Osservatorio Competenze Digitali: i risultati principali

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Osservatorio Competenze Digitali: i risultati principali

Riconsiderare le competenze e promuovere un cambiamento culturale in logica digitale: è questa la linea rossa su cui si è basata l’edizione 2015 Osservatorio Competenze Digitali.

I dati presentati a Milano il 7 aprile nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano dalle associazioni ICT (Assintel, Assinform, Assinter, AICA) e dall’Agenzia per l’Italia Digitale hanno dimostrato come la trasformazione digitale, con l’ausilio delle nuove tecnologie, stia cambiando il modo di operare di imprese e pubbliche amministrazioni.

La seconda edizione dell’ Osservatorio Competenze Digitali si è concentrata principalmente sui professionisti ICT.

Il focus dell’analisi è stato il bilancio attuale delle competenze nel sistema di domanda e offerta ICT sulla base dell’European e-Competence Framework 3.0 e fornire degli elementi di riflessione per tentare di delineare percorsi di cambiamento che permettano di sfruttare meglio il potenziale delle nuove tecnologie.

La ricerca è stata fatta volutamente sulla base dell’e-CF poiché il Quadro europeo delle competenze digitali rappresenta una prima concreta risposta alla necessità di standardizzazione del settore ICT.

Anche alla luce del fatto che l’e-CF è stato adottato dal CCNL Terziario nel marzo 2015 ed è diventato da poco uno standard europeo.

Osservatorio Competenze Digitali: i principali messaggi

In generale, aziende e utenti sono consapevoli dell’impatto significativo della Digital Transformation sulle competenze ICT. Anche alla luce di alcuni trend come il Mobile, la Business Analytics, l’Internet of Things, il Cloud Computing e i pagamenti elettronici.

Emerge anche la figura dell’e-leader, elemento necessario per una cultura digitale in qualsiasi lavoro.

Quali sono le competenze attuali?

Buona la presenza di laureati sia nel sistema offerta (oltre il 50% di laureati nelle aziende ICT) sia lato utenti (più del 50% nella Pubblica Amministrazione Centrale, 36% nella Pubblica Amministrazione Locale e 40% nelle aziende).

Ingegneria Informatica e Informatica/Scienze dell’Informazione sono le lauree più presenti. I diplomati mostrano una soddisfacente capacità di rispondere alle esigenze “digitali” delle diverse organizzazioni, fatta eccezione per la PAC, che è anche il target con una minore percentuale di risorse diplomate.

Osservatorio Competenze Digitali: gli aspetti negativi

La mappa delle competenze presenti nelle diverse organizzazioni con le cinque macro-aree di competenza del Framework e-CF 3.0 (PLAN, BUILD, RUN, ENABLE, MANAGE) dimostra come, soprattutto lato utenti:

  • Nelle aziende ICT, sulla base delle risposte ottenute, il livello di copertura nelle 5 macro-aree è del 73% circa;
  • Il 21% degli specialisti ICT ritiene di possedere le competenze necessarie al ruolo che dichiara di ricoprire; il livello di copertura delle 5 macro-aree supera il 70% (75% dei professionisti che operano nell’ambito dell’offerta IT; 72,6% per quelli appartenenti alla domanda ICT);
  • Nelle aziende utenti si arriva a un livello di copertura del 48%;
  • La Pubblica Amministrazione Centrale copre mediamente il 41% delle competenze, la Pubblica Amministrazione Locale il 37%. All’interno della PAL, le società ICT in house di Regioni e Province Autonome arrivano a una copertura del 67%.

Le competenze: chi sale e chi scende

L’area RUN è quella più coperta in termini di competenze presenti, ENABLE e MANAGE sono gli ambiti più carenti, aspetto preoccupante considerando che si tratta di aree di competenze più di altre necessarie ad abilitare percorsi di trasformazione digitale.

Se da un lato mancano le competenze, dall’altro c’è la consapevolezza e la di voglia colmarli.

