MILANO – L’Italia è un paese storicamente poco propenso a investire nel Venture Capital e questo vale anche per il settore Ict, che pur è considerata una delle realtà imprenditoriali che possono dare il massimo in termini d’innovazione.
Qualcosa pero’ si sta muovendo soprattutto negli ultimi mesi: esemplare il caso di Beintoo, la giovane star up italiana premiata all’importante rassegna parigina leWebb dove ha superato concorrenti molto competitivi.
La società di game fiction, fondata da Antonio Tomarchio, ha preso forma anche grazie all’aiuto finanziario fornito da ‘business angel’ italiani. Oggi vi lavorano una decina di persone in Italia ( a Milano) e tre a San Francisco: un’altra dimostrazione del fatto che una buona idea, supportata da un efficiente business plan, può dare grandi risultati.
L’ANNO DELLA SVOLTA – Il 2012, ne son convinti in molti, potrebbe essere l’anno della ‘svolta’ per il venture capital nostrano. Nuova linfa dovrebbe arrivare anche dal Fondo Italiano d’Investimento, che ha in programma lo stanziamento di cinquanta mln di euro, appena riceverà l’approvazione della Banca d’Italia.
I PREMI – Per supportare nuove idee si sta muovendo anche la Confcommercio che ha dato il via alPremio nazionale per l’innovazione 2012 rivolto a imprese, università, centri ricerca, liberi professionisti che presenteranno progetti competitivi in grado di rilanciare l’Italia sullo scenario internazionale. In palio ci sono sei onorificenze che verranno conferite direttamente dal presidente Giorgio Napolitano.
Sono cento, invece, le imprese che si sono candidate al Premio Innovazione ICT Puglia, realizzato in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano: un’occasione per valorizzare aziende, amministrazioni, enti pubblici che hanno investito con successo nelle tecnologie.
LE SPONSORIZZAZIONI – Di grande interesse per i networkers anche Seed Lab, il programma di accelerazione d’impresa lanciato da Fondamenta Sgr e dal Fondo TT Venture che prevede la selezione di venti proposte ad alto contenuto innovativo: la metà di queste saranno sponsorizzate con Borse di Studio.
Un altro progetto da segnalare è Start Up Design Lab, un laboratorio destinato a 20 partecipanti, per progettare una internet start up. L’iniziativa è curata da Nicola Mattina e dal team di Elastic società di consulenza digitale. Il corso si terrà prevalentemente in inglese, durerà dieci settimane e partirà nella seconda metà di febbraio, o al piu’ tardi, ai primi di marzo.
Mattina è stato l’ideatore del progetto Working Capital, il programma di Telecom che offre finanziamenti alle imprese innovative e ha contribuito in modo significato a promuovere l’idea che fare impresa sia un’alternativa concreta ai tradizionali percorsi professionali.
L’AZIONE DEL GOVERNO – Favorire la creazione di start up è anche uno degli obiettivi del Governo Monti che s’occupato della questione, anche, con l’articolo quattro del decreto “Cresci Italia”. La norma introduce una nuova figura d S.r.l (società a responsabilità limitata) semplificata: e’ previsto un capitale minimo di solo un euro per dare il via alla societa’ e la possibilità di fare a meno dell’atto pubblico e quindi del notaio; basterà una comunicazione on line al registro delle imprese, senza ulteriori spese.
LE PERPLESSITA’ – Una norma che dovrebbe favorire la nascita di nuove societa’ e pero’ ha lasciato perplessi molti. Drastico il commento di Nicola Mattina, fondatore di Elastic “Il limite di età è incredibile: quella media di chi fa impresa e’ piu’ alta e comunque l’uscita di scena al compimento del 35° anno rende impraticabile qualsiasi forma di finanziamento. Se poi fra i soci fondatori ce n’è uno che compie trentacinque anni, ma ha particolari capacità, sarà dura sostituirlo! A meno di cambiare forma societaria.’’
Quanto ai costi d’ingresso e’ ancora Mattina a manifestare perplessità: ‘’Nella creazione di una societa’ incide molto di piu’ il versamento dell’Iva e l’acconto sulle tasse. Quella del governo sembra un’operazione contabile per dire alla fine dell’anno che sono state realizzate un certo numero di nuove società. Bisognerà poi vedere quante di queste sopravivranno’’
di Giuseppe de Paoli