Sardegna IT, puntare sulle competenze digitali per il futuro della regione

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Per parlare di ICT in Sardegna bisogna pensare alla visione del futuro che la politica ha per questa regione. Il ruolo del sindacato può essere da stimolo per trovare le giuste soluzioni affinché aziende e lavoratori possano trovare le giuste opportunità per investire sul territorio.

A tal proposito, abbiamo sentito Cristiano Ardau, Segretario Generale della UILTuCS Sardegna, che ci ha raccontato del suo impegno all’interno di Sardegna IT, in house della Regione Autonoma della Sardegna che si occupa di servizi informatici.

Quali profili professionali ICT ci sono all’interno dell’azienda?
L’Azienda ha circa 125 dipendenti e tra questi, nei ruoli ICT, ci sono informatici, sviluppatori di software, assistenti tecnici sugli applicativi, Web Editor e il personale dell’Help Desk con competenze pertinenti al servizio stesso dell’Help Desk.

Ci sono problemi lavorativi e/o sindacali legati alla mancanza di competenze digitali?
No, le competenze degli addetti sono ottime e al passo dei tempi. Sono ragazzi fortemente skillati e “amanti” del mondo tecnologico con competenze e professionalità di alto e indiscusso livello.

Quali esigenze formative ritieni siano più urgenti per i lavoratori di SardegnaIT?
Quelle classiche di un lavoratore, ovvero implementare in maniera sistematica le competenze per stare al passo della tecnologia e dei tempi, con riferimento agli scenari che mutuano ogni giorno in tutto ciò che riguarda l’ICT.
Questo è sui contenuti della formazione.
Diverso è chi decide quale formazione e contenuti somministrare. Essendo una società Inhouse della Regione Autonoma della Sardegna penso che si debba tenere un tavolo di confronto trilaterale, Regione, Sardegna IT e organizzazioni sindacali, che bandisca i contenuti della formazione da somministrare, secondo regole di scientificità e di didattica sulla formazione.

Che rapporto c’è tra i lavoratori dell’azienda e i sindacati?
Ottimo, di collaborazione e di partecipazione. Sia il management che gli addetti sono propensi al dialogo e alla gestione “partecipata” dell’azienda efficiente ed efficace.

Come UILTuCS quali iniziative si stanno portando avanti?
Da novembre 2014 siamo impegnati nella stabilizzazione degli addetti che erano con contratto a tempo determinato, oggi disoccupati.
Le recenti delibere della Regione Autonoma della Sardegna, sul recruitment e la selezione del personale per le società partecipate e Inhouse della Regione, hanno fortemente limitato il campo di azione di Sardegna IT.
Tali delibere, auspicate dai più, sono state emanate dalla nuova Giunta Regionale del Presidente Pigliaru, per mettere in ordine gli asset occupazionali dove vigeva troppa anarchia.
Ne hanno fatto le spese questi 15 addetti a cui non è stato prorogato il contratto a tempo determinato, nonostante operino in Sardegna IT anche da 35 mesi.
Come UILTuCS, “arrivati” in Sardegna IT a ottobre del 2014, ci siamo fatti carico di tentare una loro stabilizzazione chiedendo all’Assessore Regionale degli Affari Generali ed Enti locali un apposito incontro.
Di fatto non vogliamo nuovi disoccupati e disperdere professionalità e competenze utili alla Società e alla R.A.S. che gli commissiona importanti affidamenti ICT.

Quale futuro per i lavoratori dell’ICT in Sardegna?
Il futuro dell’ICT in Sardegna dipende da cosa si vuol fare di questo settore. E molto dipenderà dalla politica, ovvero che valore strategico gli vorrà dare.
La Sardegna non potrà ancora andare avanti per molto con l’industria pesante che inquina, vessa il territorio e porta poca ricchezza.
Serve anche il settore del terziario avanzato che con poco dispendio porta valore aggiunto all’apparato produttivo ove si insedia con riverberi nei territori limitrofi siano essi locali, nazionali e stranieri.
Ma senza una politica strategica fatta dalle istituzioni, nessun operatore o realtà aziendale trova accattivante operare in Sardegna.

di Mario Grasso
Foto: tecnicoruggieri.oneminutesite.it