45 anni, torinese e con una laurea in statistica, dopo il diploma di liceo scientifico. Responsabile clienti di Triboo Digitale da circa due anni, è appassionato di saggistica scientifica, di cucina e di free climbing.
L’ultimo social post?
Generalmente uso facebook e linkedin. Facebook però cerco di limitarlo quasi esclusivamente alla mia vita privata, anche se non sono un assiduo frequentatore.
Diciamo che dovendo passare molto tempo sui social per questioni professionali e per i miei clienti, cerco di fare altro, nel resto della mia vita. Comunque, l’ultimo post è un intervento in uno dei gruppi Linkedin dedicati all’e-commerce, nel quale cerco di dare qualche suggerimento a un imprenditore che è in grossa difficoltà con la creazione di traffico verso il proprio store online.
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Un video di un gruppo musicale di un collega.
Mac, Windows o Linux?
Fino a un paio di anni fa esclusivamente Windows. Da un paio di anni sono passato a Mac e devo dire che farei moltissima fatica a tornare indietro…
L’ultimo acquisto online?
Faccio moltissimi acquisti online. Gli ultimi sono stati i regali di natale per le mie figlie: una PSP e una Barbie cantante che, però, ho acquistato su Amazon tedesco, con la sfortunata conseguenza che la Barbie canta solo in tedesco…
Un libro che ha segnato la tua vita?
Tantissimi, leggo molto. Forse quello che mi hanno lasciato il segno più profondo è “Lettere contro la guerra” di Terzani.
Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Un enorme progetto di localizzazione per una grandissima azienda. Sottostimai un dettaglio, svolsi un’attività che non era mia competenza, ma che pensavo di potere assolvere facilmente e sbagliai. La cosa ebbe esiti disastrosi. Imparai tantissimo: ognuno ha le proprie competenze e responsabilità e, soprattutto, è necessario essere pignoli e perfezionisti. Basta pochissimo per distruggere mesi di lavoro.
Quando hai deciso di diventare client manager?
Quando la mia agenzia di traduzione e localizzazione del software ha dovuto cedere le armi a un mercato sempre più orientato alla riduzione dei costi e sempre meno alla qualità. Avevo come cliente un’agenzia di comunicazione presso la quale ho iniziato a lavorare dopo la chiusura dell’attività di traduzione.
Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Sicuramente l’esperienza pratica. Ho una laurea in Statistica che lontanissima da quel che servirebbe per mettere in atto corrette pratiche commerciali e di gestione dei clienti.
Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Sì, fui introdotto da un conoscente, mi presentai senza CV e non seppi trovare una giustificazione valida. Me lo ero semplicemente scordato, ma non ebbi il coraggio di ammetterlo. Non feci una bella figura.
Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Sì, ogni volta ho avuto a che fare con un collega o un superiore in grado di insegnarmi qualcosa. E, recentemente, 30 minuti di conversazione con la sig.ra Ferragamo, una donna incredibile. A oltre 90 anni ha un’energia e una lucidità professionale eccezionali.
E un’intuizione vincente?
Sì, passare al settore Internet quando la mia agenzia di traduzione andò in difficoltà, in un momento in cui lo scetticismo intorno al web era enorme. Direi che ci vidi giusto.
Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare client manager come te?
Non tralasciare mai i dettagli e cercare sempre di proporre soluzioni reali.
Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
La velocità di scambio di informazioni è cresciuta in modo vertiginoso. Non è più necessario incontrarsi di persona, non servono più tonnellate di carteggi. I tempi si sono ridotti in modo clamoroso e, alla fine, si lavora molto di più e in modo più frenetico.
Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Non lo so, devo essere sincero. Non ho mai affrontato la problematica…
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Aiuto le aziende a investore soldi in internet in modo efficace e redditizio.
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
No, anche se è necessario che ognuno, personalmente, si dia dei limiti per non ridursi a lavorare a ciclo continuo, senza fermarsi un attimo a ragionare.
Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Non ho amici esclusivamente “digitali”.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
In ambito lavorativo, sempre. In ambito personale, mai.
Se no, perché?
Non mi preoccupano gli incontri “personali”, anzi, dover scoprire con chi ho a che fare mi diverte. In ambito professionale, le cose sono ovviamente molto diverse.
di Mario Grasso