Francesca Daleno – Digital Media Specialist

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Classe ’84. Fiera Barlettana di origine, ma trapiantata a Firenze dal 2009 (quanto le manca il mare!).

Ha studiato Informatica e Comunicazione digitale a Bari e lavora come web e graphic designer da quasi 10 anni approfondendo negli ultimi anni a Firenze l’impaginazione e il marketing in generale.

Ama viaggiare (possibilmente in moto) e fotografare con la sua reflex, tenendo un diario di tutti i viaggi importanti. Ama il mare, nuotare e fare snorkeling.


L’ultimo social post?

ho pubblicato la mia ultima foto di food su instagram, pinterest e CucinaMancina.com, sono da sempre appassionata alla fotografia e ultimamente in particolare al foodstyling e al foodphotography, dopo un breve corso per foodblogger organizzato da me a Firenze con MarketingCamp.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Il backstage di StoryFrame (L’abile sognatore) un libro fotografico creato da un bravissimo fotografo, Leonardo Baldini, con la collaborazione della cooperativa sociale Matrix Onlus, la cui vendita permetterà di raccogliere fondi per far vivere in autonomia 8 disabili nella stessa casa con l’aiuto di operatori professionisti. Progetto a cui ho avuto il piacere di contribuire.

Mac, Windows o Linux?
In ufficio uso Windows, a casa preferisco Mac, non c’è niente da fare, aprire 10 programmi di grafica insieme e lavorare comunque veloci non ha prezzo.

L’ultimo acquisto online?
Un template per WordPress.

Un libro che ha segnato la tua vita?
Il fu Mattia Pascal. Ho sempre pensato che Mattia ha fatto quello che molte persone vorrebbero fare tutt’oggi (probabilmente anche Pirandello stesso), scappare e sparire dal sistema. Oggi credo che sarebbe quasi impossibile, ma sarebbe curioso capire come fare.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
MarketingCamp. Un progetto pensato e partorito dalla mente geniale del mio capo, Lorenzo Sciadini, un progetto in cui credo e che può aiutare aziende, organizzazioni, ma anche studenti a rivoluzionare il modo di fare marketing; grazie al Marketing 3.0, il nuovo modello di marketing diffuso e ideato da Philip Kotler; un marketing migliore, consapevole, ma soprattutto etico.

Francesca Daleno - Digital Media SpecialistQuando hai deciso di diventare Digital Media Specialist?
Già dall’università, ho studiato informatica, ma da subito ho capito che la mia strada era diversa da quella della creazione di solo codice, su codice, su codice (importantissimo ovviamente), volevo essere più creativa che informatica, così ho iniziato ad imparare da sola gli strumenti che mi sarebbero serviti per questa professione.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Entrambi sono importanti, lo studio ti aiuta a pensare e a mettere in pratica le cose in maniera diversa e più organizzata, ti aiuta a finire un progetto nei tempi stabiliti senza lavorare fino a notte fonda (cosa che comunque accadrà prima o poi) a non perdere tempo in cose futili e che potrebbero farti perdere tempo, a concentrarti sull’obiettivo. L’esperienza è un’altra cosa, se hai a fianco persone valide, preparate e con la voglia di insegnarti quello che sanno e quello che sarà il tuo lavoro, hai vinto al super Enalotto.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Avevo finito l’università da qualche mese ed ero così contenta quando mi hanno chiamato che sono subito corsa a dirlo a mia madre saltando come una ragazzina (bhè effettivamente lo ero). Al colloquio ero nervosa ed eccitata allo stesso tempo e l’unica domanda che mi ricordo di tutto il colloquio è “Sai usare Photoshop?” e io “certo è la cosa che so usare meglio!” decisa e orgogliosa. Ho ottenuto quel posto con la felicità e la delusione nello stesso momento del primo misero stipendio (in nero). Non è stata una delle migliori esperienze lavorative, ma anche da quello ho imparato tantissimo e ha contribuito a quello che sono ora.

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Non è stato un vero e proprio incontro, ma ho avuto il piacere di ascoltare a Firenze ed essere a pochi metri da John Lasseter, uno dei fondatori della Pixar. I cartoni della Pixar mi hanno sempre affascinato, la loro tecnologia e le loro storie sono spettacolari e a mio avviso sono i cartoni animati migliori che siano mai stati creati; vado tutt’ora a guardarli al cinema e resto a bocca aperta come una bambina. Per me è stato un vero colpo di fortuna poterlo ascoltare, poter vedere come è nata e cresciuta questa grande azienda e il primo cartone animato creato da John, era fatto con la carta (come si faceva una volta), ma era ugualmente spettacolare e divertente.

