Pirati alle elezioni, ma attenti ai cloni

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A VELE SPIEGATE – Partito dei Pirati in campo anche in Italia. Questa almeno la notizia emersa su alcuni giornali. Sono gli stessi Pirati italiani pero’ che, dopo la loro convention a Trento, precisano: si alla possibile avventura elettorale, ma i tempi li decidiamo noi! E soprattutto, avvertono: fate attenzione alle imitazioni! Una precisazione arrivata attraverso un comunicato apparso sul loro sito ufficiale (pirati italiani)

I pirati nostrani che preferiscono la Banda Larga al ponte sullo stretto di Messina -perchè sanno bene che è dalla prima che passa veramente il rilancio della nazione- sono (quasi) pronti alla ‘svolta’ elettorale. Finora si sono mossi come ‘agitatori’ culturali, piuttosto che come un vero e proprio partito. Sono attivi dal 2006 e hanno ‘smosso le acque’  dello stagnante panorama italiano con proposte legate all’utilizzo della rete: internet gratis, riforma del copyright, condivisione dei files, lotta alla censura. Sono sensibili inoltre a proposte ‘sociali’, quali la trasparenza delle procedure amministrative e l’abbassamento dell’età per votare.

Oggi il movimento guidato da Athos Gualazzi si appresta al salto. Sono pronti a replicare, non sappiamo ancora con quali risultati, l’avventura parlamentare del Piraten Partei svedese, il primo nato, o dei Pirati di Berlino che hanno raccolto ben 130 mila voti alle ultime elezioni nella città (oltre la metà degli under 25 ha votato per loro!). Vedi: Software liberi e wireless gratis, arrivano i Pirati

LA SVOLTA – Per il Partito Pirata è arrivato il momento della svolta: “a Trento abbiamo deciso di prendere parte al prossimo appuntamento elettorale con forme e metodi che decideremo tutti assieme, in rete” scrivono i Pirati sul loro sito, commentando la chiusura dell’Internet Governance forum di Trento che ha ospitato il loro convegno nazionale (a cui era presente anche Richard Falkvinge, leader del Piraten Partei svedese).

ATTENZIONE AI CLONI – Già prima della partenza pero’ la lista dei Pirati deve fare i conti con le imitazioni. “Dobbiamo registrare che  crescono i tentativi d’imitazione – scrivono sul sito – non siamo neanche in campagna elettorale e già sono nate le liste clone. Una in particolare, usa il nostro nome e i nostri simboli, ma certo non i nostri contenuti. E’ nata su iniziativa di persone e ambienti legati alle major, di tutto si occupano meno che di difendere il diritto delle persone alla condivisione della musica, dei saperi, della cultura.

”Si chiamano pirati ma sono gli avversari dei pirati. Non che abbiano un grosso peso ma intanto vale la pena mettere in guardia tutti: quei finti pirati potrebbero fare danni alla causa delle libertà digitali. Ci faremo rispettare in ogni sede, anche, legale ma intanto un consiglio ai pirati, quelli veri: state alla larga da chi sventola la bandiera della Filibusta, ma lavora con le major” (una veloce ricerca con Google del loro “portavoce” vi può rendere edotti di chi veramente sono, a differenza di quello che sembra professino).

Tramite il sito dei Pirati arriva inoltre un ulteriore distinguo: “Il Partito dei Pirati non promuove e non appoggia, né esplicitamente né implicitamente, nessuna azione che vìoli le leggi esistenti. Il Partito dei Pirati promuove invece la modifica delle leggi esistenti al fine di salvaguardare i diritti dei cittadini, dei consumatori, degli autori e degli operatori economici in modo equilibrato e socialmente accettabile”.

CHI VOTA PER I PIRATI? – Quali sarebbero le prospettive per i pirati nostrani in caso di partecipazione al voto? Il Partito Pirata in Europa ha raccolto voti fra i più giovani, con scolarizzazione medio-alta, insofferenti alla politica tradizionale. Giovani che hanno grande dimestichezza con la tecnologia  e sono molto attenti ai rischi di una regolamentazione della Rete che, a loro, sembra troppo simile alla censura.

In Italia i Pirati devono fare i conti con un elettorato composto in notevole misura da anziani tendenzialmente refrattari alle nuove tecnologie che, comunque, non hanno grande  ‘appeal’ nemmeno per la nostra classe dirigente. Infine occorre considerare che il tema della ‘trasparenza’ politico-amministrativa è già una ‘bandiera’ del Movimento di Beppe Grillo -che non ha preso molto bene la notizia dei Pirati alle elezioni-e dei Radicali.

Però i pirati nostrani già hanno dimostrato di poter raggiungere dei risultati: la scorsa settimana sono scesi in piazza per protestare contro un’azienda che doveva fornire le tecnologie di ‘monitoraggio’ della comunicazione su Internet al governo siriano. La protesta italiana è rimbalzata, tramite le agenzie stampa, sui media internazionali e ha costretto l’azienda a fare retromarcia rinunciando all’incarico.

 

di Giuseppe de Paoli