Francesco Medda – Web & Mobile developer

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26 anni, cresciuto a Serrenti (CA) un paese della Sardegna, si è diplomato in Elettronica e Telecomunicazioni a Cagliari. Ha trovato casa a Torino dove ha anche frequentato il Politecnico. Ha iniziato a sviluppare siti per diletto alle medie, e venduto il primo sito a pagamento in prima superiore: da allora ho continuato a sviluppare siti web, e-commerce e app come freelance.

Da qualche anno collabora con Fabio Rossini Consulting nello sviluppo di soluzioni Web e da qualche tempo sta lavorando a Scloby, una startup incubata presso il Treatabit dell’I3P (Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino). Ama la subacquea, il bricolage e cucinare per gli amici.

 

L’ultimo social post?
Il potere del Mobile [INFOGRAFICA]

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Frankie HI-NRG MC – Quelli Che Benpensano

Mac, Windows o Linux?
Mac ovviamente (Linux per i server).

L’ultimo acquisto online?
Un paio di guanti dagli USA (arrivati più velocemente di una tastiera dall’Italia).

Un libro che ha segnato la tua vita?
Il primo libro che ho letto sullo sviluppo web e non solo: Java For Dummies. Me lo regalarono per la cresima, ricordo che insieme al cellulare è stato il regalo che ho utilizzato maggiormente.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Difficile a dirsi, ogni “tacca” è stata lasciata da ogni cosa. Forse i centri commerciali virtuali all’aperto iStreet: mi hanno permesso di confrontarmi con centinaia di commercianti e liberi professionisti sul tentativo di colmare il gap tecnologico del retail in Italia.

Quando hai deciso di diventare web&mobile developer?
Alle medie, quando iniziai a navigare sul web e per caso fai click col tasto testo e selezionai “HTML”. Quel codice incomprensibile pian piano iniziò ad avere senso.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
L’esperienza pratica mi ha permesso di avere delle esigenze di approfondimento, che ho poi colmato in modo mirato con lo studio.

Francesco Medda - Web & Mobile DeveloperIl primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Tantissime: forse la più comica essere ad un colloquio da una azienda che si occupava di sistemi per il cronometraggio delle gare di formula 1, che voleva uno sviluppatore web, ma che non aveva idea a cosa gli servisse.

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Tutti gli incontri. Nel senso che non ho incontrato mai qualche guru del web o simile, ma tante persone che mi hanno fatto (e mi fanno) crescere.

E un’intuizione vincente?
Quella di pensare che internet può essere effettivamente utile alle persone nella vita di tutti i giorni.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare web&mobile developer come te?
Provate, riprovate e provate ancora a sviluppare quel che avete in mente voi o i vostri clienti. Spingetevi sempre oltre i confini conosciuti, ma non dimenticatevi mai CHI utilizzerà il vostro prodotto.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Nella ricerca di un lavoro le abitudini sono cambiate, si inviano molti più CV di una volta. È molto più facile sapere se dietro l’angolo o all’altra parte del globo cercano proprio la vostra figura. Ed è altrettanto facile trovare tutte le informazioni e strumenti per creasi un proprio lavoro.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Credo che il principale ostacolo in Italia sia la scarsa conoscenza di questo mondo da parte della politica, e di conseguenza una scarsa predisposizione del Paese alle esigenze di un mercato promettente per il presente ed il futuro. Mi viene in mente che bisogna sicuramente avere maggiore coesione nella scelta dei percorsi del Pese, proprio a tutela dei networkers. Se un sindacato può avere un ruolo in tutto ciò ben venga.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Creo degli strumenti con i quali le persone possono comunicare, lavorare meglio, divertirsi, viaggiare ed in generale vivere. non sono strumenti fisici, ma che possono essere utilizzati con un computer o uno smartphone (un cellulare di quelli che si tocca e che fa cose simili ad un computer). (Tranquilla nonna, gli abbracci continuo a darteli di persona, niente computer).

Francesco Medda - Web & Mobile DeveloperL’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Non esiste una regola universale, ognuno si gestisce come preferisce ed in modo inaspettato. Per questo sono obsolete le aziende che non ti permettono di stare in ufficio più tempo alla sera, o di saltare una giornata di lavoro se ti sei fatto 18 ore di programmazione continua. È necessario, entro certi limiti, dare fiducia al lavoratore. Per gli ambiti social e le email è difficile definire degli orari ristretti, inevitabilmente quando ti arriva una mail o un tweet pensi già alla soluzione. Quindi perchè non rispondere realtime?

Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Di follower e contatti ne ho un po’ … ma i VERI amici preferisco contarli sulle dita di una mano.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Se si tratta di un incontro lavorativo e qualcosa nelle email o nelle chiamate non mi convince al 100% si. Altrimenti preferisco le conoscenze di persona.

di Mario Grasso