Nato mentre i Pink Floyd lavoravano in studio a ‘Dark Side of the Moon’, Laurea in Psicologia, Master in e-business Management all’Istud di Stresa, Specializzazione in strumenti di Group-working presso l’École de Management de Grenoble.
Romano d’adozione, ma orgoglioso conterraneo di Toni Servillo e Roberto Saviano. Se mi si chiede chi sono, la prima risposta che mi viene in mente è: sono un padre e un amante.
Appassionato di vela, sono socio ManagerZen e fondatore di WellMind, associazione per il benessere delle persone e delle organizzazioni. Di professione, sono consulente di Social CRM ed esperto di Marketing Digitale. http://about.me/socialcrm
L’ultimo social post?
Qualche secondo fa su Twitter, in genere almeno 3 volte al giorno. Sul blog sono più discontinuo.
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Can money buy Happiness.
Mac, Windows o Linux?
Sono cresciuto con i Commodore 64, ho programmato in Cobol, il mio primo computer è stato un Mac, in azienda usavo Windows, e mio figlio ha Linux. Dopo aver usato iOS vari anni, sto da poco sperimentando Android e mi piace molto.
L’ultimo acquisto online?
Un’app edutainment che adoro, Timbuktu, ed un libro (non un e-book, sono un feticista).
Un libro che ha segnato la tua vita?
Uno per ogni fase della vita. “Siddharta”, nella preadolescenza. “Deserti luoghi”, l’epistolario di Marina Cvetaeva, e le “Elegie Duinesi di Rilke, nell’adolescenza. “Una cosa divertente che non faró mai piu” di David Foster Wallace, dopo i 30 anni. Il libro della mia vita te lo comunico più avanti 😉
Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
La scelta di diventare un libero professionista, pur avendo un lavoro sicuro alle spalle. Ero relativamente giovane, e lavorare in azienda non mi permetteva di esprimere tutto il mio potenziale. Questa scelta mi ha permesso di essere allo stesso tempo consulente, apprendendo dall’esperienza, e formatore, apprendendo dalle persone. Peccato che siamo in Italia, in un mercato caratterizzato da troppe etichette, rigidità e povero di meritocrazia.
Quando hai deciso di diventare CRM online manager?
Non l’ho deciso, è stato un percorso naturale. Agli inizi della decade scorsa sono stato tra i pionieri del CRM in Italia. Oggi mi fa un po’ sorridere vedere i tanti che si professano esperti di Social CRM, e ripetere in fanfara concetti che dissemino ad aziende e corsi di formazione da 10 anni a questa parte.
Il CRM è una visione olistica del funzionamento aziendale (o, in senso lato, del funzionamento delle organizzazioni complesse): bisogna saper miscelare su piani distinti persone, processi, tecnologie, dati.
Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Il giusto mix tra entrambi. L’università così come la ricordo e l’ho vissuta non mi ha aiutato molto sul piano professionale (e a sentire i giovani allievi dei master post-laurea in cui insegno, sembra che la situazione non sia migliorata). L’esperienza del MBA Istud, invece, è stata fondamentale rispetto alla mia attuale posizione professionale.
Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Si, ero ancora studente e mi candidai per un ruolo da commesso in Blockbuster. Credo che dichiarare il mio amore folle per Tarantino – che passava molto del suo tempo in videoteca guardando film – non giocò a mio favore. Considerando che oggi Blockbuster non esiste più, non credo sia stata una grande perdita. Comunque, due mesi dopo, fui selezionato per un lavoro come libraio in una grande catena della distribuzione editoriale.
Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Si, quando nel 2000 decisi di lasciare il mio lavoro fisso per frequentare un MBA a Milano. Ho incontrato persone che ancora oggi sento, e che considero i miei preziosi mentori. Uno tra tutti, Francesco Varanini, attuale direttore della rivista “Persone e Conoscenza”.
E un’intuizione vincente?
Sto lavorando adesso al progetto di un applicazione mobile in ambito social CRM. Se vincente, me lo dirà il tempo. Si impara tanto anche dai fallimenti, sempre che si abbia la capacità di non farsi condizionare emotivamente.
Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare CRM online manager come te?
Di studiare la matematica e le scienze umane allo stesso tempo: big data, psicologia del comportamento e neuromarketing rappresentano il futuro di questa disciplina.
Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Serve di più una rivoluzione nel modo di fare sindacalismo. Ci sono troppe iniquità nel mercato del lavoro italiano, e alcune di queste sono involontariamente alimentate anche da chi i lavoratori dovrebbe rappresentarli. Il problema è che con il tempo si è perso il concetto di dignità del lavoro e si è affermato quello di dignità del ruolo. In questo modo si è creata un’insanabile diseguaglianza nel mondo dei lavoratori, per cui sembra che alcuni abbiano più diritti di altri (pubblico vs privato, giovani vs anziani, etc…).
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Ciao nonna! Ti ricordi quando mi raccontavi, tra i tanti lavori da te fatti, delle lumache che raccoglievi in campagna, e che spedivi su rotaia ai ristoranti di Venezia? Ecco, oggi è tutto più semplice.
Potremmo fare la stessa cosa in meno tempo, e organizzarla interamente attraverso questa cosa che chiamano internet (e che tu conosci perchè ogni tanto parli con la tua pro-nipotina su Skype). Potremmo trovare i potenziali compratori in diverse città del mondo, contrattare la forza lavoro, e organizzare il trasporto senza muoverci da casa. E magari fare tutto in automatico.
Potremmo fare dei prezzi migliori ai clienti più importanti, e parlando con loro magari capiremmo che hanno bisogno anche di altra materia prima che siamo in grado di fornirgli. Questo è Social CRM.
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Decisamente, No. Ma non è tutto oro: ti svincoli dalla schiavitù del cartellino, e diventi schiavo dell’always on. Io sono molto attento nell’educare la generazione futura ad un uso consapevole della rete e delle tecnologie.
Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Il giusto mix.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Talvolta. Forse è un obbligo per un selezionatore del personale. Per noi “umani”, ha ancora senso affidarsi all’istinto e alla prima impressione. Ma per un venditore, direi che fare ricerca su Google, e i social network, suppone poter aumentare esponenzialmente la sua capacità di chiudere positivamente una trattativa.
di Mario Grasso