Riforma del lavoro: i punti salienti (II parte)

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MILANO – Continuiamo il nostro ‘viaggio nella riforma del lavoro approvata dal governo Monti e vediamo stavolta cosa cambia per quanto riguarda Il capitolo licenziamenti-dimissioni e per gli ammortizzatori sociali. Vediamo infine quali sono gli interventi programmati per il prossimo futuro.

DIMISSIONI – Il ddl prevede una misura per bloccare le dimissioni in bianco, un uso ormai entrato nel modus operandi di molte aziende che colpisce soprattutto le donne.

Per evitare gli abusi e’ stata introdotta la convalida obbligatoria delle dimissioni che dovranno essere firmate dal lavoratore, a riprova della risoluzione consensuale del rapporto, presso gli uffici locali del Ministero del lavoro (Direzione territoriale del lavoro o Centro per l’impiego) oppure presso le sedi individuate dai contratti collettivi nazionali: fino a che l’interessato non convalida (cioè “conferma”) in una di queste sedi, le sue dimissioni (o la risoluzione consensuale), il rapporto di lavoro e’ considerato giuridicamente ‘aperto’.

La convalida deve avvenire in tempi brevi: il datore di lavoro, entro 30 giorni dalla data delle dimissioni deve invitare la lavoratrice/il lavoratore a presentarsi nelle sedi previste per la convalida; se questo termine non viene rispettato le dimissioni sono considerate nulle.

Tempi brevi (troppo forse) anche per la lavoratrice o il lavoratore: ha solo 7 giorni (che decorrono dalla recezione dell’invito) per presentarsi nella sede amministrativa o sindacale dove puo’ effettuare la convalida. Decorso inutilmente tale termine, il rapporto di lavoro cessa definitivamente. La legge prevede infine una sanzione di 30 mila euro per chi ha imposto le dimissioni in bianco

LICENZIAMENTI –  Queste norme sono state tra le piu’ discusse. La legge modifica la procedura dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori restringendo di fatto le possibilità di reintegro per quanto riguarda i licenziati per motivi economici : i reintegri saranno possibili  in caso di ‘manifesta insussistenza dei fatti ‘, altrimenti e’ previsto solo l’indennizzo

Nel caso di licenziamento disciplinare invece si applica il doppio binario: diritto all’indennizzo o al reintegro se il giudice accoglie i motivi del ricorso, oppure applicazione degli ammortizzatori sociali, se il reintegro viene escluso.

I TEMPI- Per le controversie legali in materia di licenziamenti viene introdotto  il rito procedurale abbreviato (con l’obiettivo di ridurre i costi indiretti del licenziamento) L’udienza preliminare quindi  dovrà esser fissata entro 40 giorni dal deposito del ricorso. Resta da capire se la nuova normativa riguardi solo i licenziamenti attuati dopo l’entrata in vigore o possa riguardare anche le controversie pendenti. La legge non lo specifica .

AMMORTIZZATORI SOCIALI :  L’ASPI –  E’ la nuova assicurazione sociale sull’impiego introdotta con la riforma. Verrà applicata gia’ dal gennaio 2013 con l’obiettivo di arrivare a regime nel 2017.Potranno usufruirne i lavoratori dipendenti, in disoccupazione involontaria, che possono contare su due anni di anzianità assicurativa e almeno un anno di contribuzione nel biennio precedente.

L’assicurazione (importo masimo 1.119.32 euro al mese) andrà a scalare del 15% dopo i primi sei mesi , e di ulteriore 15%, dopo il successivo trimestre.Chi è nella situazione di disoccupazione e rifiuta un corso di formazione o un impiego con retribuzione superiore almeno del 20% rispetto all’indennità, perde il diritto all’utilizzo della stessa.

CASSA INTEGRAZIONE ORDINARIA – Resta in vigore con l’attuale formula che prevede per il lavoratore, in caso di riduzione o sospensione dell’attività, l’80% della retribuzione, entro un tesso fissato annualmente, per un massimo di 52 settimane.

CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA – La Cassa straordinaria (cigs), usata in gravi situazioni di eccedenza occupazionale, invece decadrà e dal 2017, dopo un periodo di sperimentazione, verrà sostituita dall’Aspi. La nuova legge inoltre esclude la cassa straordinaria, già partire dal 2016, in caso di fallimento dell’attività, di aziende sottoposte a sequestro,  di amministrazione straordinaria, di liquidazione coatta dell’attività.

INTERVENTI ATTESI – La riforma del lavoro comunque va considerata ancora un ‘work in progress’, cosa ricordata pochi giorni fa dalla stessa Fornero. Il calendario prevede altri interventi nei prossimi 6 mesi: l’idea e’ che entro quest’ arco di tempo le organizzazioni sindacali e imprenditoriali stipulino nuove intese per la costituzione di fondi di solidarietà bilaterali rivolti ai settori ora non coperti dalla normativa, in materia di integrazione salariale.