Professioni ICT: più partite IVA meno dipendenti

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MILANO – E’ netta la crescita, che sembra inarrestabile, del “popolo delle partite IVA”, a discapito del tanto sognato posto fisso: quest’anno i possessori ‘forzati’ di partite IVA (che aprono per necessita’ piu’ che per scelta) sono aumentati ulteriormente del 3% arrivando a toccare quota 153.800. Oramai è in possesso di partita IVA un lavoratore su quattro e il dato, a quanto pare, è destinato a crescere

Aumenta anche il  ‘popolo’ dei contratti atipici mentre si riducono le tariffe professionali e gli stipendi medi dei talenti Ict che sono generalmente più bassi rispetto ad altri settori. Inoltre c’e’ stato un forte calo delle risorse per l’innovazione e la formazione interna, troppo trascurata. Questi i dati salienti rllevati dall’ Osservatorio sui Profili IT per il 2011 dell’Assintel, l’associazione nazionale delle imprese ICT aderente alla Confcommercio. Una situazione non certo rosea, che ripropone alcuni problemi storici del settore

Le imprese attive nel settore ICT nel primo semestre 2011 risultano 129 mila con una mortalità del -2%, appena inferiore  rispetto allo scorso anno. Gli occupati nel primo semestre risultano 600 mila con un lieve saldo negativo, di pochi decimali sotto lo zero.

Le retribuzioni risultano ‘in frenata’ nel 25% dei casi, dato evidenzianto dal confronto con la banca dati di OD&M (che analizza le retribuzioni di circa 13.500 profili dell’area ICT), per il restante 75% del campione invece le retibuzioni sono rimaste stabili e qualche volta sono anche cresciute, come nel caso della professione di Key Account Manager o del Responsabile Help Desk, il cui valore e’ salito del 9% e più.

Gli stipendi medi delle figure ICT inquadrate in azienda del comparto comunque sono sistematicamente inferiori (dal 5% all’8% in meno) rispetto a quelle di chi lavora in aziende attive in altri settori. Anche le retribuzioni Ict seguono logiche di tipo geografico e dimensionale: gli Impiegati del Nord hanno stipendi in media superiori del 18% rispetto a quelli delle regioni meridionali e insulari, mentre guadagna di più chi lavora in aziende di più grandi dimensioni. Se gli stipendi medi non son molto alti e’ pero’ piuttosto usato– sottolinea la ricerca – il ricorso delle aziende all’erogazione dei benefit aziendali (telefonino, pc aziendale, buoni pasto) pensati come ‘leva’ integrativa alla retribuzione

LE TARIFFE – Assintel definisce come “allarmante” la prosecuzione del trend di deprezzamento delle tariffe che in questi ultimi tre anni ha toccato spesso livelli al di sotto della sostenibilità. Le tariffe medie nel 2011 hanno ripreso una velocità di caduta del -2,2% (era -1,7% lo scorso anno). Quelle che diminuiscono di più sono le tariffe legate agli sviluppi applicativi (-3,9%).

Nella Pubblica Amministrazione, la tendenza al ribasso è ancora piu’ netta: le tariffe minime sono in calo del 2,6%, confermando il differenziale rispetto al mercato Ue (310 euro/giorno contro i 361); sempre nella PA si toccano punte di 150 euro al giorno – nonostante si parli di lavori altamente specializzati – per risorse impiegate in progetti di System Integration su grandi dimensioni

Le cifre più elevate invece sono destinate alle figure operanti nell’area commerciale in particolare la figura di Key Account Manager. La figura dirigenziale meglio retribuita è quella di Direttore Sistemi Informativi.

LA FORMAZIONE – E’ un altro argomento dolente: il 33% delle aziende del campione, con meno di 50 addetti, non ha piani di formazione strutturati. Le aziende ricorrono a finanziamenti pubblici per la formazione (nel 70% dei casi), a fondi interprofessionali (nel 20% dei casi) o a autofinanziamenti (47%) ma molti di questi fondi rimangono, nei fatti, inutilizzati. In generale il settore della formazione, che dovrebbe essere strategico soprattutto in momenti di difficolta’, è stato invece il primo a subire i ‘tagli’, minando alla base la capacità di innovazione delle imprese

INCENTIVARE I TALENTI – “Il taglio dei costi come strategia di sopravvivenza rimane una tentazione, molto pericolosa, per tante aziende tecnologiche – sottolinea Giorgio Rapari, presidente Assintel – queste aziende dimenticano come sviluppo, formazione e innovazione dei talenti siano la garanzia della loro stessa esistenza sul mercato. Manca una gestione illuminata che valorizzi i talenti e sappia stare al passo delle nuove tecnologie. Il contratto del terziario ha finalmente inserito una voce specifica per il settore Ict ma resta molto da fare riguardo alle professioni del web e, più in generale, per le micro imprese.

Per incentivare lo sviluppo dei talenti  sono necessarie misure ad hoc come, per esempio, i voucher formativi per le micro e piccole imprese e forme flessibili di valorizzazione delle competenze e dei meriti. Poi, naturalmente, il nuovo governo Monti deve fare la sua parte assumendo il ruolo, che gli compete, di direttore d’orchestra: un ruolo necessario per un vero rilancio del sistema Italia”

 

a cura della Redazione