secondi solo alla Spagna per le attività di blogging.

Facebook è il social network preferito e più utilizzato dai nostri connazionali con 20 milioni di utenti registrati e detiene il 93% di coefficiente di penetrazione rispetto agli altri social network.

Le aziende dovranno cogliere questi segnali importanti senza farsi cogliere impreparati. Anche se l’enorme mole di dati provenienti dai social network risulta ancora poco strutturata, per chi farà impresa sul web sarà fondamentale svolgere un’attenta attività di intelligence e di analisi per creare nuove opportunità di business.

Strumenti come il crowdsourcing (modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione affida la progettazione, la realizzazione o lo sviluppo di un progetto, oggetto o idea ad un insieme indefinito di persone non organizzate in una comunità preesistenti), applicato alle piattaforme social, saranno utili per ricevere idee di prodotto o “co-creare” nuove funzioni d’uso di quelli esistenti. Anche se il 40% delle grandi imprese italiane afferma di aver già tratto vantaggi dalle attività sui social media, la strada è ancora lunga.

Se da un lato le aziende sono consapevoli della creazione di valore da parte dei social media, dall’altro i timori legati ai danni della reputazione, ai furti d’identità, alla privacy e alla perdita dei diritti di proprietà intellettuale frenano una completa revisione dei propri modelli di business.

 

di Mario Grasso