ICT: Nella sanità innovare vuol dire risparmiare

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MILANO – Innovare tramite l’ICT vuol dire anche risparmiare, almeno in ambito sanitario.

Lo rileva una ricerca del Politecnico di Milano che quantifica anche i risparmi della possibile svolta digitale: ben quindici miliardi l’anno, di cui 6,8 miliardi per le strutture sanitarie e 7,6 miliardi per i cittadini.

“La digitalizzazione è la chiave della sostenibilità economica del sistema sanitario” dicono i ricercatori della Bocconi, un discorso che però non convince la nostra governance.

Il neonato Esecutivo anzi ha ‘congelato’ l’Agenda Digitale che conteneva anche gli obiettivi sul fronte sanitario (oltre che su Banda Larga, Pa Digitale, Open Data etc).

Mancano i soldi e, forse soprattutto, un accordo sulla cabina di controllo.

E così la digitalizzazione della sanità (che pur era stata definita ‘prioritaria’) rimane ferma, insieme con altri provvedimenti importanti per il Paese.

In Italia la spesa per l’ICT in ambito sanitario è stata di 1,23 miliardi di euro nel 2012 (-5% rispetto al 2011) – appena 21 euro per abitante – circa la metà rispetto a Francia e Gran Bretagna.

Troppo poco per imprimere una svolta e far risalire il Paese ‘scivolato’, negli ultimi tre anni, dal 15° al 21° posto tra i trentaquattro censiti dall’Euro Health Consumer Index.

In questa situazione è importante investire le scarse risorse in modo selettivo riducendo gli sprechi: un percorso che potrebbe essere favorito dalle tecnologie ICT.  Un esempio? Con la de-ospedalizzazione di pazienti cronici, resa possibile dalle tecnologie a supporto della medicina sul territorio e dell’assistenza domiciliare, si potrebbero risparmiare circa tre miliardi ogni anno.

1,37 miliardi potrebbero essere risparmiati solamente grazie all’introduzione della Cartella Clinica Elettronica.

Sono stati quantificati anche i risparmi possibili per i cittadini: 4,6 miliardi grazie ai servizi di ritiro e download dei documenti clinico-sanitari via web; 2,2 miliardi attraverso soluzioni di telemedicina e assistenza domiciliare.

In tutto, abbiamo detto, potrebbero essere risparmiati ben 15 miliaardi ogni anno, nel solo ambito sanitario.

Al di la della cifra  però rimane un fatto: la necessità dello sviluppo digitale per il Paese continua ad essere sottovalutata, nonostante ne abbiano bisogno la sanità, la Pubblica Amministrazione, le aziende, i cittadini. E così quello dell’agenda digitale rimane un percorso ad ostacoli.