Sviluppatori italiani: Stack Overflow dà i numeri

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Sviluppatori italiani: Stack Overflow dà i numeri

C’è un problema con la retribuzione degli sviluppatori italiani? Sembra di sì, almeno secondo il sondaggio 2016 di Stack Overflow. La ricerca condotta su 56.033 programmatori di 173 Paesi (1.137 gli italiani) ha evidenziato alcuni dati interessanti anche per l’Italia.

In generale, la community di sviluppatori ha evidenziato come per la prima volta ci sono più informatici che utilizzino più Mac che Linux come sistema operativo. Purtroppo, il sondaggio è stato condotto solo tra chi parla inglese.

I risultati per gli sviluppatori italiani

Gli sviluppatori italiani sono “vecchi”. Un dato che avevamo già anticipato in un altro articolo che abbiamo scritto poco tempo fa.

Secondo i rispondenti, l’età media degli sviluppatori italiani è di 31,6 anni. Secondi solo agli Stati Uniti con 32 anni. Gli indiani sono i più giovani con una media di 25,5 anni.

Per i programmatori italiani con più di 5 anni di esperienza, il salario è molto più importante rispetto ai colleghi dei paesi nordici come Finlandia e Svezia. Un dato che dà una prima conferma sul fatto che la retribuzione per questo tipo di figura professionale sia relativamente bassa nel nostro Paese.

A tal proposito, secondo i risultati emersi dal sondaggio, il salario medio in Italia corrisponde a 38,283 dollari ovvero circa 34.113 euro (cambio al 22 marzo 2016). L’Italia si piazza al trentesimo posto su trentasei paesi presi in esame.

Gli sviluppatori con il maggior potere di acquisto si trovano in Sud Africa con un salario medio di 45,383 dollari e una media annua di 25.713 Big Mac da potere mangiare. Mentre negli Stati Uniti abbiamo il salario più alto con 106,120 dollari.

La classifica è stata stilata secondo il Big Mac Index, l’indice creato dal settimanale The Economist che indica il potere di acquisto nei vari paesi relativamente al costo del famoso hamburger del fast food americano.

Un risultato che si presta a varie osservazioni. Questi numeri si riferiscono a una retribuzione netta o lorda? Qual è il costo del lavoro per l’azienda? Quanto influiscono i contributi e le tasse? Parliamo di dipendenti o lavoratori autonomi? Quanti sono i lavoratori a tempo indeterminato (quando all’estero si ha un’altra concezione dei rapporti di lavoro)?

Per quanto riguarda il lavoro remoto, l’Italia si piazza al quindicesimo posto su ventidue. Il 26,4% di sviluppatori italiani preferiscono il lavoro remoto.

Altre evidenze internazionali

Javascript è in generale il linguaggio di programmazione più usato. Per quanto riguarda invece la programmazione mobile è Android è il linguaggio più utilizzato (61,9%), seguito da Java (54,2%) e iOS (47,5%).

Anche nel 2016, la programmazione parla al maschile. Il 92,8% dei rispondenti è uomo.  Tuttavia, gli amministratori del sito tengono a precisare che nei paesi asiatici (Corea del Sud, India e Cina) cominciano ad affermarsi anche le donne sviluppatrici.

Gli sviluppatori, non studenti, preferiscono l’auto apprendimento (69,1%). Di questi, il 13% ha dichiarato di aver fatto solo attività di auto apprendimento.

Solo il 2,1% ha un dottorato di ricerca in Computer Science o ambiti simili. Il 25,5% ha seguito corsi online, mentre il 43,9% ha dichiarato di fare formazione “on the job”.

In generale, la maggior parte degli intervistati (63,1%) non cerca attivamente un nuovo lavoro ma resta disponibile per nuove opportunità. Solo il 14,8% sta cercando attivamente un nuovo lavoro nel settore ICT.

Il salario (62,7%) e la conciliazione vita e lavoro o work-life balance (50,4%) sono le principali priorità per tutti i rispondenti.

Desta interesse come gli sviluppatori tedeschi siano meno interessati, seppur di poco, al salario rispetto al work-life balance. Gli sviluppatori francesi e statunitensi si sentono meno coinvolti dall’idea di un avanzamento di carriera, i britannici sono più interessati alla posizione geografica del proprio ufficio. I programmatori indiani danno maggiore priorità al lavoro flessibile, costruire qualcosa di innovativo, al titolo di lavoro e al lavoro remoto.

In termini di retribuzione, gli sviluppatori lavorano meglio quando hanno salari più alti. Soprattutto per i lavoratori a tempo pieno.

Mentre non c’è una grossa differenza di retribuzione tra sviluppatori e sviluppatrici. Solo per chi ha più di trenta anni c’è una differenza media di 20mila dollari. Ma questo gap è meno evidente con l’aumentare degli anni di esperienza.

Anche chi ha fatto degli studi o delle attività di alto livello accademico ha una retribuzione maggiore rispetto a chi ha usufruito di corsi online, di tecniche “on the job” o in auto apprendimento.

Aspirazioni irrealizzabili, scarsa documentazione e necessità specificate male sono gli ostacoli più grossi nei luoghi di lavoro per gli sviluppatori.

Il 22,7% degli sviluppatori intervistati lavorato per agenzie che realizza prodotti software. Anche se siamo consapevoli del fatto che il codice si trova più o meno dappertutto in questo tipo di lavori.

Per quanto riguarda i dati globali sul lavoro da remoto, solo il 12,1% dei full time ne fa uso. I full time però sono quelli che amano il proprio lavoro da remoto rispetto agli altri. Mentre il 48,4% lavora da remoto raramente. Questo tipo di attività è più utilizzata da chi ha un’esperienza lavorativa maggiore di 10 anni.

In conclusione, questo sondaggio può sembrare un esercizio di stile per cercare di dare qualche input alla discussione sulla qualità del lavoro in ambito ICT. Soprattutto per un profilo professionale come quello dello sviluppatore che in Italia va maggiormente valorizzato vista la centralità che già ha e avrà in futuro sui luoghi di lavoro sia a livello individuale sia nel rapporto con i colleghi.

Almeno così ci sembra di capire dalla mancanza di competenze digitali che coinvolgerà circa 100mila posti di lavoro fino al 2020 solo in Italia e circa 800mila/1 milione e 200mila in Europa, secondo i dati della Commissione europea.

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