Francesca Capochiani – Web Developer

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Classe ’88, consegue la Laurea in Informatica Umanistica all’Università di Pisa con il punteggio di 110 e lode. Attualmente si occupa di sviluppo di interfacce Web e Graphic Design. Si sta affermando come freelance nella sua regione, dedicandosi alla progettazione di siti web e applicazioni mobili.

Presta molta attenzione alla fotografia. Ama tutto ciò che è digitale e nel tempo libero le piace creare set di icone, lettering, esperimenti e omaggi per i progettisti e gli sviluppatori (soprattutto plugin WordPress). Ha recentemente aperto il suo blog capochiani.com, dove raccoglie e condivide idee, esperimenti, esperienze e consigli nel settore.

La sua vita è interamente dedicata alla tecnologia, ma cerca di mantenere un costante contatto con la realtà dedicandosi alle attività più disparate: tra cucina, serie tv, animali, puzzle, sport e cura dei bonsai… non sta ferma un minuto!

L’ultimo social post?
Un tweet che rimanda a un post sul mio blog. Si tratta del risultato di un mio esperimento di digital painting.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Photoshop Live – Street Retouch Prank. Un esempio di creatività in azione. Divertente e interessante.

Mac, Windows o Linux?
Mac.

L’ultimo acquisto online?
Qualche giorno fa ho acquistato un amplificatore per il mio giradischi (un po’ vintage come acquisto, ma adoro collezionare dischi in vinile).

Un libro che ha segnato la tua vita?
Senza ombra di dubbio “Il Signore degli Anelli” di JRR Tolkien. Ma per restare nel campo informatico, una svolta decisiva alla mia vita è stato il testo “Web Design in a Nutshell” (O’Reilly). È un manuale. Ma studiarlo è stato un paradiso.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Ogni progetto ha lasciato una traccia indelebile e un insegnamento importante. Sia sotto il profilo della collaborazione sia sugli aspetti tecnici. Per adesso ho svolto tutti progetti piacevoli e gratificanti. Mi ritengo estremamente fortunata. Sono felice di quello che sto facendo e non ho ancora rimpianti di progetti non realizzati. Anche se i sogni sono tanti e il tempo è poco.

Quando hai deciso di diventare una Graphic Designer e Web Developer?
Quando ho capito che ogni giorno non potevo fare a meno di programmare.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Entrambi gli aspetti sono determinanti. L’Università di Pisa mi sta offrendo una formazione eccezionale riuscendo a coniugare aspetti pratici e teorici. Oltre all’aspetto formativo, è una palestra per fare ricerca. In ogni caso, il titolo di studio da solo non basta. L’esperienza aziendale e il lavoro freelance sono stati assolutamente fondamentali.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Per molte persone il primo colloquio è solitamente un’esperienza da dimenticare. Io invece conservo un gran bel ricordo. Era un team interessante. Non ero agitata. Non mi interessava niente dei soldi. Ero un fiume in piena di entusiasmo.

Francesca Capochiani - Graphic Designer e Frontend Web DeveloperHai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Più di uno fortunatamente. Soprattutto dal confronto con alcuni colleghi e dal contributo di alcuni docenti. Spero di continuare a incontrare persone interessanti e stimolanti in questo cammino.

E un’intuizione vincente?
La vera intuizione è stata aver scelto Informatica Umanistica. Forma figure professionali all’avanguardia, interessanti e flessibili per il mercato del lavoro. Per il resto, fino ad oggi ho accumulato alcune intuizioni interessanti e gratificanti, ma quella vincente la sto ancora cercando.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare una Graphic Designer e Web Developer come te?
Mi ritengo ancora troppo giovane per dare consigli e se dicessi “stay hungry, stay foolish” sfocerei nel banale. È troppo presto per me espormi visto che sto iniziando ora a raccogliere i primi frutti. Purtroppo il periodo storico attuale e la crisi economica non aiuta, ed è sicuramente un momento difficile per inseguire “i propri sogni”. L’unico consiglio che posso dare è studiare e non demordere.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Internet ha senza dubbio stravolto il mondo del lavoro sotto tanti aspetti. Quello più interessante secondo me è il nuovo modo di fare business. Per le aziende, oltre a fornire una maggior visibilità, Internet consente di aumentare l’interazione con i clienti, studiarne gli interessi, gli abitudini e, di conseguenza, proporre strategie mirate. Spero che possa essere utilizzato maggiormente per contattare giovani talenti. Ma c’è ancora tanto da fare. Soprattutto nella pubblica amministrazione.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Assolutamente si. È un’azione indispensabile. Come altri settori lavorativi, anche i lavoratori online hanno bisogno di essere tutelati e rappresentati. Il sindacato dovrebbe essere in grado di fornire consulenza, aiuto e supporto.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
In questo momento ho una “doppia natura” professionale. Quella di Web Developer e di Graphic Designer. Il Web Developer è, letteralmente, uno sviluppatore Web. Una figura professionale che crea, conserva, e diffonde conoscenza all´interno delle organizzazioni pubbliche e private sfruttando le tecnologie informatiche. A lato pratico, passo dallo sviluppo software alla progettazione di siti web. Il Graphic Designer invece, è una figura che opera in più discipline e ambienti. Il mio campo di applicazione è la creazione di prodotti per la comunicazione visiva via Web.

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Sono cambiati i tempi, i modelli in voga, sono variati i contratti e gli orari di lavoro… è estremamente difficile parlare ancora di “cartellini da timbrare”. Soprattutto per una figura professionale come il networker che è costantemente legato allo scorrere del tempo (tempistiche, aggiornamenti, modifiche continue). La vera sfida, indispensabile, è riuscire a ridefinire un assesto organizzativo diverso.

Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Conosco personalmente più dell’80% dei miei contatti. Li conosco quasi tutti, ma i veri amici sono pochi e sono (stranamente) tutte persone con uno spiccato interesse per l’informatica.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google? Se no, perché?
In ambito lavorativo sempre. Se invece si tratta di un incontro privato, in genere no. Preferisco non rovinarmi la sorpresa.

di Mario Grasso