ICT, l’Europa punta alla formazione

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MILANO – L’Unione Europea punta sulla formazione dei lavoratori ICT. Il 4 e 5 marzo sarà presentata a Bruxelles la Grand Coalition for Digital Skills and Jobs: un programma per startup, stage e tirocini, realizzato dalla Commissione Europea in collaborazione con le principali società del settore.

Partecipano, oltre al settore privato, la Federazione Europea ICT (Council of European Professional Informatics Societies and Digital Europe) e Startup Europe, una piattaforma che fornisce strumenti e programmi di supporto alle persone che vogliono avviare o espandere le web companies.

Il piano proICT rientra tra le sette priorità per l’economia e la società digitale indicate dell’Unione Europea. L’esigenza nasce dall’allarme lanciato da Neelie Kroes, commissario per l’Agenda digitale europea: C’è stato un calo del 10% in quattro anni di persone con un titolo di studio ICT. Di contro, sono circa 700mila le richieste di assunzione in ambito ICT nel continente europeo che rischiano di rimanere inevase per mancanza di competenze.

Neelie Kroes durante il suo discorso al World Economic Forum di Davos aveva già sottolineato l’importanza di un piano europeo su formazione, competenze e metodi di lavoro.

L’esecutivo europeo sta cercando la collaborazione di aziende e associazioni su diversi temi come: la formazione, l’assistenza ai lavoratori in mobilità, la certificazione delle competenze, il miglioramento dei curricula scolastici e universitari, la creazione di un ambiente aperto per startup rivolto agli imprenditori.

In una recente intervista a Euractiv.com Neelie Kroes parla della necessità di creare un ecosistema digitale europeo. “L’avanzata dei competitori asiatici e americani – spiega la Kroes – ha fatto notare la caduta del settore ICT in Europa a causa della mancanza di competenze e del ruolo secondario delle donne nel settore”.

Il commissario europeo vuole agire subito: “Il tempo non è un nostro amico. Dobbiamo entrare in azione adesso, prima che la questione delle competenze e dei posti di lavoro diventi incontrollabile. Dobbiamo mostrare che il settore digitale crea posti di lavoro e ha un impatto positivo sia per gli imprenditori che per le aziende”.

di Mario Grasso