Congresso UNI Global Union, approvata la mozione ICT

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Congresso UNI Global Union, approvata la mozione ICT

Il quarto congresso mondiale UNI Global Union di Città del Capo ha posto molte sfide per il sindacato mondiale e il mondo del lavoro ICT.

La mozione 13 “Including you in a new world of work” presentata dall’Executive Board dell’associazione con sede a Nyon all’assemblea dei delegati composta da circa 2mila partecipanti provenienti da circa 100 Paesi è stata approvata all’unanimità.

Il testo riguardante le sfide lavorative nel settore ICT a livello mondiale affronta diversi temi che riguardano in maniera più o meno diretta l’Information and Communication Technology: dalle mega città alle disuguaglianze sociali, dai cambiamenti climatici alla guerra per le risorse.

 

Senza dimenticare la rivoluzione del lavoro dovuta all’uso della tecnologia (con tutti i pro e i contro che comportano) e le competenze digitali.

All’interno della mozione, le principali organizzazioni sindacali italiane del terziario (tra cui la UILTuCS) hanno inserito, nella parte dell’emendamento relativo alla qualità del lavoro, l’uguaglianza di diritti e standard sia ai lavoratori assunti dalle agenzie interinali sia ai lavoratoti a tempo indeterminato.

Le organizzazioni di categoria hanno proposto inoltre di inserire attività per la tutela del lavoro in termini di un welfare adeguato e di soluzioni per la contrattazione collettiva.

Anche il documento approvato da UNI ha riportato il problema globale della mancanza di competenze digitali. Rispondere alla natura dinamica del settore vuol dire favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, fare formazione in un’ottica di life-long learning.

I cambiamenti tecnologici – secondo il testo scritto sul documento – devono essere visti come un vantaggio per il settore, un’opportunità in più per facilitare la creazione di nuovi posti di lavoro e di stipendi più alti.

La domanda di competenze nel settore ICT sarà alta e provocherà un cambio di rotta per i lavori esistenti. Soprattutto alla luce del fatto che il fenomeno dell’outsourcing, specialmente nel settore delle telecomunicazioni, porterà al trasferimento di molti lavori in altri Paesi.

A questo va aggiunta anche una competizione molto forte e la tendenza a ridurre i costi come porta d’ingresso per il lavoro precario. Soprattutto per le professioni con una richiesta di basse competenze come il customer service e le posizioni di “back-office”.

Questi sono in estrema sintesi gli orizzonti su cui bisognerà lavorare per la tutela dei diritti dei lavoratori, su cui ogni organizzazione nazionale dovrà porre le basi per un nuovo mondo del lavoro.