Le professioni del web: l’Information Architect

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L’Information Architect gestisce la visibilità di un sito web e ne organizza il contenuto, rendendolo accessibile e ‘facile’.

Deve anche ‘mediare’ tra le esigenze del pubblico e quelle dei clienti. È l’Information Architect, la figura di cui ci occupiamo oggi nella consueta rubrica curata in collaborazione con Iwa.

Information Architect: definizione sintetica

Figura professionale che si occupa principalmente di identificare e rappresentare la struttura degli elementi informativi e funzionali di un dominio, al fine di favorirne la reperibilità, la funzionalità e l’usabilità, adottando un approccio di design centrato sull’utente.

Missione

L’Information Architect identifica e rappresenta la struttura degli elementi informativi e funzionali di un dominio, attraverso differenti canali di fruizione, al fine di favorirne la reperibilità, la funzionalità e l’usabilità, adottando un approccio di design centrato sull’utente, ed applicando metodologie di codesign (coinvolgendo stakeholders ed esperti di dominio) e design partecipativo (coinvolgendo un campione di utenti finali).

Compiti principali

  • Identificare gli stakeholders, gli utenti, e gli esperti di dominio
  • Identificare i bisogni e gli scopi degli utenti e le loro risorse, e se opportuno rappresentarli attraverso la creazione di personas, scenari e casi d’uso
  • Contribuire a definire il perimetro informativo e funzionale, attraverso strumenti quali la stakeholder analysis, il benchmarking-analisi competitiva, l’analisi dei contenuti esistenti, il free listing, ed altri strumenti di elicitazione della conoscenza degli esperti di dominio e degli utenti finali
  • Identificare gli elementi concettuali e delineare una ontologia – informale o formale – degli oggetti e dei concetti alla base del dominio, anche in prospettiva di un approccio semantico (Semantic Web)
  • Definire la macro-architettura, ovvero la struttura degli elementi informativi e funzionali, attraverso strumenti quali il card sorting, l’affinity diagram, la cognitive-behavioural task analysis, e attraverso adeguati processi di clustering
  • Declinare gli strumenti di navigazione dell’informazione su i diversi canali e dispositivi, adattando – quando necessario, la macro-architettura ai diversi contesti di fruizione
  • Delineare, in collaborazione con l’UX-UI designer, la microarchitettura informativa, ovvero la rappresentazione dell’informazione nella vista di ogni elemento concettuale (ontologia) e delle più importanti funzioni, attraverso la produzione di templates in forma di wireframes, blueprints e-o prototipi; quando opportuno, la micro-architettura va declinata sui diversi canali di fruizione o, in alternativa, va definita una microarchitettura capace di adattarsi ai vari dispositivi (responsive design)
  • Identificare il lessico e la terminologia adeguati alla comprensibilità degli utenti, rispettando eventuali vincoli terminologici (ad esempio di tipo legale o tecnico), attraverso la creazione di vocabolari controllati, tassonomie, parole chiave
  • Identificare, quando opportuno, adeguati strumenti che permettano l’inserimento, il vaglio e la strutturazione di contenuti generati dagli utenti (UGC)

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