Il futuro del giornalismo on line

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MILANO – Mobilità, empatia, qualità, immagini: questi gli elementi chiave del futuro del giornalismo sul web secondo l’analisi di Benoit Raphael, blogger,  imprenditore editoriale e creatore di numerosi social media.

Quattro proposte da tenere a mente per chi si occupa d’informazione on line.

MOBILE: più della metà del traffico web mondiale viene dalle tecnologie mobile (smartphone, app, etc) e il dato – lo sottolinea Benoit – è destinato ad aumentare.

Il ‘mobile’ quindi va considerato come elemento strategico e prioritario: occorre lavorare in un’ottica di convergenza mobile-pc progettando per il mobile e garantendo al tempo stesso la produzione sugli schermi più classici.

Un’opportunità – diciamo noi – colta solo marginalmente da alcuni editori che perlopiù ripropongono sulla rete contenuti pensati per media tradizionali.

EMPATIA: Serve una liaison forte fra la testata e i suoi lettori che vanno coinvolti anche attraverso l’organizzazione d’incontri fisici e non solo virtuali.

La testata deve porsi come una comunità e aprire la porta a collaboratori esterni di qualità facendo anche buon uso dei contributi provenienti dalla rete, previo filtraggio (cosa che presuppone un’approfondita conoscenza dei meccanismi della comunità on line).

QUALITÀ: essenziale in tutti questi passaggi è l’altro elemento chiave del giornalismo del futuro (e non solo): servono contenuti forti, originali, non disponibili su altre testate.

La qualità rientra a pieno titolo anche nel dibattito sul pagamento (o meno) dei giornali on line.

Per far pagare – afferma Benoit – bisogna proporre una qualità superiore e andare “al di là dal contenuto” fornendo cioè servizi che abbiano un valore d’uso e anche affettivo, creando relazioni con i lettori, ponendosi come community di riferimento.

VIDEO: È l’ultima parola chiave. Il ruolo sempre piu’ determinante delle immagini nel mondo dell’informazione era stato preconizzato, gia’ nel 93, dal regista Pedro Almodovar: Il suo film ‘Kika’ aveva come protagonista un’agguerrita cacciatrice d’immagini e conduttrice di un popolare programma televisivo (un po’ trash).

Oggi, grazie alla tecnologia e alla strumentazione sempre più user friendly, produrre video è molto più semplice di un tempo: facile immaginare che il loro consumo esploderà entro pochi anni e che la pubblicità video si venderà meglio, dal momento che è più efficace, di quella a banner

Per valorizzare davvero il ruolo delle immagini però è necessaria una rigorosa pianificazione sia degli strumenti da utilizzare, che dei contenuti da inserire.

 

di Giuseppe de Paoli