Angelo Cerrone – Digital Media Specialist

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Angelo Cerrone - Digital Media Specialist

Angelo Cerrone, 31 anni, vive a Campagna, piccolo Comune della Provincia di Salerno.

Laureato con il massimo dei voti e relativa lode in Comunicazione di impresa, da circa quattro anni si occupa di marketing per imprese e liberi professionisti.

All’inizio della sua attività professionale si era esclusivamente focalizzato sulle classiche attività pubblicitarie e di gestione dei clienti in quanto, nell’agenzia dove ha mosso i primi passi, l’advertising digitale era visto come un vero e proprio nemico da combattere.

Dopo un solo anno però, la sua passione per la tecnologia è esplosa definitivamente dedicandosi anche alle attività di digital marketing che lo portano a continuare il suo percorso di lavoro come freelance anche se per pochi mesi.

Nel febbraio del 2016 è stato contattato da un’impresa di artigiani per digitalizzare la loro attività.

Tuttora lavora per loro e ricopre il ruolo di digital e social media strategist e gestisce anche il relativo blog aziendale.

A proposito di blog, la scrittura digitale è diventata una vera e propria passione a tal punto da scrivere: sul suo blog personale, su un blog di analisi pubblicitaria (un mio progetto) e su altre piattaforme come ospite d’onore.

Oltre alla scrittura, adora il calcio, i libri e la musica. Inoltre è un appassionato della cucina italiana: ama molto assaggiare nuovi piatti e bere, in compagnia di amici, del buon vino o dell’ottima birra.

L’ultimo social post?

È una delle domande più difficili che mi abbiano mai fatto in quanto non sono mai in grado di individuare l’ultimo post pubblicato sui social network.

Infatti aggiorno i miei profili personali in modo costante e anche le pagine aziendali che gestisco vengono aggiornate quotidianamente. Dunque per me è sempre complicato affermare:“questo è l’ultimo social post di oggi”.

Forse è più corretto parlare dell’ultimo articolo pubblicato sul mio blog personale. Lì ho un calendario settimanale e la gestione degli post è molto più semplice.

Ad esempio nella mia ultima pubblicazione, ho parlato delle Newsletter e di come crearne una senza l’uso delle email.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?

Sono sincero, sono uno dei pochi digital strategist che non opera su Youtube.

La piattaforma non mi piace e non la considerò essenziale per fare marketing di impresa in quanto, al momento, non ci sono gli strumenti adatti per misurare il business aziendale.

Nonostante questo mio rapporto burrascoso con Youtube, ogni tanto mi concedo una pausa sul social controllato da Google e guardo soprattutto video musicali.

Tra i gruppi musicali che seguo volentieri su Youtube ci sono i Greenday ovvero una band che mi trasmette emozioni ed adrenalina nei momenti più difficili della giornata.

Mac, Windows o Linux?

Linux, Linux e soltanto Linux. Ho abbandonato il sistema Windows per disperazione. Bug, blocchi e aggiornamenti quotidiani erano diventati un peso per la mia attività digitale e per tali ragioni ho deciso di non utilizzare più il sistema operativo di Microsoft.

Con Linux è stato amore a prima vista. Lo uso da tantissimo tempo e non ho avuto mai un solo problema che abbia compromesso la mia attività professionale.

Invece non ho mai usato un Mac, ma mi sono ripromesso che prima o poi ne comprerò uno per testare tutte le sue potenzialità.

L’ultimo acquisto online?

3 libri sulla comunicazione di impresa. Due libri sono stati scritti da Kotler e Godin ovvero due guru del marketing aziendale. L’altro invece è di un’autrice italiana che è riuscita a persuadermi con un titolo molto accattivante.

Un libro che ha segnato la tua vita?

Adoro la letteratura sudamericana e in particolare Marquez quindi senza ombra di dubbio Cento anni di solitudine.

Questo libro può tranquillamente rappresenta la società di oggi. Infatti nonostante la tecnologia abbia fatto progressi da gigante, le persone continuano a vivere nella loro solitudine interiore e ciò spesso porta a gesti estremi.

Sembrerà strano, questo libro è stato scritto nel 1967 ma dopo cinquant’anni non è cambiato assolutamente nulla.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?

Il blog. Ho creato il mio primo blog per gioco in quanto avevo voglia di confrontarmi con gli esperti del settore e dopo un solo anno ho ottenuto risultati straordinari nonostante avessi scelto una piattaforma non troppo professionale (WordPress.com).

La crescita è continuata con il tempo e ciò mi ha spinto, a Gennaio di quest’anno (2017), a lanciare il mio blog ufficiale. Ora ho due obiettivi: continuare a divulgare il sapere sulla comunicazione digitale e consolidare il mio ruolo all’interno del panorama del web.

Quando hai deciso di diventare Digital Media Specialist?

Dopo aver capito che il marketing tradizionale non può rappresentare il futuro delle imprese.