E un’intuizione vincente?
Potrei averla partorita stamattina, ma non so se è veramente vincente, vi farò sapere.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare Digital Media Specialist come te?
Di non pensare che possono farlo tutti e che quindi debba essere svalutato. Questo lavoro è importante perchè non si tratta solo di “fare”, bisogna conoscere a fondo il marketing, un’azienda non deve avere solo “un sito” o “un’applicazione” come una vetrina da cui qualcuno passa per caso o per sentito dire, ma deve essere efficace e aiutare al successo di un business.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Caspita sì! Ha rivoluzionato il mondo in generale, soprattutto con le ultime tecnologie come gli smartphone e i tablet. Se pensate che prima per trovare o creare qualcosa ci volevano mesi o anni di studio (girare tante biblioteche e comprare tanti libri) e adesso è possibile conoscere un nuovo argomento mirato in pochi minuti stando comodamente seduti ad una scrivania, o che prima per poter lavorare con un cliente era necessario essere nella stessa città, adesso invece è possibile lavorare e comunicare in tempo reale con un Americano senza doverlo mai conoscere personalmente, ha quasi del miracoloso, qualcosa che 30 anni fa non pensavano nemmeno di poter fare.

Ammiro però chi ha creato il primo sito web nel lontano 1991. Adesso diremmo tutti che è terribile, ma se pensate che è stato fatto senza tutte le facilitazioni che abbiamo oggi… un vero genio! Quello che facciamo noi oggi al confronto è un gioco.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Non ci ho mai pensato, ma credo che sarebbe utile avere qualcuno che difende il nostro lavoro nello specifico, purchè sia vero e sincero; i sindacati attuali li vedo molto “facciamo casino” e poco concentrati veramente sui lavoratori e sui loro bisogni.

Francesca Daleno - Digital Media SpecialistDescrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Mi viene in mente il libro “Internet spiegato a mia nonna” di Francis Mizio e ne cito parti del capitolo 5 […] una pagina web è come quei cuscini a frange che fai tu a maglia con gli avanzi di lana colorata. Il linguaggio di programmazione è facile come lo schema da seguire per il tuo lavoro: punto legaccio, punto grana di riso, diritto o rovescio… Puoi persino diminuire e aggiungere occhielli. Immagina poi di piazzarci dentro […] Il video che interessa a quelli della televisione, quello in cui mentre cerchi di metterti davanti alla telecamera precipiti nella fontana con addosso l’accappatoio col cappuccio. E così ti viene fuori un cuscino animato che fa subito la sua figura! Vedrai che traffico sul tuo sito! […] In una pagina web personale devi presentarti, raccontare tutto quello che sai fare e indicare anche i link che portano ai tuoi cuscini preferiti. […] Rimangono i link: è qui che subentrano le frange! Se tu, nel web, trovi la pagina personale di qualcuno che coltiva una passione simile alla tua […] leghi la frangia del tuo cuscino al suo. Si può fare per migliaia di chilometri, che il cuscino sia tedesco o canadese. Infatti il web è una specie di enorme palla di cuscini attaccati fra loro da frange che si intrecciano.[…]

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Non è sempre possibile, più facile per chi lavora per un’azienda e paradossalmente più difficile per chi lavora come freelancer (forse il senso del dovere e più forte e se non finisci in fretta non guadagni), ma è importante soprattutto come freelancer imporsi dei limiti soprattutto negli orari, perchè è più utile un lavoratore sveglio e allegro, che un lavoratore stressato e addormentato, soprattutto per la famiglia o il proprio partner; loro sono più importanti del lavoro e hanno bisogno di te al 100% (e viceversa).

Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Non amo molto i social, sono su facebook solo perchè costretta per lavoro, penso che se usati nel modo giusto possano essere molto utili per il business, ma che stiano uccidendo la socialità vera e propria. É bello poter comunicare con persone che stanno a migliaia di kilometri da te (ma per questo si possono usare altri canali), ma non ha senso ricevere gli auguri da persone che non vedi e non senti da anni, magari gli stai anche un po’ antipatico e non ti telefonerebbero nemmeno, se facebook non gli avesse detto che oggi è il tuo compleanno. Per non parlare del fatto che ci facciamo i fatti di tutti!

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Se si tratta di lavoro sì, è importante essere preparati su quello che fa l’altro prima di incontrarlo, perchè è chiaro che a un certo punto ti dirà: «Non so se hai visto il sito mio sito internet..»; come puoi pensare che ti affidi se stesso e la sua professione se non sai nemmeno che fa?

di Mario Grasso