Anonymous: Campagna online contro la pedofilia

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ROMA – Nuova offensiva degli attivisti di Anonymous, organizzazione di hacker già protagonista di clamorosi attacchi informatici a istituzioni pubbliche e finanziarie ritenute poco ‘ trasparenti’. Il gruppo e’ attivo anche in Italia dove i loro attacchi hanno riguardato sedi istituzionali e aziende.

Oggi l’attenzione degli anonimi e’ verso i siti dei pedofili che sfruttano immagini di minorenni.

‘’Una piaga da eliminare’’ dicono gli hacker che stanno raccogliendo segnalazioni da tutto il mondo,

L’INIZIATIVA– e’ partita tramite un video pubblicato su You tube ( c’e’ pero’ chi ne mette in discussione l’autenticita’) in cui un portavoce del gruppo, che appare mascherato, annuncia la nuova campagna.

L’impegno degli hacker contro la pedofilia non e’ solo di oggi: nel 2011 i ‘pirati’ oscurarono una quarantina di siti pedofili e pubblicarono una lista di soggetti coinvolti nel traffico.

Il movente anti-pedofilia era presente anche in alcuni attacchi al sito del Vaticano, realizzati nel pieno dello scandalo -esploso in America- dei preti accusati di abusi sui minori.

La nuova azione degli anonimi, avviata solo qualche giorno fa, ha gia’ portato notevoli risultati: sarebbero 85 al momento i siti porno oscurati e resi inaccessibili e Anonymous ha reso pubblici, su PasteBin, i nomi di amministratori, e utenti dei siti e i loro indirizzi telematici.

I DUBBI – Certo se la causa (lotta alla pedofilia) e’ condivisibile, il metodo (sbatti il mostro in prima pagina) suscita tante perplessità, soprattutto se a finire sui media e’ il mostro sbagliato come e’ gia’ capitato: infatti una recente campagna contro la pedofilia, in America, ha coinvolto molte persone estranee a cui erano state rubate le carte di credito, successivamente usate per accedere a siti porno.

Tra loro anche personaggi famosi come Pete Tonwnshed, bassista dei Who, storica rock band e molti altri, popolari e meno. Tutti accomunati da un dato: con i pedofili in realtà non centravano niente.

L’impegno di Anonymous può dar risultati notevoli anche in Italia, Paese il cui gap tecnologico limita la lotta ai pedofili che usano la Rete: le autorità inquirenti non sempre hanno i mezzi adatti e molti criminali sono piu’ tecnologici delle forze dell’Ordine.

di Giuseppe de Paoli