Roberto Venturini – Digital planner

0
814

Roberto Venturini, classe 1957. Torinese. Dopo un tentativo maldestro di laurearsi in Ingegneria Elettronica si laurea in Marketing alla Scuola di Amministrazione Aziendale.
Emigrato in Lussemburgo. Tornato in Italia. Entrato in pubblicità come account. Dopo alcuni anni passati come dirigente nel magico mondo della pubblicità scopre Internet nel 1996. Da allora lavora sul fronte dello sviluppo di strategie come consulente in Italia e in Spagna. Formatore, giornalista. Gattofilo (ma non pubblica foto di micetti su Facebook), si è occasionalmente guadagnato da vivere anche come velista, fotografo, scaricatore di casse di liquori, intervistatore, cavia umana. Per ulteriori informazioni c’è Google e c’è Linkedin.

 

L’ultimo Social Post?
Vado in ordine strettamente cronologico – ho un blog su cui pubblico da uno a due post al giorno, nei giorni feriali 🙂 L’ultimo in ordine di tempo prima di rispondere questa domanda è una riflessione sulla formazione e sulla pratica in ambito di Social Marketing. Ci si concentra troppo, ad esempio, su “come” si fa una pagina Facebook piuttosto sul “perché” farla, per arrivare a quale obiettivo…

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
YouTube lo uso molto per lavoro (ad esempio per studiare case history…) e pochissimo come strumento di entertainment personale. Tralasciando quindi le cose che ho guardato per illustrare dei casi per il mio blog, l’ultimo video che ho visto è stato “The Darwin Awards – Suicidi accidentali per menti poco evolute”… ma non l’ho visto proprio tutto.

Mac, Windows o Linux?
Per i computer Mac, senza esitazioni. Telefoni e tablet assolutamente Android.

L’ultimo acquisto online?
2 camicie, due pantaloni e un paio di calze da trekking, approfittando dei saldi su un sito di e-commerce inglese.

Un libro che ha segnato la tua vita?
Hitchhicker’s Guide to the Galaxy, in Italiano la trilogia (in cinque volumi) della Guida Galattica degli autostoppisti.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Sono stati probabilmente due: lavorare per la strutturazione del sito delle Olimpiadi invernali di Torino e lavorare sulla strategia per il rifacimento del Teatro alla Scala di Milano.

Roberto Venturini - Digital media plannerQuando hai deciso di diventare digital planner?
Non l’ho deciso. Un giorno mi sono domandato come si potesse chiamare il lavoro che facevo e ho scoperto che facevo il digital planner.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Assolutamente l’esperienza. Anche se le basi del marketing tradizionale fatte all’università sono state utilissime, mi sono sempre trovato un po’ in una posizione di avanguardia, quindi c’erano pochi libri da cui imparare… certo è che tuttora leggo moltissimo, cerco di tenermi aggiornato e di riflettere molto su cosa capita, cosa arriva e quali impatti potrà avere. Ma conta molto di più la pratica e l’esperienza. Perché, almeno per me, imparo molto di più dalle cose che ho fatto che da quelle che qualcun altro ha raccontato…

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Giuro che io invece il primo colloquio non me lo ricordo proprio…

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Moltissimi. Ma gli incontri che mi hanno dato di più non sono quasi mai stati quelli con personaggi famosi.

E un’intuizione vincente?
Nel 1996: Internet sarebbe stato il futuro della comunicazione. Grazie a questa intuizione mi sono evitato di ritrovarmi un dinosauro trombato, come troppa gente della mia classe che invece è restata attaccata a patella all’advertising tradizionale, considerando Internet una moda o qualcosa di poco importante.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare digital planner come te?
Pensare. Leggere. Pensare. Fare pratica anche a costo di lanciare progetti personali, grandi o piccoli che siano. Il lavoro di un digital planner è un lavoro di pensiero e di creatività. Anche se ancora non è ben definito cosa sia e cosa faccia un Digital Planner. Proprio per questo ho avviato da tempo un progetto collaborativo per definirlo tutti insieme, fra noi che facciamo questi mestieri, vedi alla voce “Digital Planner Manifesto”

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Ha reso obsoleti tutta una serie di lavori, di ruoli, ha cambiato modi di lavorare… specialmente nel mondo della comunicazione. In molte altre aziende, invece, ha cambiato poco e niente. Generalmente nelle aziende che adesso sono in crisi.

Roberto Venturini - Digital media plannerServe un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Discorso complicatissimo. Da freelance faccio veramente fatica a capire il ruolo che potrebbe avere un sindacato nella mia vita… ma sono aperto alla discussione.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Molto difficile. Ecco perché ho avviato il progetto del Digital Planner Manifesto, temevo domande come questa 🙂 In sintesi è una persona che conosce bene la Rete, i nuovi strumenti, le persone. Ed è in grado di pensare a cosa dire, come dire, come aiutare le persone e le aziende a fare business. Facendo Marketing online.

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Nessuno.

Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Sui Social credo un paio di migliaia, non so, non li conto. Con un centinaio di questi c’è un rapporto più o meno stretto e continuativo – anche se molti di loro non li ho probabilmente mai visti di persona. Offline frequento poca gente in generale, a parte pranzi di lavoro e riunioni… e alcuni eventi. E quasi solo gente che conosco bene in rete.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
A volte sì, quando mi sento ficcanaso o si tratta di business e voglio arrivare preparato.

 

di Mario Grasso