T-Mobile USA, sindacati uniti contro le minacce aziendali

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MILANO – In Italia sembra scontato avere una rappresentanza sindacale nelle aziende ma in altri Paesi non è proprio così. Fa ancora più scalpore se uno di questi Paesi è proprio gli Stati Uniti d’America.

A denunciarlo è la campagna “We expect better” organizzata da ITUC (la confederazione internazionale dei sindacati) insieme a UNI Global Union (organizzazione sindacale a livello mondiale), DGB (sindacato tedesco), AFL-CIO (confederazione dei sindacati americani), Ver.di (sindacato tedesco dei servizi) e CWA (il principale sindacato americano delle telecomunicazioni).

L’azienda in questione è la T-Mobile, la società americana affiliata (sussidiaria) della tedesca Deutsche Telekom: se in Germania l’azienda rispetta il sindacato e contratta su salari e condizioni di lavoro, negli USA la dirigenza usa un approccio diverso.

Minacce e intimidazioni nei confronti dei lavoratori che cercano di unirsi in un sindacato aziendale.

Giusto per fare qualche esempio: l’obbligo di indossare il “dunce cap” (cappello con le orecchie d’asino) per un’impiegata del call center o il “monkey satchel” (la borsa della scimmia) per il team con scarsi risultati, bugie sui sindacati, pressioni psicologiche di vario tipo, giro di vite a chi sostiene il CWA per arrivare anche alle minacce con l’intervento della polizia.

Sul sito weexpectbetter.org è stata lanciata una petizione al CEO di Deutsche Telekom René Obermann per richiedere un intervento diretto nei confronti dell’azienda americana che lascia 34mila lavoratori alla mercé delle decisioni manageriali.

Le richieste fatte alla T-Mobile USA sono tre: la fine di qualsiasi comportamento anti-sindacale, un atteggiamento neutrale verso l’organizzazione sindacale e consentire ai lavoratori di T-Mobile di incontrare i sindacati.

Già negli Stati Uniti i leader politici americani hanno incontrato la direzione di T-Mobile sostenuti da oltre 100mila persone che hanno firmato una petizione online indirizzata a Philipp Humm, CEO di T-Mobile USA. Purtroppo però la richiesta di rispetto e dei diritti dei lavoratori nei posti di lavoro è stata ignorata.

La campagna di informazione “We expect better” va comunque oltre il web. I sindacati internazionali stanno spingendo per avere un confronto serrato con i politici, organizzare dei “Truth Summit”, far conoscere ai media tedeschi e americani la vicenda, trovare altri supporter e organizzare eventi culturali sponsorizzati da artisti e sportivi.

Anche nel Paese simbolo della libertà in Occidente sembra ci sia ancora tanta strada da fare. Aldilà che si tratti di una multinazionale e che si occupi di telecomunicazioni.