Patrizia De Luca – Community manager

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Classe 1985, nata a Bologna da famiglia con cittadinanza plurima, laureata in Ingegneria Informatica e un master in Marketing e Nuove Professioni Digitali.

A 25 anni crea E24:00, primo progetto di organizzazione eventi. Nel 2012 organizza The 50mila Festival, manifestazione vintage che ha contato 13.000 presenze a Bologna alla sua prima stagione.

Nel 2013 fonda la Depop Community, che riunisce gli appassionati della applicazione di social shopping Depop.

Ad oggi in cerca di occupazione, in un passato recente Community Manager e Digital Project Manager. Il mio hobby segreto è divorare quante più riviste di moda possibili, rigorosamente internazionali e in formato cartaceo.

 

L’ultimo social post?
Una vera e propria campagna di marketing su tutti i social network: dal 9 settembre 2013 sono in cerca di una occupazione. Per questo motivo ho lanciato la mia personale #patriziajobchallenge: una sfida di personal branding per far conoscere la mia storia – e il mio cv – ad aziende in cerca di persone valide.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Questo video delle famose Ted Talks. Thomas Suarez è creatore di app a soli 12 anni. Io ho una laurea in ingegneria informatica e mi sono avvicinata allo sviluppo di applicazioni mobile intorno ai 25 anni. Ogni Ted talk è fonte di grande ispirazione per me!

Mac, Windows o Linux?
Obbligatoriamente tutti e tre. Ogni sistema operativo offre vantaggi e svantaggi, e ognuno di essi ha delle peculiarità che lo rendono indispensabile a un certo tipo di utilizzo. Da divoratrice del mondo e della cultura IT, non posso rinunciare ai miei 3 computer e 3 dispositivi mobili!

L’ultimo acquisto online?
Ho prenotato un black cab mentre ero a Londra. Grazie a una app è sufficiente premere un pulsante e prenotare il tuo taxi: arriva a prenderti dove dici tu e… ti scala il saldo dalla carta di credito!

Un libro che ha segnato la tua vita?
Le favole al telefono di Gianni Rodari. Molte di quelle storie le ricordo ancora!

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Sicuramente essere la Tutor del master in Marketing del Sole 24 Ore. Assistere l’insegnamento richiede tanta pazienza, empatia, proattività e abbondanti doti comunicative. Sentire poi il buon feedback degli studenti non ha prezzo!

Patrizia De Luca - Community managerQuando hai deciso di diventare Community manager?
È stato anch’esso parte di una strategia di self branding. Quando ho scoperto l’applicazione Depop ho deciso che volevo lavorare per l’azienda che l’aveva creata. Non avevo modo di farmi notare: l’azienda era a Londra e io non avevo esperienza sufficiente per propormi.
Allora ho fatto la cosa più semplice del mondo: mi sono creata un posto di lavoro. Depop all’epoca aveva poco più di 100mila utenti in Italia, e non aveva una community. Gli utenti della app non potevano parlare tra loro se non uno-a-uno, ed ecco che quando ho aperto la Community tutti si sono subito iscritti.
Dopo appena tre giorni, ho ricevuto una chiamata dagli headquarters!

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
La proattività. È una dote che non si studia e non si pratica, ma che se messa a servizio delle cose giuste porta buoni frutti. Senza dimenticare che una buona istruzione è il minimo indispensabile per affacciarti al mondo. Il resto, lo si impara sbattendo il muso!

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Non era il primo colloquio, ma un assessment: 30 minuti per risolvere 60 test di logica, ragionamento e giochi di parole le cui soluzioni erano da ricercare in 3 volumi allegati al test. In quel momento ho capito che la miopia da computer costituiva un serio svantaggio nei confronti degli altri partecipanti! (Però ho superato il test! n.d.a.)

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Ho avuto la fortuna di lavorare in contesti molto diversi, e quindi di incontrare persone con background culturali e professionali di ogni genere. Questo mi ha arricchito più di quanto potrebbe mai farlo un libro o un corso di studi.

E un’intuizione vincente?
Il 50mila Festival. Nel 2010 era appena esplosa la “moda del vintage” e il terreno era troppo fertile per non coltivarlo: ho messo in piedi un progetto di eventi e concerti a tema e ne ho approfittato per vedere come me la cavavo con le strategie social. L’edizione 2013 del festival ha contato le 13.000 presenze!

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare Community manager come te?
Di contare fino a 10 ma agire al 3! Gestire una community significa avere la possibilità di comunicare e creare contenuti per un pubblico molto grande, ma comporta l’onere di intervenire in caso di crisi. Ecco perchè bisogna essere abbastanza pronti da agire al 3, ma abbastanza lucidi da saper contare fino a 10.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
L’architettura di Internet ha cambiato il mondo delle telecomunicazioni e dell’informatica. L’avvento del World Wide Web come fenomeno di massa ha cambiato tutti gli altri aspetti della nostra vita sociale, economica, professionale e personale. Sono convinta che lo abbia fatto in meglio, e che in Italia le aziende e le persone potrebbero fare di più per sfruttare al meglio le potenzialità di questo mezzo.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Noi networkers abbiamo delle regolamentazioni chiare, precise, si flessibili e soprattutto tecnologiche? No: dunque cosa aspettate a realizzarle?

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Sai cos’è un Customer Care? È una persona o un gruppo di persone che ti aiutano quando hai problemi con una transazione. Il Community Manager ti aiuta quando hai problemi con delle Interazioni, invece che con una singola transazione.

Patrizia De Luca - Community managerL’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Si e no: alcune professioni richiedono di essere presenti quando gli altri non stanno lavorando o stanno usufruendo della tua piattaforma per svago. E questo è altrettanto vero per molti lavori offline.

Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Il 99% delle persone che aggiungo sul mio profilo personale di Facebook sono persone che conosco realmente, o con cui ho un rapporto digitale concreto. Su altri social aggiungo o seguo anche persone interessanti che pubblicano contenuto di valore per me. Mi piace avere una vita offline, ma questo non significa sempre dover scollegare i dispositivi dalla rete!

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Non è una regola fissa. In genere lo faccio, soprattutto se so di dover intrattenere una conversazione su argomenti riguardanti il suo lavoro, in altri casi non c’è empatia che tenga: la vecchia “stretta di mano” comunica più di qualsiasi Klout score.

Se no, perché?
Perchè è bello avere qualcosa da chiedere, anzichè solo cose da dire.

di Mario Grasso