Riccardo Esposito – Web content specialist

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Riccardo Esposito è nato a Capri il 25 marzo 1981. Nel 2004 inizia a lavorare in un ufficio stampa, nel 2008 si dedica all’attività di webwriting e dal 2012 è blogger freelance.

Ha conseguito la laurea nel 2008 in Scienze della Comunicazione presso La Sapienza, Università di Roma. Per rilassarsi pratica arti marziali, legge e viaggia.

 

L’ultimo social post?
Un tweet per annunciare il cambio immagine della copertina di Facebook.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Non ricordo esattamente. Di solito su Youtube mi lascio trasportare dal caso. Vado per ascoltare una canzone e mi ritrovo a guardare un evento sportivo di 10 anni fa. Mi piace lasciar scegliere al caso e alla barra dei video consigliati.

Mac, Windows o Linux?
Mac per sempre. In passato usavo Windows ma credo che ormai non ci sia più paragone: l’universo Apple ti circonda di comfort e semplicità. Perché rinunciare?

L’ultimo acquisto online?
Una custodia per il mio smartphone.

Un libro che ha segnato la tua vita?
Sulla strada di Jack Kerouac. L’uomo ha bisogno di viaggiare, di scoprire nuovi orizzonti, di alimentare la propria fantasia con nuove esperienze. Si può viaggiare anche senza muoversi fisicamente: hai solo bisogno di una connessione veloce a internet. Il viaggio è il vero obiettivo dell’uomo, non la meta.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Quello che sto vivendo: la mia esperienza di freelance. Non è facile iniziare la carriera di webwriter freelance, devi alvorare sodo. Ma alla fine inizi a vedere la luce. la raggiungi e ti rendi conto che è solo il primo step: ce ne sono altri, e sei solo all’inizio. ma va bene: è una bella avventura.

Quando hai deciso di diventare web content specialist?
Diciamo che è una storia iniziata tanti anni fa, più o meno quando ho capito che preferivo i temi ai problemi di matematica. Nel 2004 ho trovato lavoro in un’agenzia stampa e nel 2008 in una web agency. Nel frattempo mi sono laureato in Scienze della Comunicazione. In realtà non ho deciso di diventare web writer: lo sono diventato.

Riccardo Esposito - Web content specialistNella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Cinquanta e cinquanta. Senza basi teoriche non si costruisce niente, ma senza pratica non si va avanti. Credo che sia un rapporto paritario: due facce della stessa medaglia.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Ero molto teso. Ricordo solo questo!

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Ho avuto un incontro letterario: Seth Godin. I suoi libri hanno cambiato il mio modo di vedere il lavoro. Consiglio a tutti di leggere “La Mucca Viola” e “La chiave di svolta”. In un mondo in continuo mutamento c’è un estremo bisogno di idee come quelle di Seth Godin.

E un’intuizione vincente?
Quella di diventare freelance.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare web content specialist come te?
Consiglio di aprire un blog e di investire tanto tempo sui contenuti. Per chi vuole farsi trovare, chi è all’inizio della propria attività, alimentare un blog vuol dire aumentare pe probabilità di intercettare nuovi clienti. C’è bisogno di lungimiranza però.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Ha aperto tante strade, tante possibilità ma solo a chi riesce a comprendere la velocità di questo universo. Chi pretende di applicare le logiche del vecchio lavoro aziendale ai ritmi del web rimane deluso. Magari lo rinnega, e lo ripudia. Ma bisogna comprendere i ritmi della rete per sfruttarla al cento per cento anche da un punto di vista professionale.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
No, credo che queste istituzioni vecchie e polverose non facciano parte mondo online.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Tu mi dici cosa scrivere e io lo scrivo.

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
No. Gli orari sono un’utopia. Soprattutto se lavori come freelance. Fa parte del gioco.

Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Migliaia online, una decina offline.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
No perché voglio mantenere ancora un minimo di autenticità. I rapporti personali non possono essere definito solo dalla ricerca di Google: dobbiamo lasciare un minimo di incertezza alla nostra esistenza.

di Mario Grasso