Emilia Romagna, la banda larga arriva in montagna

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MILANO – La diffusione della rete a banda larga nelle comunità montane è tra gli ostacoli di un completo sviluppo digitale del nostro Paese. L’Emilia Romagna è tra quelle regioni che ha investito molto sulla capillarizzazione della rete.

Secondo i dati della società Lepida spa, oggi la copertura regionale di rete a banda larga è pari al 97,4%, mentre è al 90,5% con adsl.

A fronte di un investimento di 128 milioni di euro, la regione Emilia Romagna (tra le ultime fino a pochi anni fa) ha scalato la classifica nazionale posizionandosi tra le prime regioni a perseguire gli obiettivi dettati dall’Agenda Digitale Europea.

Nello specifico, la provincia di Ferrara è quella con la maggiore copertura di banda larga (98,5%). Medaglia d’argento per Ravenna (98,4%), mentre il terzo posto spetta a Bologna (98%). Seguono Rimini (97,6%), Forlì-Cesena (97,4%), Reggio Emilia (97,2%), Modena e Piacenza (96,5%) e Parma (96,3%).

Soddisfazione in ambito istituzionale. “C’è una trasversalità di azioni in corso che ci porterà a colmare quella piccola frazione del territorio – aree di montagna e zone rurali – ancora esclusa, ma che ha pieno diritto ad accedere alla rete e ai suoi servizi” ha sottolineato Alfredo Peri, assessore alle Reti di infrastrutture materiali e immateriali durante un recente seminario sul tema.

La Regione Emilia-Romagna è riuscita a catalizzare il 17% delle risorse nazionali del decreto Crescita 2.0 per garantire a tutti l’accesso a internet (e quindi ai servizi offerti dal World Wide Web). Contro il digital divide sono stati spesi direttamente 74 milioni di euro, e utilizzati gli investimenti della rete Lepida per circa 54 milioni: complessivamente, 128 milioni di euro.

La Regione ha agito, attraverso Lepida SpA, in piena neutralità tecnologica, realizzando fibre per abilitare il territorio, costruendo una Dorsale sud radio capace di abilitare il territorio da sud a nord, usando le reti cellulari con tecnologie innovative, radio su banda licenziata, radio su bande non licenziate e utilizzando, infine, il satellite.

Il progetto in corso con il Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) prevede la costruzione in fibra su 16 tratte montane con un impatto su almeno 15.000 abitanti in 40 differenti aree.

E anche i tecnici tengono a sottolineare la trasparenza dell’iniziativa. Gianluca Mazzini, direttore generale Lepida Spa, ha ricordato la “neutralità della nostra azione complessiva, sia rispetto alle tecnologie che agli operatori”, sottolineando inoltre la priorità, nella fornitura di banda, alle imprese, “perché rappresentano un elemento di attrattività del territorio”.

Per il futuro sono pianificati, sempre per la montagna, 6,2 milioni di euro per la messa in posa di fibre ottiche (che garantiranno una copertura per 29.500 cittadini) e 9 milioni di euro per azioni in neutralità tecnologica – su linea fissa, mobile o radio – in modo da arrivare a 77.000 cittadini.

Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia Romagna ha spiegato, a margine dell’evento, come “in Appennino, se non c’è copertura di rete è pressoché impossibile continuare a viverci. Per questo abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare per garantire l’accesso alle amministrazioni pubbliche, agli istituti scolastici, alle aziende agricole. Il nostro obiettivo è ridurre la disparità tra Appennino e pianura”.