Infatti mi rendevo conto che le aziende investivano soldi e risorse in strategie che non potevano essere monitorate ed analizzate. Da lì ho capito quanto sia importante l’attività digitale per lo sviluppo del business aziendale.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?

Entrambe sono fondamentali. Gli studi consentono di conoscere le base della comunicazione e del marketing di impresa mentre la pratica è essenziale per mettere in atto ciò che abbiamo imparato.

L’unico vero problema è la preparazione universitaria e i relativi Master.

Spesso tra i banchi universitari ci si concentra esclusivamente sulla teoria e ciò limita la crescita degli studenti. Per questo è necessario integrare gli studi con un’esperienza pratica e continua in modo tale da perfezionare la propria attività digitale.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?

Più che curiosità, parlerei di stupore visto che i miei interlocutori non credevano che fossi cosi determinato e soprattutto diretto.

Questo mio modo di essere forse può rappresentare un problema per alcune realtà imprenditoriali, ma credo che la sincerità sia il miglior biglietto da visita per un professionista.

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?

Si. Alcuni mesi fa, ho incontrato una delegazioni di esperti di marketing internazionale per un progetto di valorizzazione dei prodotti enogastronomici locali nel mondo.

Erano persone straordinarie che raccontavano le diverse sfaccettature dei mercati europei e in particolare dell’area scandinava. Con quell’incontro, ho capito l’importanza del marketing in mercati emergenti dove la storia e la cultura locale continuano ad influenzare gli acquisti dei consumatori.

E un’intuizione vincente?

L’intuizione più bella che ho avuto è stata quella di creare un progetto digitale basato solo su due punti: blog aziendale e newsletter su Whatsapp.

Il cliente era stato sincero sin dal primo momento: non aveva budget sufficiente per operare anche sui social network. Quindi per evitare di creare dei profili che sarebbero stati abbandonati in poco tempo, ho pensato di curare la Seo del blog in modo tale da intercettare potenziali clienti e di diffondere gli articoli del blog mediante Whatsapp.

I risultati sembrano avermi dato ragione visto che il blog ha macinato risultati sorprendenti.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare Digital Media Specialist come te?

Di non aver paura degli errori ma di continuare a sperimentare.

Il marketing digitale ha bisogno di nuove idee e soluzioni per superare questa fase di appiattamento temporaneo.

I giovani devono saper osare senza però pregiudicare la reputazione dell’azienda per cui lavorano. Per cui ogni professionista deve stimolare l’immaginazione e la creatività e abbandonare i classici schemi della comunicazione digitale.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?

Purtroppo i cambiamenti sono ancora poco evidenti. Si inizia a parlare di smart working e di spazi condivisi tra aziende ma, come sempre, l’Italia è in ritardo rispetto ai Paesi più sviluppati.

Sicuramente nei prossimi anni assisteremo ad una rivoluzione del mercato del lavoro.

La maggior parte delle mansioni sarà svolta da casa e i contratti non saranno più né a tempo determinato né indeterminato. Tutto sarà regolarizzato in base agli obiettivi raggiunti.

Inoltre molte aziende potranno creare delle piattaforme digitali private per mettere in contatto i singoli dipendenti e gli ordini saranno trasmessi via smartphone.

Il futuro del lavoro passa proprio dagli smartphone visto che il Pc è già preistoria.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?

Si, è necessario per regolamentare l’uso della rete. Lo immagino come un comitato costituito da alcuni esponenti eletti democraticamente dagli utenti digitali.

Le elezioni devono essere organizzate ogni due anni in modo tale da consentire a tutti di poter contribuire allo sviluppo di internet.

Ogni assemblea deve essere digitalizzata e dovrà essere accessibile a tutti. Alcuni punti possono essere votati anche dagli elettori attivi, mentre altri solo dagli esponenti.

Lo statuto e gli altri documenti devono essere pubblicati online e possono essere consultati da tutti.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.

Lavoro con i computer. A parte gli scherzi, è difficilissimo descrivere una professione digitale.  Forse la descrizione più appropriata è: “aiuto le imprese ad essere presenti su internet e a valorizzare i loro prodotti e servizi.”

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?

Questa forma di lavoro è morta. I dipendenti devono essere felici, devono essere in grado di vivere serenamente il proprio lavoro e la loro vita privata. Le aziende devono creare dei modelli di business basati su orari flessibili e sulla possibilità di alternare le risorse, all’interno dell’organizzazione, in base alle loro esigenze personali. Solo in questo modo ci sarà una nuova vera ripresa economica.

Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?

Sui social network ho conosciuto tantissime persone che mi hanno dimostrato affetto in questo periodo, ma purtroppo la maggior parte di loro vivono in aree territoriali lontane dalla mia. Spero, con il tempo, di incontrarle dal vivo in modo tale da consolidare questi rapporti.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google? 

Sinceramente no.

Se no, perché?

Perché spesso mi fido delle persone e non effettuo nessuna ricerca. In altri casi guardo il loro profilo Facebook per capire chi sono, cosa fanno e quali sono le loro passioni.