Mercato digitale, l’Italia pronta a cavalcare l’onda

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MILANO– L’onda lunga dell’impresa digitale investe l’Italia. Secondo le cifre di Long Wave, il primo progetto di ascolto e azione promosso da Assintel Digitale sono oltre 230mila le imprese e quasi 900mila i talenti che ingrossano le fila del mercato digitale italiano.

I dati della ricerca saranno presentati a Milano il 2 luglio e a Roma il 3 luglio. L’associazione nazionale per le aziende della rete, unico nel suo genere e apripista in Italia, ha l’obiettivo di disegnare la mappa delle aziende digitali italiane e comprendere le prospettive reali e la loro posizione all’intero del quadro di sviluppo complessivo del sistema italiano.

L’evento milanese, realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano (a Roma la partnership è con Confcommercio – Imprese per l’Italia), sarà utile per riflettere insieme alle aziende e agli addetti ai lavori sui bisogni e le strategie da poter applicare.

Intanto dal 27 maggio è partito sempre a Milano il primo di una serie di focus group regionali con gli imprenditori delle aziende “native digitali”.

Vediamo alcuni numeri. Il mercato italiano del digitale è in crescita (+1,6% nel 2012) secondo il rapporto Assintel, e riesce ad assumere nonostante la crisi (+1,3%). Come già detto in altre occasioni, dell’esercito digitale italiano fanno parte sia gli “addetti” regolari e una galassia di collaboratori atipici e partite IVA con competenze di alto livello.

Le aziende sono piccole e formate più o meno da 4-5 addetti. Secondo Giorgio Rapari, presidente di Assintel, gli ambiti in crescita sono quelli delle produzioni web e dello sviluppo di applicazioni mobile.

Lombardia e Lazio sono le regioni con il più alto numero di presenze (24% in Lombardia e 11% in Lazio). Mentre in fondo troviamo Molise e Basilicata.

Visto il quadro generale, le proposte di Assintel Digitale sono principalmente in due: una chiara presa di posizione in ambito politico e la forza del networking.

Nel primo caso, bisogna avviare strategie utili a sostenere l’economia digitale delle piccole e medie imprese, fare ordine nei bandi di gara pubblici, creare un ente sopra le parti che supporti le start up digitali, ottenere sgravi fiscali e il rimborso della formazione.

Nel secondo caso sarà importante creare un sistema di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro intercategoriale utile a diffondere la cultura digitale.