Tra i profili ICT più in crisi:

  • Nelle aziende ICT sono l’ICT Security Specialist, l’Enterprise Architect, il Business Analyst. Quest’ultimo soprattutto nelle realtà medio-piccole;
  • Nelle aziende utenti il CIO (Chief Information Officer), in primis, seguito da ICT Security Manager, Database Administrator, Digital Media Specialist;
  • Il CIO è un profilo fortemente critico anche nel settore pubblico. Gli Enti centrali indicano tra i profili più difficili da introdurre anche l’Enterprise Architect e il Business Information Manager, seguiti da ICT Consultant, Business Analyst.
  • Nella PAL, dopo il CIO, le maggiori criticità riguardano figure quali Enterprise Architect, ICT Security Manager, Digital Media Specialist. Nelle società in house di Regioni e Province Autonome, Enterprise Architect e ICT Security Manager risultano invece più critici del CIO.

L’uso di nuovi profili e competenze sono difficili da ritrovare soprattutto nelle realtà utenti per diversi motivi: budget limitati, contesto regolatorio (blocco delle assunzioni in ambito pubblico), mismatch tra domanda e offerta di competenze sul mercato.

Formazione ICT: prevale il metodo esperienziale

Lo sviluppo di competenze interne si basa soprattutto sul Training on the job (oltre il 90% degli Enti Centrali, 75% di quelli Locali, 80% delle Aziende Utenti, 87% delle Aziende ICT). Le in house di Regioni e Province Autonome ricorrono più di tutte le altre a corsi di formazione sia esterni, sia interni all’azienda.

Le giornate dedicate alla formazione raggiungono la media di 6,2 annue pro-capite nelle aziende ICT, 4 nella Pubblica Amministrazione, 3 nelle aziende utenti.

Nelle aziende ICT sono più importanti le certificazioni informatiche (su tecnologie/soluzioni proprietarie, di processo, in ambito Security e di Project Management) come strumento di aggiornamento permanente.

Le retribuzioni del settore ICT: tra alti e bassi

L’ Osservatorio Competenze Digitali ha evidenziato una situazione diversificata per categoria professionale e comparto di appartenenza. Come avevamo già scritto in precedenza, chi lavora nelle società di progettazione di computer e altri dispositivi (informatica, elettronica) percepisce una paga media superiore rispetto a chi lavora in società che producono software e forniscono servizi e consulenza (Consulenza e Servizi ICT) per tutte le categorie professionali.

I lavoratori delle imprese di Consulenza e Servizi ICT confermano anche per il 2014, come in passato, di percepire retribuzioni più basse rispetto alla media generale: le differenze vanno dal -9,7% nel caso dei dirigenti al -2,5% per gli impiegati.

Per gli impiegati di informatica ed elettronica, le retribuzioni sono leggermente più basse rispetto alla media generale per quanto riguarda dirigenti (-1,2%) e quadri (-2,9%), mentre sono più alte per gli impiegati (+3,6%), andamento che è confermato per tutto il quinquennio 2010-2014.

Nello specifico delle professioni ICT:

  • Tra i dirigenti, la figura che ottiene la retribuzione media nettamente più elevata per tutto il quinquennio è il Direttore Sistemi Informativi;
  • Per i quadri, nel 2014 si posiziona al primo posto il Responsabile Commerciale, che supera di poco il Key Account Manager;
  • Fra gli impiegati, ottiene la retribuzione media più elevata il Key Account Manager, come nei due anni precedenti.

In generale, nel 2014, la maggior parte delle figure ha visto una crescita della retribuzione media. Il 64% degli intervistati ha avuto un aumento dell’1%, nel 24% un calo tra l’1% e il 5%, nel 12% dei casi nessuna variazione sensibile.

Segnali positivi per il settore ICT anche se rimane indietro rispetto ad altri settori. Quindi, se da un lato è positiva l’introduzione dell’e-CF nel CCNL Terziario come cambiamento positivo per la cultura digitale, dall’altro si dovrà lavorare sull’adeguamento economico delle retribuzioni.