Sardegna: l’ICT contro la crisi

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ROMA – La Regione Sardegna è sprofondata nella crisi: ogni giorno aumentano i posti di lavoro a rischio,le vertenze aperte, i segnali di sfaldamento della coesione e della sicurezza sociale sfociati nelle proteste violente dei giorni scorsi.

È una crisi che ha origini lontane: i problemi infrastrutturali irrisolti (mancanza di trasporti); l’assenza di un piano per il lavoro (in grado di andare oltre i vecchi modelli produttivi); la mancanza di strategie per i settori agricoltura e allevamento.

Ora non è più il tempo della gestione ordinaria: serve una forte discontinuità rispetto al passato, servono impegni concreti, in primo luogo una deroga nella spesa per gli investimenti per superare i vincoli del patto di stabilità.

Sono necessarie inoltre garanzie riguardo all’utilizzo degli ammortizzatori sociali e politiche attive per il lavoro volte a ricollocare -dopo una formazione specifica- chi è rimasto senza occupazione.

ln questo quadro cupo l’Information Technology può avere un importante ruolo: è di una settimana fa la conferma che Amazon aprirà una filiale nell’isola – a Cagliari – creando 500 nuovi posti di lavoro ed e’ un primo passo importante.

Fondamentale poi il ruolo dell’ICT nella strategia di ottimizzazione e riduzione dei costi, un ruolo confermato dalla recente ricerca condotta da NetConsulting in collaborazione con Repubblica.

Il report  ha coinvolto 37 aziende del territorio e pur confermando un certo ritardo nella digitalizzazione dell’attività, rileva una ritrovata disponibilità a credere nelle nuove tecnologie (d’altronde è in Sardegna che è nata Tiscali ed è stata l’Unione Sarda il primo giornale italiano ad uscire, nel ’94, in versione on line).

Gavino Sini, presidente della Camera di Commercio di Sassari, sintetizza: “La crisi che abbiamo davanti è drammatica ma possiamo uscire: bisogna smettere di dire bugie e sfruttare invece le competenze e le peculiarità del territorio. Le imprese locali devono raccogliere la sfida dell’innovazione e della tecnologia per poter crescere”.

Pierluigi Pinna di Confindustria Sardegna fornisce un esempio concreto delle potenzialità dell’ICT: “L’azienda casearia della mia famiglia – spiega- ha investito su un sistema digitale integrato: da quando preleviamo il latte a quando mandiamo in giro per il mondo i nostri prodotti siamo in grado, con un semplice click, di ricevere tutte le risposte alle nostre esigenze produttive ma anche quelle a tutela del consumatore.

Scavare nei meandri dell’azienda – prosegue Pinna – è necessario per conoscere al meglio il proprio sistema produttivo e poterlo migliorare con la tecnologia”.

La morale è che la tecnologia, pur in un momento di difficoltà – e proprio in questo momento – può aiutarci molto a ottimizzare i processi industriali, ridurre i costi, aumentare la competitività: occorre però azzerare il divario digitale fornendo la banda larga a tutta l’isola, un primo passo essenziale per dare un futuro alla regione.