La pioggia cade su di noi…

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MILANO – “Il pressapochismo nei rapporti c’entra con la generazione 2.0?” mi ha chiesto oggi una collega. Non credo, ho risposto, probabilmente però c’entra molto con la cosiddetta società liquida, teorizzata da Bauman oramai una decina d’anni fa.

L’uomo moderno -diceva il sociologo- per far fronte ai cambiamenti imposti dalla globalizzazione ha dovuto acquisire caratteristiche di fluidità e adattabilità tipiche della liquidita’ (cosa c’è di più fluido e sfuggente dell’acqua?) rinunciando gradualmente, ma irreversibilmente a stabilità e sicurezza; e oggi si trova a vivere una vita sempre piu’ precaria

La societa’ liquida e’ quella dell’incertezza sul posto di lavoro, della finanza che sposta capitali ma non crea occupazione, delle competenze professionali che rapidamente invecchiano e diventano obsolete: una società che ha abbandonato i suoi valori forti -in primo luogo proprio l’idea di collettività- per far posto all’auto affermazione, alle furberie, persino a un certo cinismo.

Parallelamente si sono decisamente indeboliti i Governi (superati dal potere globale della finanza) le Istituzioni pubbliche, i partiti, i sindacati. E stanno gradualmente sparendo anche i luoghi pubblici, le piazze, dove per secoli si sono coltivati i rapporti sociali ed anche i punti di riferimento storici come circoli, associazioni, sedi di partito: svaniscono, spariscono per lasciare spazio a supermercati e centri commerciali, dove più che le persone contano i consumatori.

Tutto cio’ ha comportato anche un progressivo allentamento delle relazioni sociali. La precarietà dei rapporti di lavoro si è trasferita nelle famiglie, nelle coppie, nei costumi e i giovani 2.0, ovviamente, non ne sono esenti: patiscono anche loro questa situazione, forse un po’ meno degli anziani perche’ essendo gia’ nati in epoca di societa’ liquida non hanno altri riferimenti di confronto.

La rete, d’altro canto, ha ampliato le possibilità di conoscenza, abolito le distanze, reso più facile la condivisione di informazioni e notizie e quindi ha reso gli stessi giovani piu’ protagonisti.

Ogni tempo ha le sue gioie e i suoi dolori insomma… certo che oggi, dopo tanta liquidità, ci starebbe bene un po’ di solidità.

Per esempio? Amministrazioni pubbliche più snelle -e più forti allo stesso tempo-; un sistema fiscale equo; un sistema giudiziario rapido e efficiente; un’informazione seria e rigorosa e una scuola che sappia davvero formare e non sia slegata dal mondo del lavoro, come accade oggi. E -soprattutto-sarebbe bene far emergere le potenzialità dei (tanti) talenti italiani, invece che dar spazio ai furbetti del quartiere e ai cinici.

Quindi: la generazione 2.0 c’entra con il pressapochismo e la superficialità dei rapporti? A me sembra che questi giovani accusati spesso, troppo frettolosamente, di superficialità siano invece, nella gran parte dei casi, informati, veloci, collaborativi, critici (a volte in modo spietato): sono giovani che sanno mettersi in gioco in modo trasparente (molto più di certi ‘profeti’ che usano la rete) e rappresentano quindi una decisa opportunità di cambiamento per il nostro Paese.

Una opportunità da non trascurare.

 

di Giuseppe de Paoli