Politica e social network, quanto incidono nell’opinione pubblica?

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GENOVA – L’avvento dei social network ha rivoluzionato non solo il modo di fare informazione ma anche le forme di convivenza e di relazione tra gli individui. Pensieri, idee, immagini, qualunque dato viene diffuso sul web e la tecnologia ha contribuito a ampliare i nostri orizzonti e il nostro modo di agire quotidianamente.

Ma quanto incidono il web e i social network nella formazione dell’opinione pubblica? Nonostante lo sviluppo di internet, la televisione rimane lo strumento mediatico privilegiato, utilizzato dall’80,9% degli italiani come fonte di informazione e principale mezzo di formazione dell’opinione pubblica. Secondo la recente ricerca Censis, durante le ultime elezioni politiche, più della metà degli elettori ha tratto le informazioni dalle notizie e dai commenti trasmessi dai telegiornali (55,3%), il 36,8% dai programmi di approfondimento televisivi, il 22,2% ha avuto come punto di riferimento i giornali, poco più del 16% le tv all news, il 9% la lettura del materiale di propaganda dei partiti e il 7,5% i programmi radiofonici. Scarsa la partecipazione diretta alle manifestazioni pubbliche organizzate dai partiti (4%). Di grande incidenza invece il passaparola e le discussioni con familiari e amici (43,9%).

Nella comunicazione politica via internet solo il 5,9% dei lettori consulta i siti web di partiti e movimenti, l’8,7% utilizza blog, forum di discussione online e il 14,2% dei giovani usa Facebook. Ma è ancora in discussione se il web favorisca la partecipazione politica. Solo il 15% degli italiani crede che la diffusione delle tecnologie digitali abbia contribuito a migliorare l’organizzazione dei movimenti politici e la formazione delle opinioni politiche.

Dalle ultime elezioni si è diffusa la tendenza da parte dei politici e delle figure istituzionali di comunicare e diffondere messaggi direttamente sulla pubblica piazza sempre on-line, in particolare su Facebook e Twitter, dove un semplice cittadino può conoscere in tempo reale le dichiarazioni di un politico, ancor prima che vengano pubblicate su un giornale o in televisione. Ma secondo la ricerca “Parlamento 2.0 – Strategie di comunicazione politica in internet” i nostri politici sono ancora poco digitali rispetto ai colleghi stranieri. I deputati online sono il 58% e i senatori il 49% (in maggioranza provenienti da Pd, Pdl e Lega). I dati registrati nel 2012 vedono i parlamentari italiani presenti nella misura del 21% contro il 70% dei loro colleghi statunitensi e il 49% dei politici inglesi. La piattaforma più utilizzata è Facebook, seguita dal sito, dal blog, da You Tube e da Twitter. Con i suoi 20,9 milioni di utenti in Italia, la pagina Facebook è diventata il nuovo luogo di aggregazione e scambio d’opinioni, impossibile da ignorare in campagna elettorale. I commenti, le condivisioni, i “Mi Piace” diventano monito e punto di riferimento di un politico che vuole dialogare con il suo elettorato e al quale deve prestare attenzione per non perdere consenso.

Lo sviluppo dell’informazione politica sul web è in evoluzione seppur con segnali di arretratezza rispetto ad altri Paesi, ma bisogna tener conto anche della diffusione e dell’uso che si fa della rete in Italia. Una buona parte degli italiani è ai margini della rete e “la rappresentazione più brutale della domanda di Internet in Italia, è quella che vede il nostro paese al quarto posto in Europa nella non invidiabile classifica del numero di individui che non ha mai avuto accesso a Internet (37,2% contro una media europea del 22,4%)”. Parola del presidente Agcom Angelo Marcello Cardani.

Di Debora Geido