Il governo Monti, la banda larga e il digital divide

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MILANO – Primi passi del nuovo governo in merito all’economia digitale e allo sviluppo dell’ICT, leva importante per migliorare la situazione economica del Paese e creare nuovi posti di lavoro.

Basti pensare alle possibilità di sviluppo di Internet che già oggi nel nostro Paese, con tutti i limiti del non completamento delle infrastrutture, vale almeno il 2% del PIL, mentre in Francia supera il 3% e in Gran Bretagna e Svezia vale il 5%.

Il tema economia digitale quindi, potrebbe – dovrebbe – diventare il cavallo di battaglia per l’esecutivo, considerando anche il fatto che il Ministro Passera, che proviene dal mondo dell’ICT, ha già ribadito più volte di volersi impegnare per lo sviluppo del settore.

Ora l’esecutivo guidato da Monti, coerentemente con gli obiettivi fissati nel Piano Nazionale Banda Larga, ha presentato a Bruxelles un documento volto a  azzerare il digital divide con le regioni del Sud facendolo precedere da un accordo firmato con le sette regioni italiane interessate (Basilicata, Calabria, Molise, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia).

Il documento (firmato dal Ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera e dal Ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca) prevede 1580 mld d’investimenti, tramite i fondi comunitari-

In particolare 1.141 milioni di euro per la banda ultralarga; 119 milioni per la banda larga e altri 320 per la creazione di data center della Pubblica Amministrazione, che permetteranno lo sviluppo di sistemi di cloud computing (2) e la fruizione on line dei principali servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione.

I soldi, provenienti dai fondi comunitari Eurosud (3) saranno assegnati alla copertura delle ‘aree bianche’, quelle considerate non sufficientemente remunerative per i privati, in cui è particolarmente importante l’intervento statale.

L’obiettivo è azzerrare il divario digitale e garantire a tutti i cittadini delle regioni coinvolte l’accesso a Internet (con una velocità di almeno 2 Mbps) entro il 2013. Ed entro il 2020 – in linea con la Digital Agenda europea – la velocità di connessione dovrebbe arrivare  ad almeno 30 Mbps per tutta la popolazione.

Quello presentato dall’esecutivo Monti e’ un piano concreto che potrebbe risolvere il vecchio problema delle infrastrutture italiane, almeno al Sud e ridurre, se non azzerare il digital divide e creare qualche migliaia di nuovi posti di lavoro.

Un obiettivo realistico per un piano che va portato a termine senza indugi, entro il 2015, pena la perdita dei fondi Eurosud.

 

di Giuseppe de Paoli

1 – Il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie informatiche e chi ne è escluso per motivi economici, culturali, geografici

2 – In italiano ‘nuvola informatica’ indica un insieme di tecnologie che permette di memorizzare, elaborare, archiviare dati direttamente in Rete

3 -Fondi strutturali dell’Ue dedicati allo sviluppo del sud: saranno indirizzati soprattutto a infrastrutture, agenda digitale, istruzione, occupazione