Lavoratori ICT in Italia? Vecchi, senza laurea e maschi

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I lavoratori ICT in Italia? Vecchi, senza laurea e maschi

Gli ultimi dati occupazionali sui lavoratori ICT specializzati in Europa sono forniti dall’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, confermano ancora una volta determinate tendenze già in corso negli ultimi anni.

I dati estratti lo scorso dicembre e pubblicati sul sito di Eurostat, ci offrono una panoramica degli ultimi sviluppi sulla domanda di quei lavoratori che hanno la competenza di sviluppare, operare e mantenere sistemi ICT e per i quali l’ICT costituisce la parte principale del proprio lavoro, così come li definisce l’OCSE in uno studio del 2004.

Principali risultati statistici

  • L’impiego di lavoratori ICT specializzati è stato perlopiù non influenzato dall’incertezza del mercato lavorativo globale durante la crisi economica: il tasso di crescita occupazionale per i lavoratori ICT è rimasto crescente in una media del 4% per anno dal 2006. Nello stesso periodo, per esempio, è stato più di 12 volte alto del tasso medio di crescita dell’occupazione totale.
  • Quasi la metà degli specialisti ICT – 44% nel 2014 – non hanno un’educazione universitaria.
  • Il 63% dei professionisti ICT nell’Europa a 28 ha un’età superiore ai 35 anni. La proporzione di questi lavoratori è aumentata del 6% dal 2005 a oggi.
  • La maggioranza dei lavori ICT sono occupati dagli uomini. La proporzione delle donne che lavorano in questo settore in Europa è scesa dal 2005 ed è arrivata al 18% nel 2014.

Trend generali nella domanda di lavoratori ICT

Specialisti ICT in Europa - 2014
Specialisti ICT in Europa – 2014

Nonostante la crisi, durante gli ultimi dieci anni, l’impiego di specialisti ICT in Europa è rimasto sui binari della crescita. Con una media di crescita del 4% nel periodo 2006-2014, l’evoluzione occupazionale è stata ciclica ma senza il segno negativo. La rapida crescita nell’impiego totale di specialisti nel Vecchio Continente conferma l’importanza sempre più centrale dell’ICT nell’economia globale.

In Italia, secondo il report, sono circa 558.500 gli specialisti italiani, ovvero il 2,5% della forza lavoro nazionale rispetto a una media del 3,7% europea.

Specialisti ICT per livello di educazione

La maggior parte degli specialisti ICT europei ha completato gli studi universitari, con una percentuale di questi lavoratori in lieve aumento dal 2005 che raggiunge il 57% nel 2014. Il numero di lavoratori ICT laureati varia a seconda dei Paesi. In Italia c’è il punteggio più basso (32%). A seguire Malta (39%) e Slovenia (41%). Il punteggio più alto va alla Spagna (77%), al Belgio (73%) e Cipro (72%).

Alcuni Paesi hanno fatto un grosso balzo in avanti per numero di lavoratori ICT laureati dal 2005 a oggi: Austria, Lituania e Grecia con una crescita rispettiva del 22%, 14% e 13%. Mentre Cipro (-8%), Francia e Irlanda (-7%) hanno avuto le cadute peggiori. La colpa, probabilmente, è da imputare alla produzione eccessiva di lavoratori molto specializzati nel periodo 2005-2014.

Specialisti ICT per gruppi di età

L’età dei lavoratori ICT è stata divisa in due gruppi: 15-34 anni e oltre 35 anni. La maggior parte degli specializzati in Europa (63%) appartiene al secondo gruppo. Inoltre, il rapporto nel gruppo degli “anziani” è aumentato del 6% tra il 2005 e il 2014. Un dato che porta a pensare come questo segmento del mercato lavorativo europeo tenda a invecchiare.

I Paesi con i lavoratori più “vecchi” nel 2014 sono l’Italia (27%), la Danimarca (28%) e la Svezia (31%). I Paesi più “giovani” invece sono la Turchia (70%), Malta (60%) e la Lettonia (56%).

Lavoratori ICT per genere

Gli uomini prevalgono nella maggior parte delle occupazioni ICT. Dal 2005, c’è stato un aumento di uomini del 5%, nel 2014 gli uomini rappresentavano l’82% della forza lavoro specializzata nel settore ICT. Le nazioni con uno sbilanciamento maggiore nel rapporto uomini/donne nel 2014 sono Lussemburgo, Cipro e Olanda, con una percentuale rispettivamente dell’89%, 88% e 87%. La Bulgaria vince la gara delle quote rosa con il 32%, seguite a distanza ravvicinata dall’Estonia (30%) e dalla Romania (29%).

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