Lavoro, aumenta la ricerca sul web

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MILANO – La guerra dei numeri per la ricerca di lavoro si scatena anche sul web. Dopo l’indagine condotta da LinkedIn e Ipsos che rileva come il 62% degli italiani preferisce non utilizzare Internet per cercare lavoro e crearsi una rete di contatti, arriva il “Rapporto sul mercato del lavoro” a cura della Fondazione Obiettivo Lavoro che fornisce un’altra visione del mondo lavorativo in Italia.

Lo studio, realizzato col Crisp (Centro di ricerca interuniversitario per i servizi di pubblica utilità dell’Università Bicocca di Milano) e con la Fondazione per la Sussidiarietà, ha analizzato 177.189 mila offerte di lavoro sul web proposte da imprese tra i mesi di febbraio e aprile 2013.

Il dato principale fa notare come circa il 40% delle aziende italiane va a pescare nuovi lavoratori proprio attraverso il web e un altro 32% che è in procinto di fare altrettanto. E se è vero che i giovani italiani sono i maggiori frequentatori della Rete sempre secondo la suddetta ricerca LinkedIn-Ipsos, l’occasione per trovare un impiego non mancherà.

Gli annunci analizzati dal gruppo di studiosi della fondazione Obiettivo Lavoro provengono per il 65% da portali specialistici, il 19% da testate giornalistiche e il 16% dalle Agenzie per il lavoro.

La ricerca è stata in seguito arricchita e consolidata dal confronto dei dati estratti dal web con quelli delle Comunicazioni obbligatorie, in particolare per tre regioni italiane: Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte.

L’indagine, realizzata in collaborazione col Crisp (Centro di ricerca interuniversitario per i servizi di pubblica utilità dell’Università Bicocca di Milano) e con la Fondazione per la Sussidiarietà, ha elaborato oltre 180mila offerte di lavoro sul web proposte da imprese nel periodo febbraio-aprile 2013.

La maggior parte delle offerte si trovano nel Nord-Ovest (45%) e nel Nord-Est con il 28%, al Sud invece abbiamo solo il 5%, seguito dalle Isole con il 2%. La Lombardia è la regione con il maggior numero di richieste di personale (73%), seguita dal Veneto e l’Emilia-Romagna con una quota del 12%.

Le industrie rappresentano il settore prevalente con il 41% delle offerte complessive (61mila), seguito dai servizi con il 33% e il commercio con il 17%.

I contratti in somministrazione sono maggiormente diffusi con il 47%. Tra gli altri contratti temporanei troviamo il tempo determinato con il 46% e il lavoro a progetto con il 6%.

Mentre tra i contratti permanenti, il contratto a tempo indeterminato si attesta al 77% (15% su tutte le offerte osservate), mentre l’apprendistato raccoglie il restante 23%.

La laurea è il titolo di studio più richiesto con il 54%, mentre il diploma segue con il 46%. È irrilevante (119) la richiesta di candidati con la sola scuola dell’obbligo.

Le offerte di lavoro sono rivolte a una platea molto ampia con un livello medio alto di skill, professioni specialistiche di difficile reperibilità e persone appartenenti a categorie protette. Online sarà difficile trovare posizioni apicali così come quelle scarsamente qualificate.

Il web si dimostra quindi un canale di ricerca di professionisti specializzati per il settore industriale. Ma ha anche permesso di trovare lavoro a coloro i quali hanno medie-basse skill dove è richiesta una competenza specifica.

Ancora più importante sarà la gestione dei profili personali sui social network per creare un’immagine positiva nei confronti dei datori di lavoro che cercano informazioni sui candidati o sui propri dipendenti.

di Mario Grasso